Il 61% degli italiani negativo sui servizi welfare

Il 61% degli italiani negativo sui servizi welfare

A dirlo l’indagine Gli italiani: bisogni, aspettative e scelte di welfare, condotta da Ipsos per il Gruppo Unipol, un interessante focus su sanità, previdenza e welfare a livello nazionale.

 

 

Due Italiani su 3 giudicano negativamente i servizi di welfare. A dirlo è l’indagine Gli italiani: bisogni, aspettative e scelte di welfare, condotta da Ipsos  per il Unipol e presentata a Roma durante il Welfare Italia Forum 2018, iniziativa del Gruppo assicurativo giunta alla nona edizione, collocata nell’ambito del programma Welfare, Italia. Laboratorio per le nuove politiche sociali. Un interessante momento di incontro tra decision maker e stakeholder attivi nei settori sanitario, socio-assistenziale e previdenziale con l’obiettivo di favorire lo sviluppo della white economy, una filiera economica ed occupazione in grado di contribuire attivamente alla crescita del Paese.Dalla ricerca di Ipsos emerge infatti che il 61% degli italiani valuta i servizi di welfare in modo pessimo o scarso, con punte del 75% nel Centro Italia. Dati che evidenziano la necessità per la popolazione nazionale di riformare il sistema di welfare e di riallocare le risorse pubbliche in modo più efficiente.

 

Sistema sanitario a costi bassi garantito solo con giuste riforme

 

In particolare il 48% ritiene che i servizi debbano essere sempre garantiti a tutte le fasce di reddito, anche accettando un aumento delle tasse e una perdita di efficienza, mentre il 32% vorrebbe servizi più efficienti e con più libertà di scelta, anche a costo di pagarli e non poterli rendere accessibili a tutti. Nel complesso, però, circa l’80% degli italiani è d’accordo sul fatto che il sistema sanitario di assistenza gratuita o a costi bassi sia sostenibile nel lungo periodo solo se si eliminano gli sprechi e i costi eccessivi della politica e se si mettono in atto alcune strategie.
Per esempio il 54% ritiene che si debbano mantenere tutti i servizi gratuiti o a basso costo solo per chi è in condizioni di povertà e farli pagare al resto della popolazione, il 15% vorrebbe un aumento delle risorse alzando le tasse, mentre il 6% è per la riduzione dei servizi (e dei costi).

 

Preoccupati ma imprudenti

 

Tra i vari settori del welfare, la sanità è considerato quello più importante, l’unico a raccogliere più giudizi positivi (48%) che negativi (47%), ma a prevalere è il disincanto: il 68% degli italiani vorrebbe che nei prossimi anni lo Stato spendesse di più rispetto ad oggi in sanità, ma soltanto il 15% è convinto che lo farà. Le preoccupazioni personali per il futuro sono molteplici e riguardano soprattutto una possibile condizione di malattia o non autosufficienza (46%), l’inadeguatezza della pensione (36%), la difficoltà far fronte alle spese (30%) e la mancanza di una prospettiva lavorativa (29%).
Nonostante ciò gli italiani fanno poco o nulla per prevenire eventuali situazioni difficili o imprevisti. L’86% degli intervistati, infatti, ha dichiarato di non essersi posto il problema di come affrontare in termini economici una possibile situazione di disabilità in vecchiaia. Inoltre, soltanto il 22% degli italiani dispone di un’assicurazione sanitaria e addirittura il 61% non ha interesse a farla. Allo stesso modo, solo il 30% della popolazione dichiara di poter contare su un piano pensionistico integrativo.

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