In palestra a spese del calzaturificio Jumbo

In palestra a spese del calzaturificio Jumbo

Dopo il successo dei corsi di ginnastica posturale in fabbrica, la storica azienda veronese investe 70mila euro per attivare il nuovo servizio.

 

“Pianifichiamo di continuo la manutenzione per montacarichi, muletti, compressori. E quella alle braccia dei nostri dipendenti quando la facciamo? Sono loro che creano le scarpe”. Marina Danieli, HR Manager di Jumbo Spa – storico calzaturificio del Veronese – racconta di aver risposto così quando l’Amministratore Delegato domandò perché avrebbero dovuto promuovere un piano di welfare in azienda.

 

“È stato facile convincerlo ad accettare: per noi il benessere dei lavoratori è importante. Siamo una piccola impresa, con un centinaio di dipendenti, ma una grande famiglia”, continua la manager. Tuttowelfare.info l’ha intervistata per approfondire le novità introdotte in azienda da settembre 2019.

 

Lavorare in un calzaturificio significa ripetere gli stessi gesti per molte ore al giorno, cinque giorni a settimana. Il rischio, nel lungo periodo, è quello di assumere posture scorrette e affaticare l’apparato muscolo-scheletrico. “Per questo tre anni fa abbiamo iniziato a proporre ai nostri dipendenti corsi per imparare a mantenersi in forma al meglio”, riprende Danieli. All’inizio erano lezioni frontali, ma la teoria si è presto rivelata noiosa. Allora un massofisioterapista ha cominciato a collaborare con il calzaturificio: prima ha visitato lo stabilimento per osservare i lavoratori all’opera, poi ha suggerito a questi ultimi come modificare le abitudini e i gesti ‘sbagliati’ per la salute.

 

Dalla ginnastica posturale all’abbonamento in palestra

 

“Ai corsi gratuiti di ginnastica posturale attiva si poteva partecipare in pausa pranzo oppure nel weekend. È stato un successo, sia dal punto di vista fisico sia da quello umano. Il medico del lavoro ha riconosciuto che, dall’inizio dei corsi, il numero di farmaci assunti dai dipendenti è diminuito. E i lavoratori hanno conosciuto un diverso modo per relazionarsi fra loro”, commenta Danieli.

 

Così dal 2019 Jumbo ha deciso di potenziare il servizio, offrendo come welfare on top ai dipendenti un abbonamento open in una palestra vicina al centro di produzione, dove lavora lo specialista che da sempre promuove i corsi di ginnastica posturale. Chi vuole, può continuare a frequentarli. E l’abbonamento open permette di diversificare, partecipando anche a tutti gli altri corsi disponibili in palestra oppure frequentando la sala attrezzi.

 

L’abbonamento è gratuito: chi non lo attiva per sé, lo può regalare a un parente, così che il welfare non si perda, come purtroppo spesso accade. “Per ora posso dire che l’iniziativa è un successo: in un paio di settimane l’80% dei dipendenti ha già attivato il suo abbonamento. Qualche mamma non l’ha usato per sé, l’ha regalato al figlio o alla figlia. In questo modo risparmia su una spesa che aveva comunque previsto”.

 

La gestione oculata del budget

 

Danieli descrive un’azienda dove il turnover è poco – “I dipendenti si trovano bene che spesso propongono assunzioni anche di mogli, mariti, figli e nipoti”. Molto spesso chi entra nella famiglia Jumbo esce da pensionato. “Andare in palestra serve ai lavoratori senior per evitare gli acciacchi. Ma piace anche ai più giovani, per divertirsi e fare gruppo”.

 

L’attenzione al benessere non si ferma qui. “In un’impresa di famiglia contano anche le piccole cose, come far scoccare la pausa pranzo cinque minuti prima delle 12 anziché a mezzogiorno in punto, così c’è meno gente in strada e chi va a casa a mangiare non rischia di perdere tempo nel traffico”, prosegue la manager.

 

Quanto a budget, per regalare ai dipendenti l’abbonamento in palestra si sono spesi circa 700 euro per dipendente. “Ci è sembrato giusto premiare i nostri lavoratori per i risultati raggiunti nel 2018: è anche grazie a loro se abbiamo potuto ampliare la sede e incrementare la produzione”, riconosce Danieli. E poi precisa: “Ci piacerebbe poter ampliare il welfare, ma quest’iniziativa è già un passo importante. Vogliamo poter contare solo sulle nostre risorse. La nostra è una struttura sana, non in perdita. Dobbiamo essere capaci di garantire uno stipendio a tutti ogni mese, perché la prima forma di benessere è quello economico. Se ai dipendenti manca lo stipendio, chi ha voglia di andare in palestra?”. Quindi conclude: “Cerchiamo di agire in modo oculato. Offriamo qualcosa che crediamo di poter mantenere per i prossimi anni”.

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giulia.riva@este.it