Il welfare per tutti di Bofrost

Il welfare per tutti di Bofrost

Il noto marchio di prodotti surgelati è stata una delle prime realtà del settore a introdurre piani di welfare aziendale strutturati rivolti a tutti i dipendenti. Coinvolgendo i lavoratori già nell’ideazione degli stessi e investendo sulla comunicazione interna.

 

 

Una survey interna per conoscere meglio le esigenze di welfare dei propri dipendenti, sulla base dei carichi familiari e degli interessi personali, una co-progettazione dei servizi, una campagna di comunicazione interna capillare e coinvolgente. Queste le chiavi del successo delle politiche di welfare aziendale di Bofrost, nota azienda tedesca che opera nel settore dei surgelati alimentari.

 

La società, che in Italia conta 50 filiali e 10 call center, per un totale di 2.136 dipendenti, si è affacciata per la prima volta al mondo del benessere aziendale nel 2014. “Abbiamo avviato un’indagine interna per conoscere meglio i nostri dipendenti”, racconta Daniele Arman, Responsabile delle Risorse Umane. “L’età media è 41 anni, dunque è emerso che le loro esigenze si concentravano soprattutto sul tema dei carichi familiari, specie per i figli in età scolare”.

 

Ecco allora che ai dipendenti stessi è stato chiesto quali fossero gli strumenti più utili per loro: “Ci sono aziende che offrono servizi utili a pochi o di cui possono beneficiare solo determinate categorie di dipendenti. Noi abbiamo pensato a tutti”.

 

Dopo alcune sperimentazioni, nel 2019 Bofrost è approdata alla strutturazione di tre piani di welfare, tutti basati sulla possibilità di convertire il premio di risultato in benefit e servizi, come previsto dal Tuir. Cambiano solo i canali di finanziamento e la relativa fascia a cui sono rivolti: il primo è destinato a tutti i venditori e le venditrici telefoniche; il secondo è per gli operai e gli impiegati; l’ultimo è per i quadri e i dirigenti.

 

Sono uguali, nella sostanza, le prestazioni previste. “Lo scopo è attrarre forza lavoro qualificata, ridurre il turnover e, più in generale, mantenere un buon clima aziendale e dipendenti felici”.

 

Welfare che riflette i valori dell’azienda

 

In realtà, sin dai primi anni 2000 l’azienda aveva cominciato la propria ricerca di progetti idonei a favorire la conciliazione vita-lavoro e migliorare la vita lavorativa dei propri addetti. Tuttavia, è dal 1 marzo 2019 che è attivo il nuovo piano, progettato proprio per dare la massima concretezza ai principi aziendali.

 

“A oggi hanno aderito più di un terzo dei dipendenti”, spiega il Responsabile delle Risorse Umane. “Avendo 50 sedi, abbiamo pensato che potesse non essere facile convincere i dipendenti di ognuna di esse. Spesso, nei contesti lavorativi, avviene che ci siano ‘leader di opinione’ seguiti da molti colleghi, per cui era necessario che anche le sedi più periferiche comprendessero bene l’importanza del servizio che stavamo offrendo loro”.

 

Da qui un altro punto di forza fondamentale per il piano di welfare di Bofrost: la comunicazione. “Qualsiasi buona idea deve anche essere raccontata nel modo giusto”, osserva Arman. “Abbiamo quindi pensato a un piano di comunicazione ad hoc, che prevede video informativi da parte della dirigenza, incontri dedicati nelle diverse sedi locali, percorsi personalizzati per rendere partecipi tutti dipendenti di questa possibilità e guidarli nella scelta delle soluzioni più adatte alla loro situazione personale”.

 

“I dipendenti hanno compreso di avere tutto l’interesse ad aderire. D’altra parte, investimenti di welfare aziendale, anche consistenti, ma disallineati con le reali esigenze dei dipendenti costituiscono azioni puramente ‘ideologiche’, che non rispondono alle logiche di concretezza di Bofrost. Lo scopo, infatti, non è quello di sostituirsi alle carenze del welfare state, ma di aumentare il potere d’acquisto dei dipendenti, diminuendo i costi che gravano su di loro e sulle loro famiglie”.

 

Attualmente, “sono oltre 530 i dipendenti della società – circa un terzo di coloro che percepiscono premi di risultato – ad aver scelto di utilizzare il budget di welfare attraverso la piattaforma che è stata messa a loro disposizione dall’azienda”. A settembre 2019 si aprirà una nuova finestra che permetterà l’ingresso di nuove adesioni e Arman è ottimista sul fatto che “quasi tutti gli aventi diritto, pian piano, aderiranno”.

 

Risposta alle esigenze di tutta la popolazione

 

Infatti, l’azienda non cessa il lavoro di comunicazione interna, supportato dal passaparola di quanti già utilizzano la piattaforma, trovandone benefici concreti. Il portale consente l’accesso a tutte le misure definite dagli articoli 51 e 100 del Tuir: dalla previdenza complementare alla sanità integrativa, dai rimborsi per le spese scolastiche dei figli (sino all’università) a quelli per l’attività sportiva e il trasporto.

 

“Riusciamo a coprire le esigenze un po’ di tutti, indipendentemente dalla composizione del nucleo familiare. I dipendenti senza carichi di famiglia, anche se giovani, scelgono di destinare le somme previste dal piano di welfare alla mutua integrativa o alla previdenza complementare. Quelli con figli scelgono i rimborsi delle rette di frequenza o dei testi scolastici o universitari, ma anche voucher per la pratica sportiva o per i trasporti. I più (il 33%) optano per i buoni acquisto, perché, ormai, offriamo di tutto, dai voucher benzina a quelli sulla spesa alimentare, sui giocattoli, fino ai buoni Amazon, nei limiti consentiti dalla legge”.

 

A febbraio 2020 terminerà la possibilità di aderire: “Confidiamo in una massiccia adesione alla finestra che si aprirà a settembre 2019, subito prima della ripresa delle scuole: fino ad agosto continueremo a lavorare sull’informazione, il più possibile capillarmente. Dopo? Penseremo a qualcosa di nuovo, evolvendoci insieme con le esigenze del personale”.

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