Welfare aziendale nel Ccnl Metalmeccanici, oltre il buono spesa c’è di più

Welfare aziendale nel Ccnl Metalmeccanici, oltre il buono spesa c’è di più

Per Riccardo Zanon il welfare aziendale è un’opportunità che rappresenta una sfida per tutti noi, da cogliere anche in occasione del rinnovo contrattuale per i Metalmeccanici

 

Il Contratto collettivo nazionale del lavoro Metalmeccanica Industria è stato da poco rinnovato e porta con sé la conferma del welfare contrattuale previsto all’articolo 17. Non è ancora disponibile il testo definitivo, ma si può dare quasi per certo che il testo non sarà differente rispetto alle bozze circolate.

 

Il Ccnl dei Metalmeccanici è stato uno dei primi a prevedere la forma contrattuale di welfare. Il valore iniziale era di 100 euro, con la previsione di incrementarlo nell’arco di tre anni (dal 2017 al 2019) fino agli attuali 200 euro, confermati nell’ultimo rinnovo. Un valore che ben si sposa, a prima vista, con i cosiddetti “buoni spesa” o “buoni benzina”, il cui limite di 258,23 euro è previsto dall’articolo 51, comma 3 e comma 4 del Testo unico sulle imposte dei redditi (Tuir) e che nel 2020, con il decreto Agosto è stato raddoppiato a 516,46 euro.

 

L’utilizzo di queste soluzioni di welfare è facile, semplice e molto simile all’utilizzo del denaro contante. Il buono è, di fatto, un pezzo di carta in cui è indicato un valore spendibile e il luogo – o i luoghi – in cui puoi spendere l’ammontare previsto. Quindi, per esempio, con il buono spesa, si hanno 20 euro da utilizzare presso uno specifico supermercato, ma al posto della banconota del valore corrispondente, si può pagare con questa soluzione. Qualcosa che ricorda chiaramente… la carta moneta!

 

Da qui il motivo per cui il credo diffuso, da parte di tutti i lavoratori e anche imprenditori, che il welfare aziendale non sia altro che il buono. Per un imprenditore poi è più facile da erogare e da spiegare ai propri dipendenti. E da questo deriva la ‘fortuna’ del buono anche come bene da erogare in ossequio a quanto stabilito dall’articolo 17 del Ccnl dei Metalmeccanici. Ma è davvero così semplice?

 

La responsabilità delle aziende verso persone e territorio

 

Più volte mi sono imbattuto su questo tema e sono contento nel ritornarci anche se ormai mi pare di essermi ridotto a predicare nel deserto. La questione è la seguente: si può davvero considerare welfare aziendale l’erogazione di buoni spesa o buoni benzina?

 

Per precisare che cosa intendo, è necessario focalizzare l’attenzione proprio all’articolo 17 del Cnnl Metalmeccanica Industria, secondo il quale “ai fini dell’applicazione di quanto previsto dal presente articolo, le aziende si confronteranno con la Rsu per individuare – tenuto conto delle esigenze dei lavoratori – della propria organizzazione e del rapporto con il territorio, una gamma di beni e servizi coerente con le caratteristiche dei dipendenti e finalizzata a migliorare la qualità della loro vita personale e familiare privilegiando quelli con finalità di educazione, istruzione, ricreazione e assistenza sociale e sanitaria o culto”.

 

Dunque, per prima cosa lo stesso Ccnl afferma che, per l’applicazione dell’articolo 17 è necessario che l’azienda si confronti con la Rsu, se presente in azienda. L’obiettivo è che l’erogazione di welfare aziendale sia bassato sulle reali necessità dei lavoratori. E questo mi porta a ritenere che anche in assenza di Rsu sia comunque necessario un confronto con i lavoratori. Infatti nel testo è scritto chiaramente questo aspetto. La ‘consultazione’ può essere realizzata facilmente anche attraverso un semplice questionario. Si tratta, insomma, di un aspetto davvero importante, perché si lega alla comunicazione, questione che ho sempre ritenuto fondamentale per il welfare aziendale.

 

Inoltre, il motivo per cui il Ccnl richiede un confronto è di individuare una gamma di beni e servizi coerente con le necessità dei lavoratori, anche in relazione al territorio in cui vivono. Questi beni devono avere la finalità di migliorare la qualità delle persone, come d’altra parte è indicato esattamente all’interno dell’articolo 17, in cui si spiega chiaramente di privilegiare le “finalità di educazione, istruzione, ricreazione e assistenza sociale e sanitaria o culto”. E non è un caso, perché va data più importanza a quei servizi che hanno una rilevanza di carattere sociale, ma allo stesso tempo sono servizi in cui l’azienda può davvero agire per creare qualcosa di vantaggioso per i propri lavoratori.

 

Ma per ‘rispettare’ realmente le indicazioni sul welfare del Ccnl dei Metalmeccanici, bastano 200 euro? Forse no, ma la somma può essere lo stimolo per le aziende a realizzare qualcosa di più; per esempio un piccolo progetto di benessere per i propri dipendenti, tanto che un eventuale piano di welfare aziendale è previsto che si possa aggiungere “alle eventuali offerte di beni e servizi presenti in azienda sia unilateralmente riconosciute per regolamento, lettera di assunzione o altre modalità di formalizzazione, sia derivanti da accordi collettivi”.

 

Dunque, non vedo come sia possibile ricondurre il welfare ai buoni spesa o ai buoni benzina. Piuttosto credo che sia l’occasione per approfondire la questione e darne il giusto valore: serve diffondere l’idea di far aspirare a qualcosa di più grande, quasi che sia una ‘chiamata alle armi’ della progettualità, richiamando l’azienda alla responsabilità di essere una comunità in grado di far fronte, in autonomia, alle proprie necessità. È un’opportunità che rappresenta una sfida per tutti noi, da cogliere, anche in occasione di questo rinnovo contrattuale.

 

 

Riccardo Zanon è avvocato e titolare dello Studio Zanon, specializzato in consulenza del lavoro. Offre risposte e consigli in merito a Diritto del Lavoro, Risorse Umane e Welfare Aziendale. Il suo ultimo libro si intitola: Welfare Terapia – Rilanciare le aziende e prendersi cura dei collaboratori nell’era Covid-19 (Tuttowelfare, 2020).

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