La postazione per lo Smart working? Paga l’azienda

La postazione per lo Smart working? Paga l’azienda

La recente conferma del raddoppio della soglia dei fringe benefit per il 2021 può agevolare l’allestimento di una postazione di lavoro consona ai principi di ergonomia e salubrità. Anche da casa

 

I ritmi lavorativi sono cambiati e con essi gli spazi. Il ricorso massiccio al lavoro da remoto a causa della pandemia ha trasformato radicalmente il concetto di ufficio, che si è ‘spostato’ a casa delle persone con molteplici conseguenze (positive e negative). Molti sono stati costretti a creare nuove postazioni di lavoro nella propria abitazione; ma, si sa, la casa, nella maggior parte dei casi, non è pensata né progettata per questo scopo.

 

I più fortunati sono stati aiutati dai propri datori di lavoro a impostare uno spazio ergonomico e funzionale: alcune aziende (all’estero, per lo più) lo hanno fatto fornendo gli strumenti a proprie spese, altre hanno invece utilizzato i servizi di welfare aziendale. Già, perché non tutti sanno che anche i lavoratori italiani possono rivolgersi alla propria azienda per concordare l’inserimento di arredi ergonomici tra i possibili usi dei fringe benefit, cioè i beni e i servizi di welfare aziendale messi a disposizione dal datore di lavoro e che godono di particolari vantaggi fiscali.

 

Il recente decreto Sostegni, infatti, ha riportato la soglia di esenzione della tassazione dei fringe benefit aziendali da 258,23 euro a 516,46 euro per tutto il 2021, dopo che nel 2020 l’articolo 112 del decreto Agosto aveva attuato la misura, limitandola però fino al 31 dicembre dell’anno appena concluso. Se fino a maggio 2021 il tetto queste soluzioni di welfare era tale da impedire l’acquisto di arredi per lo Smart working casalingo, il raddoppio dei fringe benefit può di certo agevolare l’allestimento di una postazione di lavoro consona ai principi di ergonomia e salubrità.

 

Tra i beni acquistabili in questa tipologia di welfare, infatti, sono compresi: scrivanie, sedute ergonomiche, prodotti di illuminazione specifici per lavorare in modo adeguato in termini di salute e sicurezza. “Gli elementi base di una buona postazione di lavoro sono una sedia ergonomica, una scrivania e un Pc con un monitor esterno di buone dimensioni, divisi da tutto il resto dell’arredamento casalingo”, specifica Lorenzo​ Maresca, Managing Director di Sedus Stoll AG, uno dei principali produttori europei di arredi per l’ufficio. Le sedute e le scrivanie dovrebbero essere adatte a entrare anche in appartamenti poco spaziosi, all’incirca di 80 centimetri per 60, e possibilmente elevabili in altezza.

 

Il lavoro flessibile non deve dimenticare le regole di sicurezza e praticità

 

Proprio grazie al boom di lavoro da remoto, Sedus ha ricevuto una costante richiesta di mini postazioni da lavoro, soprattutto dall’estero, e per questo ha aperto una sezione del sito online con i consigli ergonomici per lavorare da casa (dalla postura da tenere alla luce da utilizzare). Maresca ricorda che l’investimento base per una postazione da remoto è molto basso rispetto al ritorno in termini di risparmio dei costi necessari per tenere la forza lavoro in presenza. Un recente studio Ambrosetti stima che, mantenendo la soglia di esenzione a 516,46 euro, si metterebbero in moto, potenzialmente, 1,6 miliardi di euro di consumi nel Paese, con un incremento complessivo di 794 milioni di euro (251,5 euro pro capite). La stima è sulla spesa complessiva, non solo per quella potenzialmente indirizzata a postazioni per lo Smart working.

 

“Si apre adesso un nuovo scenario per l’arredamento in generale, dato che ci sono aziende che hanno intenzione di dare massima libertà di lavorare in ufficio o in altri luoghi, mentre altre organizzazioni assegneranno giorni prestabiliti per il lavoro da remoto”, è il pensiero del manager di Sedus. “Il concetto è che, se si sceglie di andare in ufficio, ci dovrebbe essere una postazione adeguata per tutti”. Maresca, infine, prevede un trend, soprattutto per le grandi società che utilizzano la logica degli hub, secondo cui ci saranno, oltre alla classica sede centrale, anche altri spazi aziendali più piccoli. Per i dipendenti delle banche, per esempio, ci sarà la possibilità di recarsi a lavorare da una filiale.

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