Con la pandemia il welfare si affida ai fringe benefit

Con la pandemia il welfare si affida ai fringe benefit

I recenti dati pubblicati dall’Osservatorio welfare di Edenred hanno confermato che i fringe benefit sono un fondamentale strumento di supporto concreto nell’attuale contesto critico

 

Scuola a distanza, palestre chiuse e viaggi proibiti. Sono queste le immagini che hanno caratterizzato gran parte del 2020. I mesi di pandemia hanno provocato una crisi economica che ha portato una contrazione del Pil dell’8,9% (Istat) e una riduzione del reddito disponibile per le famiglie (-3% secondo Banca d’Italia). In questo contesto critico il welfare ha continuato a resistere: il credito pro capite legato a questo aspetto è stato di 850 euro, solo 10 euro in meno rispetto al 2019. Il dato è emerso dall’Osservatorio welfare di Edenred, tra i principali player di welfare aziendale, che nella sua analisi ha tenuto conto dei dati raccolti in 3mila imprese, coinvolgendo un totale di 500mila utenti.

 

Altro risultato significativo emerso dallo studio è stato l’aumento della contrattazione sindacale del welfare aziendale, cresciuta di quasi quattro punti percentuali (19,5%) rispetto all’anno precedente e della decisione di convertire in welfare il Premio di risultato (dal 14% del 2019 al 18%). Il welfare, inoltre, ha continuato a essere integrato principalmente da imprese con più di 200 persone e situate – in più di otto casi su 10 – nel Nord Italia. Analizzando, invece, i beneficiari del welfare, questi risultano essere uomini per il 72%. Ma il dato non deve stupire: va considerato che la maggior parte delle imprese che hanno implementato il welfare appartengono al Manifatturiero (grazie alla forte spinta data dalla contrattazione integrativa del Ccnl) e la cui popolazione è in prevalenza maschile.

 

Cala l’area ricreativa e aumentano i fringe benefit

 

In tempo di Coronavirus il welfare si è dunque rivelato un fondamentale strumento di supporto concreto. Sono state numerose le aziende – emerge chiaramente del report – che hanno continuato a investire in queste misure di integrazione al reddito, riconoscendone l’importanza nel rispondere alle esigenze dei propri lavoratori e delle loro famiglie

 

Dai dati analizzati è emersa la diminuzione del consumo di flexible benefit per l’area ricreativa, compensata però da un forte incremento dei fringe benefit (in particolare buoni spesa e carburante), che sono passati dal 18% al 30%, portando la macrocategoria a coprire il 45% dei consumi (+4% rispetto al 2019). Anche in questo caso, c’è una spiegazione al dato del quasi raddoppio dei fringe benefit: serve ricordare la spinta legislativa del decreto Agosto, che prevedeva l’incremento della quota esentasse per i fringe benefit, passata da 258,23 a 516,46 euro. L’area che copre i servizi assistenziali, previdenziali e dell’istruzione ha subito invece un leggero calo, dovuto principalmente alla riduzione dei consumi nei campi ‘mobilità’ e ‘istruzione’, passando dal 59% al 55%.

 

Dai dati dell’osservatorio è emerso che i servizi di welfare hanno contribuito a supportare le famiglie in un’epoca di emergenza sanitaria, confermandosi nuovamente un “fondamentale e virtuoso strumento di valorizzazione del rapporto tra impresa, dipendenti e collettività”, come ha spiegato Stefania Rausa, Direttore Marketing e Comunicazione di Edenred Italia.

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francesca.albergo@este.it