Cosa resta del welfare nella Legge di Bilancio

Cosa resta del welfare nella Legge di Bilancio

Tutte le novità che riguardano il welfare previste dalla manovra Finanziaria 2019.

 

Con la nascita del governo gialloverde e la flat tax al 15% anche per i redditi personali al centro del programma della Lega – il mondo del welfare aziendale temeva che la manovra finanziaria per il 2019 sarebbe stata deleteria per il settore. Anche perché la tassa piatta prevede per il suo finanziamento la cancellazione di tutte le detrazioni e le deduzioni, compresi gli sconti fiscali che sono alla base dei bonus per i dipendenti. E se è vero che le cose sono andate diversamente e non soltanto perché della flat tax è rimasto soltanto un abbozzo per le imprese, è anche vero che, nella Legge di Bilancio che aspetta l’ultimo via libera dalla Camera, per il welfare aziendale e il mondo della bilateralità, c’è veramente poco.

 

100 milioni destinati al Fondo per la famiglia

 

Il provvedimento più corposo riguarda il rifinanziamento del Fondo per la famiglia, al quale il ministro Lorenzo Fontana ha destinato cento milioni di euro. Tra quelle da sostenere sono citate anche «le iniziative di conciliazione del tempo di vita e di lavoro, nonché di promozione del welfare aziendale», come previsto dall’articolo 9 della legge 53 del 2000 sulla flessibilità d’orario, il part time, lo smart working e i servizi per madri  e padri fino ai congedi parentali. Viene infatti prorogato il congedo obbligatorio di paternità con l’aumento dei giorni dai quattro attuali a cinque. Il congedo va sempre fruito entro i cinque mesi dalla nascita del figlio. Anche nel 2019, inoltre, il padre lavoratore dipendente potrà astenersi per un periodo ulteriore di un giorno previo accordo con la madre e in sua sostituzione in relazione al periodo di astensione obbligatoria spettante a quest’ultima. Dunque in totale nel 2019 i giorni di congedo possono salire sino a sei.
Sempre a sostegno della famiglia per il triennio 2019-2020 l’importo del buono nido sale a 1.500 euro annui (dagli attuali 1.000); dal 2022 l’importo del buono spettante sarà determinato, nel rispetto del limite di spesa programmato e in misura comunque non inferiore a 1.000 euro su base annua, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro per la famiglia e le disabilità, di concerto con il Ministro del lavoro e delle politiche sociali e con il Ministro dell’economia e delle finanze, da adottare entro il 30 settembre 2021 tenuto conto degli esiti del monitoraggio della misura. Modifiche in vista anche  per il congedo di maternità. Per le future mamme sarà possibile restare al lavoro fino alla data del parto, utilizzando per intero i cinque mesi del congedo obbligatorio per il periodo successivo. Per scegliere questa opzione servirà però il via libera del proprio medico che dovrà certificare l’assenza di rischi per la salute della madre e del nascituro. La carta famiglia, inoltre, cioè la possibilità per le famiglie numerose di beneficiare di particolari sconti per l’acquisto di beni e servizi da partner che abbiano aderito all’iniziativa, non potrà essere concessa alle famiglie extracomunitarie. Sempre con lo stesso rubinetto Fontana vuole incentivare le sinergia tra pubblico e privato per valorizzare le migliori esperienze di welfare aziendale.

 

Previdenza complementare e Quota 100

 

Sul versante della previdenza complementare, le maggiori novità riguardano il fronte degli investimenti: infatti agli enti del settore «si impone l’innalzamento, dal 5% al 10%, della quota dell’attivo patrimoniale che le forme di previdenza complementare possono destinare agli investimenti qualificati e ai piani di risparmio a lungo termine». L’obiettivo del governo è soprattutto quello di sostenere l’innovazione attraverso i venture capital, una scelta che di fatto aumenta il rischio d’investimento e potrebbe modificare nel medio termine il profilo degli investimenti. Sempre sul versante della previdenza complementare e degli enti bilaterali, si attende di vedere il decreto che introdurrà l’anticipo pensionistico di Quota cento, visto che il governo potrebbe chiedere a queste due realtà una mano per favorire l’uscita volontaria dei lavoratori sul modello di quello che è già previsto oggi con l’Ape volontario per i dipendenti che hanno compiuto 63 anni.

 

Industria 4.0 & Formazione dipendenti

 

In attesa di capire quale sarà il ruolo dei privati nella formazione ai dipendenti sotto reddito di cittadinanza e del relativo incentivo alle aziende per le assunzioni, c’è da notare che, nel capitolo industria 4.0, c’è un bonus fino a 40mila euro per pagare i consulenti per attivare le procedure destinate al finanziamento dell’innovazione e che potrebbe anche diventare uno strumento premiale per i manager del settore. Infine la manovra dà la possibilità ad associazioni datoriali, sindacati, enti bilaterali, patronati di chiedere all’Inail finanziamenti per ricollocare e reinserire al lavoro dipendenti con disabilità.

 

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