Il welfare territoriale dei Comuni sostenibili a misura di benessere

Il welfare territoriale dei Comuni sostenibili a misura di benessere

Nasce la Rete dei Comuni sostenibili: il progetto, primo a livello europeo, misura la coerenza delle politiche territoriali con il principio di sviluppo sostenibile.

 

Nell’ultimo anno il welfare di prossimità ha giocato un ruolo fondamentale nel sostenere le famiglie nella lotta ai disagi procurati dalla pandemia. E proprio da questa nuova consapevolezza maturata da sindaci e da amministratori locali, ma anche dalla definizione di impegni mirati, dalla misurazione del raggiungimento di obiettivi e dallo scambio di esperienze virtuose, è nata la Rete dei Comuni Sostenibili, programma lanciato a gennaio 2021 dall’associazione Autonomie locali italiane (Ali).

 

Il progetto, primo a livello europeo, misura la coerenza delle politiche territoriali con il principio di sviluppo sostenibile, favorendo il percorso verso i 17 Sustainable development goals (Sdgs), gli obiettivi di sviluppo sostenibile da raggiungere entro il 2030 che formano l’Agenda 2030 dell’Onu. In Italia, infatti, dal 2017 sono stati definiti gli indicatori di Benessere equo e sostenibile (Bes) che dovrebbero orientare la programmazione nazionale: salute, istruzione e formazione, lavoro e conciliazione tempi di vita, benessere economico, relazioni sociali, politica e istituzioni, sicurezza, benessere soggettivo, paesaggio e patrimonio culturale, ambiente, innovazione, ricerca e creatività, qualità dei servizi.

 

“La misurazione delle realizzazioni rispetto ai 12 obiettivi e ai 169 target che li sostanziano, già molto complessa, rischia d’essere poco utile se è solo la fotografia dell’esistente”, ha scritto nella presentazione della Rete Marco Filippeschi, Direttore dell’Ufficio Studi di Ali. “Anche il confronto anno per anno che si può fare non induce necessariamente una spinta dal basso a migliorare, a evolvere”, è il suo avvertimento.

 

Un metro di verifica reale del welfare locale

 

Nel nostro Paese e nel resto d’Europa quindi, si è rilevato questo limite. Per superarlo, la Rete dei Comuni Sostenibili è dedicata alle città che accettano di aderire a un’associazione di scopo costituita ad hoc e di farsi misurare alla fine di ogni anno, secondo il set degli indicatori di Bes. Ogni Comune che accetta deve quindi predisporre e approvare con deliberazione della Giunta il Piano di Azione per il Comune Sostenibile, che è l’Agenda locale 2030, e condividere su una piattaforma digitale i suoi progetti. Questi comprendono, per esempio, la mobilità e il verde urbano, l’inclusione sociale e la parità di genere, la qualità di aria e dell’acqua, l’attivazione di nuovi strumenti partecipativi, l’economia circolare e gli acquisti verdi, la digitalizzazione delle amministrazioni.

 

“La grande novità della Rete dei Comuni Sostenibili è che, anno dopo anno, potremo misurare in tutti i territori le azioni di governo e la coerenza delle politiche locali col principio di sostenibilità, rendendola dunque concreta”, dichiara Matteo Ricci, Presidente nazionale Ali e Sindaco di Pesaro. “Il welfare territoriale è uno dei fattori più importanti per valutare il benessere dei cittadini, e misurarlo è fondamentale per dare concretezza alle azioni politiche”. Se il Bes aumenta, quindi, vuol dire che l’Amministrazione ha svolto politiche coerenti con gli obiettivi strategici legati alla transizione ecologica. “Se il Bes diminuisce, significa che l’ente ha ‘predicato bene, ma razzolato male’, quindi il calcolo è un elemento di verifica che dà efficacia alle decisioni su temi strategici per il futuro del Paese”, spiega Ricci.

 

Formazione per aiutare i Comuni che aderiscono alla Rete

 

L’associazione fornisce supporto ai Comuni anche avvalendosi di partnership, li aiuta per il reperimento di risorse esterne, fa formazione per gli amministratori e gli operatori degli enti con corso specifici, accompagna gli enti nella partecipazione a bandi europei, statali o regionali relativi alla sostenibilità. Collaborano alla formazione Università e Scuole di Alta Formazione come la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e, per fare rete, l’ente pubblico di ricerca italiano Enea.

 

Il progetto è stato accreditato alla Cabina di regia di Benessere Italia, il coordinamento istituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri per le politiche del Bes e dell’Agenda 2030, e inserito fra quelli di Repubblica Digitale, l’iniziativa strategica nazionale promossa dal Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

 

Micaela Fanelli, Vicepresidentessa di Ali, ha dichiarato che si tratta di una grande sfida, arricchitasi dopo il periodo drammatico ancora in corso, e che trova nei documenti programmatici europei degli input per una base solida: “Grazie ai nuovi strumenti finanziari possiamo immaginare un nuovo futuro strategico per i nostri Comuni”. A proposito di futuro, Ricci aggiunge: “Se guardiamo ai prossimi mesi, il Paese post Covid, le risorse del Recovery Plan che segneranno la ripresa e la trasformazione del Paese, sarà fondamentale misurare le politiche locali, che dovranno migliorare la qualità della vita e i nostri territori. I Comuni sono gli unici che possono far ‘cadere a terra’ le linee programmatiche decise al livello nazionale”.

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