Ossessione Fornero

Ossessione Fornero

La questione pensioni sarà una delle più urgenti da affrontare per il nuovo Governo. Che sta pensando di modificare l’attuale legge e di introdurre uno sconto di tre anni sull’ età di pensionamento. Unico  problema: le coperture.

 

Il nuovo Governo si fa attendere ma si sa bene che la questione pensioni sarà una delle più urgenti che si troverà ad affrontare e risolvere. Lega e M5s sono pronti a superare la Legge Fornero introducendo uno sconto di tre anni sull’età di pensionamento. Questo significa che dai 67 anni previsti per la vecchiaia nel 2019 si scenderebbe a 64 per chi raggiungerebbe quota 100 sommando. Insomma si tornerebbe ai vecchi trattamenti di vecchiaia con 41 anni e cinque mesi di contributi, indipendentemente dall’età.

 

Il nodo delle coperture

 

Questa l’idea, per realizzare la quale ci vogliono coperture adeguate. Per lo schieramento politico guidato da Matteo Salvini e i pentastellati lo sconto di tre anni costerebbe alle casse pubbliche qualcosa come  5 miliardi di euro circa, ma le previsioni dell’Inps snocciolano cifre di altro spessore, arrivando a 1.418 euro. Quale sia la cifra esatta è tutto ancora da verificare. «Il nostro lasciapassare per l’Europa e per i mercati», ha spiegato al Sole 24 Ore Alberto Brambilla, il tecnico della Lega «è il mantenimento degli stabilizzatori automatici, ovvero l’adeguamento dei requisiti alla speranza di vita e i coefficienti di trasformazione. Senza quelli diventa difficile difendere la nuova flessibilità che vogliamo». Mentre per far tornare i conti sulle coperture Brambilla conferma la chiusura dell’Ape sociale e la revisione dei trattamenti per i gravosi. In più si punterebbe di più sui fondi di solidarietà per finanziare le uscite anticipate e si utilizzerebbe  parte della “dote” legata alle decontribuzioni per i neo-assunti per finanziare una sorta di “superammortamento selettivo” per le assunzioni nelle aziende più dinamiche.

 

Nel 2040 la spesa per le pensioni sarà al 18,4%

 

Tutte ipotesi per ora, sia bene inteso. Quello che è certo, invece, è che un’ ipotetica (per ora) riduzione degli attuali requisiti di pensionamento verrebbe varata in coincidenza con un peggioramento delle ultime stime ufficiali sulla spesa previdenziale elaborate dal gruppo di lavoro sull’invecchiamento della popolazione (AWG) della Commissione europea. Per i tecnici di Bruxelles la spesa italiana per le pensioni è destinata, infatti, ad aumentare vertiginosamente nei prossimi anni visto l’invecchiamento della popolazione, passando dal 15,1% del 2020 al 18,4% del 2040. In questo scenario il ritorno alle pensioni di anzianità spinte da Lega e M5S non sarebbero un toccasana per le casse dello Stato. Specie se l’aumento della spesa su questo fronte non dovesse essere controbilanciato da un aumento del Pil e da un incremento dell’occupazione giovanile.

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