Salute e benessere sì, ma digitali

Salute e benessere sì, ma digitali

Per il 60% degli italiani salute e benessere sono in cima alla lista dei bisogni primari.  Ma per farlo utilizzano ancora strumenti tradizionali. Pochi fanno ricorso a servizi digitali per il monitoraggio del proprio stato di salute, per la condivisione delle informazioni, la consegna di farmaci a domicilio o la telemedicina.

 

La salute prima di tutto. Per il 60% degli italiani “salute e benessere” sono in cima alla lista dei loro bisogni e rappresentano per il 74% dei nostri concittadini la principale area di spesa, in linea con il resto del mondo. A dirlo è stata l’indagine condotta da Deloitte e Swg dedicata alla  salute nell’era digitale e presentata durante l’evento Innovation by Ania. Il dato non stupisce, anzi è dovuto anche alla maggior attenzione della popolazione in materia di prevenzione: per due italiani su tre è, infatti, fondamentale sottoporsi a check up almeno una volta l’anno e nel 50% dei casi la spesa media annua è di circa 300 euro. Solo un cittadino su dieci, invece, dichiara di non fare mai controlli.

 

Italiani poco tech

 

Se la prevenzione è diventato un tema rilevante nella vita degli italiani, ancora marginale è, invece, il supporto e l’uso dell’innovazione digitale in questo campo. Al monitoraggio attraverso device indossabili o con applicazioni su smartphone gli italiani preferiscono ancora una gestione tradizionale. Tanto che il 79%  controlla il proprio stato di salute rivolgendosi ai medici, mentre solo il 7% utilizza dispositivi wearable. I servizi digitali più utilizzati dagli italiani in ambito salute sono quelli legati all’accesso alle cure, come la prenotazione di visite online e l’automedicazione, ovvero la ricerca autonoma di informazioni sul web. Resta marginale, invece, l’uso delle tecnologie digitali per il monitoraggio del proprio stato di salute, per la condivisione delle informazioni, la consegna di farmaci a domicilio o la telemedicina.

 

Le sfide da vincere

 

Eppure la tecnologia potrebbe migliorare sia l’accesso alle cure sia le cure stesse, soprattutto diminuendo i tempi di attesa per visite ed esami pubblici. Per questo avvicinare gli italiani all’uso delle tecnologie è una delle sfide da vincere nel campo della sanità. Insieme a «Un nuovo modello sulla salute che, mantenendo al centro il servizio universale, utilizzi in modo strutturato tutte le competenze e le risorse ottimizzando l’imprescindibile rapporto pubblico-privato», ha detto Maria Bianca Farina, presidente di Ania, l’Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici, nel discorso di apertura del meeting Innovation by Ania.  «Il dibattito sulla necessità di dotare il Paese di strutture e infrastrutture adeguate ai nuovi bisogni di una società che è cambiata e continua a cambiare velocemente è più che mai attuale. E la sanità non fa eccezione». La sostenibilità del SSN è, infatti, messa a dura prova da fattori e trend demografici. Il settore assicurativo italiano vuole contribuire guardando con interesse all’applicazione delle nuove tecnologie e, grazie a queste, aprire nuove prospettive anche in campo salute.

 

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