Il welfare strutturato rende più fiduciose le aziende

Il welfare strutturato rende più fiduciose le aziende

I lavoratori italiani non hanno aspettative di rilievo sul futuro, ma la soddisfazione salariale è sempre più legata a elementi che vanno oltre la retribuzione, come i pacchetti di welfare aziendale.

 

Il Piano nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) che l’Italia ha presentato alla Commissione europea prevede nella missione “inclusione e coesione” un budget di 6,66 miliardi di euro destinati alle politiche per il lavoro. In attesa che vengano impiegati questi fondi, però, le opinioni sul mercato del lavoro non sono molto rosee: il livello medio di soddisfazione salariale degli italiani è al di sotto della sufficienza, con un punteggio di 4,4 su 10. Lo ha rivelato il Salary Satisfaction Report 2021 di JobPricing, società che si occupa di consulenza aziendale in ambito total reward, che ha effettuato lo studio su circa 2mila lavoratori dipendenti a gennaio 2021.

 

La soddisfazione cresce fino quasi a raggiungere la sufficienza, però, se si considerano incentivi a lungo termine come premi non monetari e benefit personali offerti ai lavoratori, insieme con la possibilità di contare su iniziative di welfare aziendale. Tutti gli indici analizzati, infatti, hanno un punto in comune: in presenza della sola quota fissa della retribuzione la soddisfazione è impattata in senso fortemente negativo. L’arricchimento del pacchetto – appunto in particolare con beni e servizi di welfare aziendale – è un fattore decisivo per incrementare la soddisfazione dei lavoratori, indipendentemente dalle leve che si vogliono introdurre.

 

Dirigenti e quadri sembrerebbero leggermente più soddisfatti della propria retribuzione rispetto ad altre categorie di lavoratori, e lo stesso si può dire per chi lavora in un’azienda medio grande o nel comparto dei servizi finanziari. Lo conferma anche un sondaggio che la società di consulenza EY ha sottoposto a un centinaio di imprenditori italiani a dicembre 2020, in cui è emerso che, nonostante l’emergenza, il 66% di loro ha fiducia e guarda con ottimismo al futuro. Inoltre, circa il 35% non ha previsto una riduzione del proprio piano di investimenti, un altro 18% lo ha integrato con nuove e diverse tipologie di investimenti a seguito della pandemia da Covid-19 e il 14% lo ha addirittura potenziato.

 

Operai, piccole aziende e Sud percepiscono meno sicurezze

 

Quando al campione di JobPricing, invece, è stato esplicitamente chiesto di pensare a quanto soddisfatto fosse del proprio salario alla luce del 2020, il livello di soddisfazione generale si è alzato (al 5,1 dal 4,4 di partenza), con il 57% dei dipendenti che si è detto “abbastanza soddisfatto” o “molto soddisfatto” della propria paga. L’insoddisfazione è più forte per le categorie che percepiscono retribuzioni più basse come gli operai, che costituiscono l’8% del campione.

 

La questione della meritocrazia è la chiave di maggiore insoddisfazione, con un punteggio di 3,9 e oltre il 30% dei lavoratori fortemente insoddisfatti. Da questo punto di vista, però, la ricerca mostra una correlazione fra la percezione di meritocrazia e la concreta comprensione dei criteri adottati per la politica retributiva: per la facilità di comprensione dei sistemi tramite cui vengono attribuiti premi, aumenti e promozioni il livello di soddisfazione degli italiani è di 4,4.

 

Le aspettative dei lavoratori per il 2021, quindi, risultano contrastanti: per una fetta di lavoratori non andrà meglio dell’anno appena trascorso (il 21% dà un voto da 0 a 2); altri hanno la massima fiducia sul futuro (il 17% dà un voto superiore a 8). Il risultato complessivo è una valutazione media di 5 nella scala, ma la fiducia cala sempre nei cluster dove il livello retributivo è mediamente più basso (operai, Sud Italia e isole, piccole aziende). Può essere preso come un buon auspicio il fatto che quelli che pensano di avere un aumento il prossimo anno siano il triplo di quelli che prevedono riduzioni salariali. Tuttavia, l’approccio generale dei lavoratori è senza aspettative di rilievo.

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elisa.marasca@este.it