Nuovo welfare detassato per produrre di più

Nuovo welfare detassato per produrre di più

Una recente proposta di legge promossa dai parlamentari della Lega sul tema produttività contiene importanti modifiche in ambito welfare aziendale: aumento del tetto dei premi detassati (da 3mila a 5mila), dimezzamento dell’aliquota per la riscossione del premio cash (da 10% a 5%) e inserimento nei piani delle cure per gli animali domestici.

 

La politica è tornata a occuparsi di welfare aziendale. In particolare il welfare è al centro della Proposta di di legge (Pdl) promosso dai parlamentari della Lega Elena Murelli, Andrea Giaccone, Gualtiero Caffaratto, Virginio Caparvi, Donatella Legnaioli, Eva Lorenzoni, Daniele Moschioni, Tiziana Piccolo: Tuttowelfare.info ha avuto occasione di consultare la proposta, che tuttavia è ancora nella fase di approvazione e potrebbe subire modifiche.

 

La bozza propone una “serie di interventi tutti tesi a migliorare la crescita e la qualità dell’occupazione, spaziando da norme di semplificazione della gestione dei rapporti di lavoro e del recupero crediti a norme volte a incentivare l’occupazione femminile e la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, fino a disposizioni dirette a contrastare il fenomeno delle cosiddette false cooperative o cooperative spurie”. Tra gli interventi proposti ci sono quelli che riguardano le modifiche all’erogazione e alla riscossione dei premi di produttività, affrontati nella bozza al Capo III, articoli 10 e 11, le cui disposizioni sono destinate a rivoluzionare lo strumento del welfare aziendale per come è stato conosciuto finora.

 

Premi detassati fino a 5mila euro

 

Infatti, l’articolo 11 della Pdl – se confermato e poi varato – avrà di certo un impatto sulla conversione dei premi di produttività in beni o servizi di welfare aziendale. Per prima cosa, la proposta è di modificare i limiti di applicazione della detassazione dei premi di risultato, innalzando da 3mila a 5mila euro la misura dei premi agevolati.

 

L’attuale Governo ha sempre manifestato l’interesse a sostenere il rilancio delle PMI; tuttavia la decisione di aumentare da 3mila a 5mila euro l’importo del premio detassabile sembra non tener conto del fatto che in Italia la media dei premi è, secondo alcune fonti, di circa 1.500 euro: si pensi, per esempio, che a febbraio 2019 un colosso come Fca ha distribuito un premio pari a poco meno di 1.600 euro.

 

È una richiesta che abbiamo ricevuto direttamente dalle aziende e dai dipendenti, che ci hanno chiesto di alzare la soglia della detassazione dei premi”, spiega in esclusiva a Tuttowelfare.info Murelli, Deputata della Lega, membro della Commissione Lavoro Pubblico e Privato alla Camera dei Deputati, e prima firmataria della Pdl.

 

Nuova aliquota dal 10% al 5%

 

Sempre l’articolo 11 della Pdl, inoltre, prevede che l’aliquota applicata alla riscossione cash dei premi scenda dall’attuale 10% al 5%. In questo caso la proposta potrebbe addirittura disincentivare i dipendenti a convertire il premio in servizi di welfare. Recenti ricerche, infatti, indicano che già oggi il tasso di conversione è appena del 18% e di certo la nuova aliquota non va nella direzione di ampliare il numero di dipendenti che utilizzeranno i flexible benefit.

 

Tuttavia, la rappresentante della Lega precisa che l’obiettivo è “lasciare la scelta ai dipendenti”, senza ‘imporre’ la decisione e anzi “stimolando l’attivazione di servizi di sempre maggiore qualità nei piani di welfare”. Insomma, se il piano di welfare è di valore, allora i dipendenti ne utilizzeranno i servizi, è la tesi sottintesa della Deputata.

 

Cura degli animali nei piani di welfare

 

L’ultimo aspetto legato al welfare aziendale contenuto nel Ddl è la disposizione del comma 1 dell’articolo 10, che consente l’inserimento, tra le prestazioni da far rientrare come servizi di welfare aziendale defiscalizzato, “dei rimborsi effettuati ai dipendenti o le spese sostenute per conto di essi da parte del datore di lavoro, per la cura o l’assistenza sanitaria di animali domestici”.

 

In questo caso c’è il dubbio che la proposta possa mettere sullo stesso piano le spese veterinarie con altri servizi di welfare che hanno invece un valore sociale ben più evidente (assistenza sanitaria, previdenza integrativa, ecc.). “Vogliamo offrire servizi a tutta la famiglia, compresi quelli per gli animali domestici, affinché le persone, potendo utilizzare, per esempio servizi come il dog sitting, e avendo la certezza che gli animali siano curati, possano concentrarsi maggiormente sulla propria attività lavorativa”, è la risposta di Murelli.

 

Nonostante le precisazioni di chi ha presentato la proposta, restano alcuni dubbi sul valore delle proposte di modifica del welfare aziendale. Siamo davanti a una nuova stagione degli strumenti di welfare o – soprattutto per la nuova aliquota dei premi di produttività – alla fine dei flexible benefit come strumento di benessere organizzativo?

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