In attesa di Quota 100

In attesa di Quota 100

Tutte le novità in materia pensionistica entrate in vigore dal 1 gennaio 2019. Per fare chiarezza su Quota 100 è necessario aspettare la metà di gennaio.

 

In attesa di Quota 100, il provvedimento che consentirà di andare in pensione anticipatamente  a chi ha 62 anni di età e 38 di contributi raggiunti entro il 31 dicembre 2018, dal primo gennaio 2019 sono entrati in vigore diverse novità in materia pensionistica. Le nuove regole per l’uscita anticipata con 62 anni di età e 38 di contributi saranno introdotte con un Decreto Legge previsto entro la metà di gennaio insieme alla disciplina del reddito di cittadinanza.

 

Adeguamento alla speranza di vita

 

Dal primo gennaio alla pensione di vecchiaia e  all’assegno sociale si accede a 67 anni di età con un aumento per l’adeguamento alla speranza di vita di 5 mesi rispetto all’anno precedente.
La Legge Fornero prevede che dal 2019 vengano aumentati anche i requisiti fissati per la pensione anticipata, con le nuove soglie fissate a 43 anni e tre mesi di contributi ( 1 anno in meno per le lavoratrici) e senza limiti anagrafici,  con un balzo in avanti di cinque mesi di contributi dagli attuali 42 anni e 10 mesi .
Nella bozza del decreto su Quota 100 e reddito di cittadinanza è inserita una norma che confermerà i precedenti requisiti per le pensioni anticipate, ma con l’introduzione di una finestra trimestrale di attesa.
L’Inps precisa che gli adeguamenti alla speranza di vita con effetti sulla pensione di vecchiaia e su quella anticipata non si applicano nei confronti dei lavoratori dipendenti che svolgono attività cosiddette gravose e degli addetti a lavorazioni particolarmente faticose e pesanti, a condizione che siano in possesso di almeno 30 anni di contributi.
Inoltre conferma che i requisiti per il pensionamento agevolato per i lavoratori che svolgono attività usuranti nel 2019 e fino al 2026 sono : quota 97,6 con almeno 61 anni e 7 mesi di età e 35 anni di contributi .

 

Rivalutazioni delle pensioni

 

L’Istituto di previdenza ha annunciato che la prima mensilità del 2019 e probabilmente anche la seconda la rivalutazione delle pensioni in pagamento verrà effettuata in base alla legge 388/2000 e non alla legge di bilancio appena approvata .
Ciò comporterà un conguaglio che verrà attuato non appena l’Inps avrà recepito le nuove disposizioni con conseguente restituzione degli importi incassati in eccesso nei primi mesi dell’anno.
Conguaglio che lascerà indenni le pensioni fino a 1.522,26 euro ( tre volte il trattamento minimo).  Per le pensioni superiori e fino a 5 volte il trattamento minimo è stato previsto dalla legge di bilancio appena approvata un adeguamento pari al 90% e infine per le pensioni superiori a 5 volte il minimo una rivalutazione pari al 75%.
Non sarà subito operativo nemmeno il contributo di solidarietà sulle cosiddette pensioni d’oro, cioè i trattamenti, eccetto quelli calcolati con il sistema contributivo, che superano i 100 mila euro lordi all’anno.
La misura, come elaborato dalla società di ricerca Tabula- futuro e previdenza, coordinata da Stefano Patriarca, determina un taglio che oscilla dall’ 1,4% , per un importo lordo di partenza di 110 mila euro e supera il 25% per chi incassa 550 mila euro.

 

Quota 100

 

Nella bozza del decreto su Quota 100 e reddito di cittadinanza è prevista la sperimentazione per tre anni di un’uscita anticipata per pensionamento con almeno 62 anni di età e 38 di contributi se si sono raggiunti i requisiti entro il 31 dicembre 2018, se lavoratori del settore privato.
Chi li raggiungerà dopo potrà uscire dal mondo del lavoro tre mesi più tardi.
La prima decorrenza utile di pensionamento sarà aprile.
I pubblici dipendenti invece dovranno aspettare il 31 marzo per maturare i requisiti, ma le uscite in questo caso si avranno dal 1°luglio 2019  ( finestra di 6 mesi ).
Tuttavia, a causa dei  pochi giorni rimasti a disposizione rispetto alla scadenza di questo fine mese
(dal quale decorrerebbe il richiesto  preavviso di sei mesi), solo pochi dipendenti pubblici riusciranno ad andare il pensione a luglio.
E’ verosimile pertanto che la prima vera ondata di pensionamento con quota 100 di dipendenti pubblici si avrà con la finestra di ottobre 2019.

 

Tfr

 

I dipendenti pubblici per avere a disposizione subito, rispetto ai tempi fissati dalla Fornero, il Tfs/Tfr potranno chiedere un anticipo bancario ( prestito-ponte) con la garanzia dello Stato sulla base di apposite convenzioni che dovranno essere siglate dalla amministrazione pubblica con l’Abi, nelle quali dovranno essere preventivamente fissati i limiti dei tassi d’interesse che potranno essere applicati dagli Istituti di credito.
Quota 100 sarà successivamente adeguata alla speranza di vita e chi ne beneficerà non potrà cumulare la pensione con altri redditi da lavoro superiori ai 5 mila euro l’anno.

 

Pace contributiva

 

Nella bozza di decreto  è previsto che sarà possibile colmare eventuali vuoti nei versamenti Inps ma solo dal 1° gennaio 1996 e fino a 5 anni, ricorrendo ad una rateazione con un massimo di 60 mensilità di importo non inferiore ai 30 euro , senza interessi né sanzioni.
Il lavoratore potrà detrarre ai fini Irpef il 50% del versamento relativo al riscatto contributivo.

 

Opzione donna

 

Sempre nella bozza del Decreto per le donne è prevista la riapertura della pensione di anzianità con 35 anni di contributi, a condizione di scegliere un assegno calcolato interamente con il sistema contributivo.
Nella nuova versione l’opzione può essere esercitata dalle lavoratrici dipendenti nate entro il 31 dicembre 1959  oppure, se autonome, entro il 31 dicembre 1958.
Rientrano in gioco anche coloro che, alla fine del 2015 , possedevano il requisito anagrafico  ma non quello contributivo. Nel calcolo dei 35 anni di contributi non sono utili periodi figurativi legati ad eventi di malattia e disoccupazione. E’ prevista una finestra di uscita di dodici mesi.

 

Ape

 

Il Decreto legge prevede anche la proroga per altri dodici mesi dell’Ape sociale, così come per l’Ape volontario già prolungata in legge di bilancio.
Viene riproposta anche l’Ape sociale donna, che consiste in uno sconto di un anno di contribuzione per le lavoratrici madri per ogni figlio, fino ad un massimo di due anni di riduzione del requisito contributivo. Viene confermata anche la Rita, ponte verso la pensione di vecchiaia alimentato dai contributi degli aderenti alla previdenza complementare.

 

Pensione di cittadinanza

 

Presente nella bozza del Decreto anche la pensione di cittadinanza, una versione del reddito di cittadinanza riconosciuto ai nuclei in cui i componenti abbiano non meno di 65 anni .
Per ricevere l’integrazione dell’assegno a 780 euro si terrà conto dell’Isee ( sotto i 9.360 euro ), del reddito familiare ( 7.560 euro che sale a 9.360 euro se in affitto ) , ma anche dell’età: entrambi i coniugi devono essere over 65 .

 

 

 

 

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walter.quattrocchi@tuttowelfare.info