Non vanifichiamo la crescita del welfare

Non vanifichiamo la crescita del welfare

Il welfare aziendale si dimostra fondamentale per la ripresa. Ma per non sprecare i risultati raggiunti fin qui, è necessario un intervento a livello istituzionale.

 

Una crescita costante. È quella vissuta dal welfare aziendale nel 2019 e fino all’emergenza sanitaria della prima metà del 2020 che ha cambiato completamente le dinamiche del mercato.

 

Il welfare aziendale è la soluzione più scelta per i Premi di produttività (Pdr) e incide sul 57% dei contratti integrativi, come dimostrano i dati dell’Osservatorio Welfare a cura di Easy Welfare Edenred (la ricerca è stata svolta su oltre 1.700 aziende, e circa 470mila utenti, che hanno implementato piani di flexible benefit con il provider). Un dato che, però, rischia di essere rivisto al ribasso nel 2020 dal momento che l’emergenza Covid non permetterà a molti dipendenti delle aziende di raggiungere gli obiettivi fissati prima della crisi.

 

La situazione attuale richiede probabilmente un intervento da parte del Legislatore, altrimenti gli sforzi fatti (che hanno portato alla crescita del welfare aziendale dalla legge di Stabilità 2016 che ha riscritto le regole del settore) rischiano di essere vanificati.

 

 

Nord e Centro Italia trainano la crescita

 

Tornando ai dati dell’Osservatorio, emerge che Nord e Centro Italia trainano la crescita del welfare aziendale con il 94% dei contratti con Pdr. Si registra un forte aumento della macro-categoria dei fringe benefit, pari al 41% della spesa welfare.

 

Il settore Industria e Manifattura si conferma il principale comparto di diffusione di welfare aziendale e flexible benefit, grazie anche alla quota pro capite di 200 euro in welfare prevista dal contratto nazionale di categoria che rappresenta il 46% del totale di tali misure.

 

La somma media disponibile per i dipendenti sotto forma di credito in welfare aziendale è pari a 860 euro pro capite per il 2019 (in tre anni si è registrato un aumento del 10%). Complessivamente, il 2019 conferma quanto già rilevato nel 2018, ovvero la quota flexible benefit media aumenta al crescere dell’età del beneficiario, trend evidente almeno fino ai 55 anni di età.

 

“Il welfare aziendale si è affermato e consolidato in questi ultimi anni come imprescindibile strumento di virtuosa e sinergica valorizzazione del rapporto tra impresa, dipendenti e collettività”, ha spiegato Luca Palermo, Amministratore Delegato di Edenred Italia, nel corso dell’evento di presentazione della ricerca.

 

“Mai come in questo momento di emergenza sanitaria ed economica, il welfare aziendale risulta, ancora una volta, fondamentale per la ripresa e lo sviluppo del sistema Paese. Garantisce infatti un insieme di iniziative e prestazioni connesse all’obiettivo di integrare il reddito delle famiglie, aumenta il benessere e il potere d’acquisto delle persone e migliora contemporaneamente la performance aziendale”.

 

Vince la spesa in istruzione

 

Il credito welfare medio pro capite appare mediamente più elevato per le donne (poco meno di 920 euro pro capite contro i circa 830 euro medi di cui beneficiano i colleghi), con particolare evidenza per la fascia d’età compresa tra i 25 e i 54 anni, dovuta principalmente alla costante e diffusa presenza di componenti dei piani welfare aziendali a sostegno della maternità delle dipendenti. Da evidenziare, tuttavia, come per le donne dopo i 55 anni ci sia una rilevante contrazione del valore medio.

 

La spesa in istruzione (rimborsi spese in istruzione per figli e familiari come tasse scolastiche, acquisti libri, iscrizioni asili infantili) rappresenta la voce più consistente con il 33,8%. Segue l’area ricreativa con il 22,4% (palestra, viaggi, sport, ecc.); i fringe benefit (carte prepagate per spesa, carburante, shopping e elettrodomestici) con il 18,1%; la previdenza integrativa, 12,7%; l’assistenza sanitaria, 7,6%; la mobilità, 3,7%; l’assistenza familiare, 1,2% e infine mutui e prestiti, 0,5%.

 

In conclusione, il welfare si conferma una delle leve per far ripartire il Paese: la cooperazione tra privato e pubblico può essere un volano per molti settori e anche per la gestione dei rapporti in azienda. Nel 2020 la componente integrativa e sociale del welfare sarà ancora più importante alla luce dell’emergenza sanitaria ed economica. Il welfare ha, per esempio, la capacità di dare supporto al reddito per i dipendenti in cassa integrazione e supporto sociale con piani ad hoc per le loro famiglie. E su Tuttowelfare.info abbiamo proposto il welfare come leva per la ripartenza dei consumi .

 

Ma per non sprecare i risultati raggiunti fin qui, è necessario un intervento a livello istituzionale che possa ‘tamponare la ferita’ causata dalla crisi del 2020 e sia in grado di rilanciare il welfare aziendale come protagonista della rinascita dell’economia italiana, che passa attraverso il lavoro e la vita quotidiana delle persone.

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gabriele.perrone@este.it