Benessere come antidoto ai costi sanitari

Benessere come antidoto ai costi sanitari

L’85% dei vertici aziendali intervistati in una ricerca statunitense si sta concentrando sul miglioramento del benessere nella propria organizzazione, anche per tagliare i costi legati alle prestazioni sanitarie

 

Secondo una nuova ricerca della multinazionale britannica Willis Towers Watson basata su un campione di 378 datori di lavoro statunitensi, i vertici delle aziende prevedono che i costi legati alle prestazioni sanitarie sono destinati ad aumentare del 5,2% nel 2022. Nel dettaglio, dal sondaggio è emerso che dal punto di vista delle imprese, in media il costo per il datore di lavoro per ogni dipendente per benefici medici e farmaceutici si prevede che salga dai 12.501 dollari del 2020 a circa 13.360 dollari nel 2022. Anche i contributi per i premi si prevede che aumentino leggermente, passando da 3.269 dollari nel 2020 a 3.331 dollari nel 2022.

 

Anche per il 2021 le aziende avevano grossomodo lo stesso timore: si temeva che i costi sanitari sarebbero cresciuti del 5,5%. Con grande sorpresa per i datori di lavoro, però, l’aumento effettivo rispetto al 2020 è stato solo del 2,1%: un’anomalia che in molti hanno spiegato con il rinvio da parte di molte cure non di emergenza e con l’ampio utilizzo della telemedicina a cui nel corso del 2021 si è massicciamente ricorsi.

 

La salute viene prima di tutto

 

Come contenere dunque i costi a fronte di una prospettiva, anche se soltanto supposta, di questo tipo? Un quarto dei datori di lavoro intervistati ha fatto sapere di essere intenzionato a includere supplementi per la copertura del coniuge, mentre il 9% ha citato strategie simili legate ai supplementi. L’8% ha invece spiegato di essere impegnato nel pianificare l’assistenza sanitaria a proprio carico in base al livello retributivo o alla posizione ricoperta in azienda

 

Nonostante questo, per la grande maggioranza delle persone intervistate le prestazioni sanitarie restano una priorità: mentre cerca di contenere i costi crescenti, l’85% degli intervistati si sta anche concentrando sul miglioramento del benessere, pure alla luce del forte stress che le persone si sono trovate ad affrontare dall’inizio dell’emergenza sanitaria. Il 45% di chi è stato coinvolto nella ricerca, per esempio, si è detto intenzionato a migliorare e rafforzare i servizi offerti ai dipendenti in termini di benessere fisico, finanziario, emotivo e sociale e il 37% sta programmando (o valuta) di farlo nei prossimi due anni. Sulla stessa linea, il 49% sta ampliando la scelta dei servizi proposti e il 23% sta pianificando di farlo.

 

Fonte: Human Resource Executive

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