Così le aziende possono migliorare la pianificazione economica delle famiglie

Così le aziende possono migliorare la pianificazione economica delle famiglie

Le aziende possono ottimizzare i costi legati alla cessione del quinto dello stipendio e alla delegazione di pagamento con le polizze sulla vita e la perdita di lavoro. Ecco come. 

 

Contributo a cura di Moacir Giansante*

 

Moacir Giansante

La crisi economico-finanziaria ha indubbiamente pesato sulle tasche degli italiani, come conferma anche l’ultimo rapporto Eurispes  in base al quale il 69,5% delle famiglie oggi non riesce ad arrivare alla fine del mese. Anche in questo caso, però, il welfare aziendale può andare incontro alle esigenze dei lavoratori più in difficoltà, tanto che secondo una recente indagine, ben il 3,5 % delle aziende italiane propone già tra le numerose iniziative volte al sostegno economico dei dipendenti, benefici creditizi come i prestiti agevolati, il microcredito e le garanzie per i mutui. In questi casi, è la società stessa a offrire il prestito, permettendo ai collaboratori di affrontare spese importanti tramite prestiti convenienti a tasso fisso e senza impegni onerosi. Tuttavia, non sempre le aziende sono in grado di offrire prestiti a condizioni vantaggiose.

 

La chance del credito al consumo non finalizzato

 

Proprio per questo motivo, il datore di lavoro può adottare un’offerta più sostenibile di prestito personale denominato credito al consumo non finalizzato, nelle modalità Cessione del Quinto dello Stipendio e Delegazione di Pagamento, una delle più tradizionali agevolazioni in Italia, la cui presenza risale a più di cento anni fa.  Come è noto, questo prestito è riservato esclusivamente ai dipendenti (e ai pensionati), è condizionato dal tipo di contratto di lavoro e la sua legislazione stabilisce che sia garantito tramite diversi tipi di assicurazioni volte a ridurre i rischi in caso di morte, disabilità, malattia o perdita del posto di lavoro. Inoltre, la regolamentazione del settore consente che i costi di queste polizze possano essere incorporate nei tassi applicati al credito. Le valutazioni nelle offerte che incorporano le spese assicurative possono risentire di un innalzamento di circa 5% nel TEG (Tasso Effettivo Globale) rispetto a quelle che non tengono conto di tali spese (leggi questo approfondimento).

 

Non tutte le polizze offrono gli stessi benefici ai differenti dipendenti

 

Nonostante sia un tipo di credito altamente sostenibile, poiché essendo limitato alla percentuale del 20% del reddito mensile (40% se contratto in combinazione con la Delega), evita il sovra-indebitamento, alcuni requisiti legali pongono ostacoli al suo utilizzo, in particolare per i lavoratori dipendenti del settore privato che, non a caso, potrebbero maggiormente beneficiare delle misure di welfare aziendale. Di norma infatti questi dipendenti sono gravati da costi più elevati per il rilascio delle polizze di assicurazione, che vanno al di là del mero rischio relativo al loro storico di inadempienza, e subiscono una variazione di circa il 60% nel TAEG (Tasso Annuo Effettivo Globale) rispetto quello applicato ai dipendenti pubblici. Queste condizioni possono risultare ancora più restrittive per i lavoratori della piccola e media impresa, che in Italia rappresenta il 95% delle aziende e l’80% dei lavoratori , che potrebbero così vedersi negata la possibilità di accedere a questo tipo di credito. Questa situazione potrebbe evolvere in positivo, consentendo ai datori di lavoro di farsi carico, in sostituzione dei premi aziendali, delle spese relative a polizze assicurative finalizzate a garantire al dipendente la copertura contro il rischio di perdita dell’impiego nell’ambito dei fringe benefits, il cui raggio di azione è stato ampliato dalla normativa del 2017 (Legge. 232 dell’11 dicembre 2016 pubblicata nella GU n. 297 del 21 dicembre 2016).

 

Alcune polizze dovrebbero invece ridurre i costi del credito

 

Attualmente, esistono iniziative di welfare aziendale nell’area delle polizze assicurative, soprattutto polizze infortuni (42%), obbligatorie nei contratti collettivi. Al contrario, le coperture per l’assicurazione sulla vita e la perdita del lavoro sono poco utilizzate, come evidenzia bene il Welfare Index Pmi 2017.
Sono appunto queste ultime quelle che impongono costi più elevati per i beneficiari della Cessione del Quinto e di conseguenza, la possibilità di includere questi costi come conversione di welfare aziendale consentirebbe ai dipendenti di usufruire dei benefici conseguenti all’accesso a un credito sostenibile e adattabile alle esigenze individuali di ciascun collaboratore e dei suoi familiari, considerando che si tratta di un credito non finalizzato.

 

La tecnologia aiuta a gestire meglio il credito

 

L’offerta di benefici la cui gestione risulta più complessa a causa della individualizzazione del dipendente e della necessità di controllo della sua busta paga, è meglio supportata da una piattaforma tecnologica come quella fornita da SalaryFits, nata come strumento di gestione dei benefici con detrazione sullo stipendio e come canale di rapporto tra dipendente, datore di lavoro e il suo ambiente di welfare aziendale. Oltre al credito, la piattaforma consente la fornitura di altri benefici che possono godere delle misure di incentivi fiscali in Italia come, per esempio, la pensione complementare, la copertura sanitaria integrativa, le polizze assicurative etc. SalaryFits offre una proposta di valore e concetti innovativi per il mercato italiano. Con operazioni in diversi mercati del mondo è stata creata da un processo di spin off della società brasiliana Zetrasoft, leader nella gestione di benefici dimensionati sulla base del reddito dei dipendenti, che offre affidabilità ed automazione ai datori di lavoro e ai fornitori di benefici e che, contemporaneamente, offre ai dipendenti accessibilità e sicurezza.

Country Manager SalaryFits

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