Tutelare il benessere dei dipendenti oltre l’ambiente di lavoro

Tutelare il benessere dei dipendenti oltre l’ambiente di lavoro

Si possono misurare le principali variabili che incidono sull’ambiente aziendale? Negli ultimi anni sono nati alcuni indicatori che lo fanno, ognuno focalizzato su aspetti precisi. Inwi di Deloitte è tra gli ultimi ideati

 

Sanità, sicurezza, assistenza, conciliazione vita-lavoro sono temi sempre più importanti nella programmazione dei piani di welfare aziendale, data la fase di emergenza sanitaria e la convivenza con il rischio epidemico da Covid-19. Tutelare il benessere del lavoratore in tutti gli ambiti della sua vita è diventato quindi un obiettivo comune a molte realtà, sia pubbliche sia private. Per aiutarle ad avere un’analisi completa dello stato di wellbeing – e progettare un programma adeguato – è possibile misurare in maniera quantitativa le principali variabili che incidono sull’ambiente aziendale. Negli ultimi anni sono nati alcuni indicatori per questa misurazione, ognuno focalizzato su aspetti precisi.

 

L’Individual Well Being Index (Inwi) di Deloitte è tra gli ultimi ideati. A spiegarne la natura è Marco Vulpiani, Life Sciences Sector Leader di Deloitte, uno degli autori del lavoro (recentemente pubblicato sul Journal of Governance and Regulation) insieme ad Elena Croci (docente di marketing culturale all’Accademia delle Belle Arti di Brera) e a Marco Caiffa (Senior Consultant di Deloitte): “L’idea iniziale risale a due anni fa, e parte da una riflessione sull’attenzione delle nuove generazioni per aspetti intangibili del benessere, come rapporti sociali o attenzione all’ambiente, che per i Millennial sembrano essere più importanti di quelli tangibili – come il reddito – su cui invece si focalizzavano le generazioni precedenti”. Dopo un’analisi teorica e sociologica di questi trend, è stata progettata un’analisi quantitativa a partire dai dati del rapporto annuale sul Benessere equo e sostenibile (Bes) dell’Istat.

 

Lo studio ha provato a capire quali fossero le variabili più significative per valutare lo stato di benessere dell’individuo, e il team di lavoro si è focalizzato sulla parte del database che riportava i dati sulla soddisfazione della vita (in cui, tramite interviste, si chiede alle persone se si sentono soddisfatti o meno della propria vita) e su quali ambiti hanno fatto riferimento gli italiani per rispondere, come il reddito pro capite, o la fruizione di eventi culturali, o il senso di sicurezza nella propria città, la vita all’aperto, ecc. Temi già molto sentiti dalle aziende più all’avanguardia e che ha ulteriormente preso piede con il lockdown, periodo nel quale l’adozione forzata dello Smart working ha riportato l’attenzione del dibattito pubblico sulla correlazione tra benessere e produttività.

 

Personalizzazione dell’indice e delle esigenze

 

“Abbiamo poi convertito il modello di misurazione, partito da variabili basate sulla popolazione italiana, alla popolazione aziendale”, aggiunge Vulpiani. Inwi valuta lo stato di benessere dei dipendenti di tutti i settori: è un sistema che si adatta ad ogni realtà lavorativa, con implementazioni personalizzate in base alle esigenze. Dopo l’analisi, il cliente ha un report in cui sono indicati i fattori su cui puntare di più per aumentare il benessere dei dipendenti.

 

Le priorità e la sensibilità dello stato di benessere rispetto alle diverse determinanti dipendono molto, comunque, dallo specifico ambiente lavorativo e dalla specifica attività svolta. Le variabili per un dipendente di un impianto chimico possono essere molto diverse da quelle di un dipendente di un call center. Oppure, se emerge che i lavoratori di un ente associano l’idea di benessere al tempo libero, l’azienda potrebbe sperimentare delle modalità per potenziare questo aspetto. Non è scontato che i dipendenti dello stesso ente, ma in una sede diversa, abbiano le stesse esigenze.

 

“In ogni caso, se lo stato di benessere dei dipendenti aumenta, di conseguenza verranno l’incremento della produttività, la crescita del senso di appartenenza all’azienda, la riduzione del turnover. Tutti elementi che dovrebbero migliorare le performance aziendali”, conclude Vulpiani.

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