
Arriva il bonus psicologo
Sembra il gioco delle tre carte. Ma la posta in gioco è ben più alta: sul piatto c’è la salute mentale dei lavoratori, che avrebbero gran bisogno di quel Bonus psicologo che è apparso, poi è scomparso ed è ora tornato per davvero
Non è un mistero che la pandemia da Covid-19 – al di là dei numeri drammatici della malattia – ha avuto un impatto rilevante sullo stato psicofisico delle persone. Sono numerose le ricerche che lo confermano: una delle più recenti e in grado di analizzare nei particolari il fenomeno è quella di Assidim (storica cassa di assistenza sanitaria) sugli stili di vita dei lavoratori durante la pandemia, condotta nei primi mesi del 2021 su circa 1.400 persone. Lo studio propone il Lifestyle index, un particolare indice che riguarda proprio il benessere psicologico: i dati indicano che lo stress è la principale causa che determina il peggioramento dell’indice. E a pagare il prezzo più alto sono le donne, già colpite dalla pandemia rispetto agli impatti sull’occupazione (a livello globale nel 2020 il tasso di lavoro delle donne è calato del 4,2% contro il 3% degli uomini): il Lifestyle Index è più basso proprio in questa fascia di popolazione, colpita da una profonda stanchezza fisica e mentale, in particolare a causa dell’intensificazione della gestione del carico di lavoro domestico (l’Istituto nazionale per l’analisi delle politiche pubbliche, Inapp, ha rivelato che i congedi istituiti per fronteggiare il Covid-19 sono stati utilizzati per il 90% esclusivamente dal genere femminile).
Anche il sonno ha risentito negativamente della pandemia: secondo il World sleep forum 2021, il 50% degli italiani non ha un sonno stabile e continuativo e quasi due intervistati su tre hanno rivelato di aver sviluppato nuovi disturbi legati al sono a causa dell’emergenza sanitaria (e anche in questo caso sono state le donne a riferire gli impatti più negativi). Una sintesi del particolare momento che stiamo vivendo è quella fornita dall’Ordine degli psicologi, secondo cui ben otto persone su 10 hanno sviluppato problemi di malessere psicologico.
C’è Speranza per il sostegno psicologico
È in questo scenario che alla fine del 2021 la politica si è mobilitata per concretizzare la proposta del Bonus per lo psicologo: facendo fronte comune, tutti i partiti sembravano d’accordo nell’offrire un aiuto – quantificato in 500 euro – per sostenere chi soffre un disagio psicologico, non per forza nato durante la pandemia, che ci ha costretto a gestire, sin dai primi lockdown, situazioni particolarmente complesse di lavoro e vita privata sempre più intrecciate, cui si sono aggiunte altre complicazioni, come la Didattica a distanza (Dad).
Nonostante la convergenza di intenti, però, la legge di Stabilità 2022 ha dimenticato il Bonus psicologo, sparito dall’agenda politica, come già accaduto per il raddoppio del tetto dei fringe benefit. I disagi, tuttavia, restano, e lo testimoniano i professionisti del settore, il cui allarme non è per fortuna caduto nel vuoto. A seguito del mancato inserimento nella legge di Bilancio, è stata lanciata una petizione su Change.org, la piattaforma specializzata per l’avvio di campagne che mobilitano sostenitori e decision maker per giungere a soluzioni concrete: in poche settimane sono state raccolte 310mila firme a favore dell’introduzione del bonus.
A queste si sono aggiunti gli appelli di numerose società scientifiche, ma pure il pressing di alcuni parlamentari con emendamenti alla cosiddetta legge Milleproroghe (il decreto legge che ‘risolve’ le disposizioni urgenti non affrontate nella legge di Stabilità). Ci è poi voluta anche l’accelerazione di singole realtà, come la Regione Lazio che ha stanziato 2,5 milioni di euro per il sostegno psicologico dei giovani, a convincere il Governo a investire risorse in questa direzione; il Ministro della Salute Roberto Speranza ha così annunciato l’atteso emendamento che prevede lo stanziamento di 20 milioni di euro per far fronte all’emergenza: metà della cifra è destinata alle Asl, ai consultori e al potenziamento della rete pubblica in materia di assistenza psichiatrica; il resto per il Bonus psicologo. Una scelta, quella della suddivisione dell’investimento, volta non tanto a prendersi cura dell’emergenza contingente, ma a strutturare i servizi per rispondere anche alle necessità future.
Il Bonus è infine stato approvato il 17 febbraio 2022 dalle commissioni Affari costituzionali e Bilancio della Camera e ha un valore massimo di 600 euro a persona, assegnato in base all’Isee (inferiore a 50mila euro). Considerando che una tariffa minima di una seduta di psicoterapia presso uno specialista privato si attesta sui 50 euro, spiega la relazione tecnica che accompagna il provvedimento, con 600 euro sarà quindi possibile seguirne 12.
Un nuovo sviluppo per il welfare aziendale
Come sempre, anche per questa iniziativa, le critiche non sono mancate; c’è chi ha parlato di un’iniziativa non in grado di risolvere il problema (500 euro consentirebbero poche sedute dallo psicologo); la risposta di chi sostiene il Bonus è che, per lo meno, è un primo passo importante per farsi carico di una situazione che ci riguarda da vicino. Sappiamo bene che durante la pandemia sono state rinviate numerose attività sanitarie e di prevenzione, con conseguenze devastanti per la salute sia fisica sia mentale. Come certificato dall’Osservatorio Gimbe con il report dal titolo “Impatto della pandemia da Covid-19 sull’erogazione delle prestazioni sanitarie”, solo nel 2020 sono state rinviate oltre 140 milioni di attività mediche e sono stati annullati 1,3 milioni di ricoveri. Questi numeri drammatici concorrono negativamente al mantenimento di un buon stile di vita, di cui il benessere psicologico è parte integrante. Inoltre, non prendersi cura di certe malattie è un costo enorme per la collettività: alcuni studi hanno stimato che in Europa le patologie croniche hanno un impatto pari a 700 milioni di euro.
Quale può essere il ruolo del welfare aziendale? Le aziende sono chiamate a fare la loro parte anche per tutelare la salute dei propri collaboratori: è una questione di responsabilità sociale, ma pure di ritorno sul business, visto che la produttività è legata proprio al benessere delle persone (si consideri che recenti stime indicano come la riduzione dell’assenteismo – indicatore facilmente misurabile – permetta di risparmiare il 25% dei costi di ciascun lavoratore). Come sostengono i suoi detrattori, il Bonus psicologo da solo non risolverà i problemi che ben conosciamo, ma se fosse inserito in un programma di benessere ben più ampio potrebbe giocare un ruolo importante. La nuova normalità passa anche sa una nuova gestione dello stress.