Marchesini, più welfare… per tutti

Marchesini, più welfare… per tutti

Mensa take away per trovare la cena pronta. Armadietti intelligenti per il ritiro della posta in azienda. E screening gratuiti per prevenire il cancro. Così la storica industria di packaging farmaceutico emiliana pensa al benessere dei suoi dipendenti.

 

 

Happy wife, happy life”. Valentina Marchesini, HR Manager di Marchesini Group, tra i leader mondiali nella produzione di macchine per il packaging farmaceutico e cosmetico, riassume così l’approccio dell’azienda al welfare. “Se la moglie è felice, anche la vita lo è”, recita la massima anglosassone. Detto altrimenti: se i dipendenti sono soddisfatti, la produzione migliora.

 

“Siamo imprenditori, ciò significa che la nostra attività in primo luogo deve portare profitto, che non è affatto una brutta parola, quindi tutto quello che rientra nel welfare è un investimento sulle nostre risorse”, spiega il Direttore delle Risorse Umane.

 

Ci servono persone creative, ma se passi la giornata a correre dietro ai figli e alla spesa pensando che poi dovrai fare un salto in farmacia e in posta, di tempo per la creatività non te ne resta affatto”. Per questo il gruppo, fondato nel 1974 a Pianoro – nei dintorni di Bologna – investe sul welfare aziendale da diversi anni.

 

Gli oltre 1.700 dipendenti (difficile fornire una cifra esatta, dato che l’azienda che produce macchine per confezionare prodotti come blister e siringhe acquisisce di continuo nuove realtà), assunti per la maggior parte con il Contratto collettivo nazionale metalmeccanici, hanno a disposizione ogni anno 200 euro stanziati da Marchesini e altri previsti dal Ccnl (questa cifra è arrivata a 200 euro nel 2019, dopo i 150 del 2018 e i 100 del 2017). In totale, per il 2018 Marchesini ha destinato al welfare quasi 1,5 milioni di euro, il 3% in più dell’anno precedente.

 

Tutti i lavoratori hanno accesso alle stesse proposte di welfare e non esiste premio di risultato. Si può scegliere come utilizzare il proprio budget tramite la piattaforma EasyWelfare, dove vengono caricati sia i soldi stanziati da Marchesini che quelli previsti dal Ccnl. Se qualcuno non dichiara le proprie preferenze entro i tempi prestabiliti, la cifra a disposizione scade e non può essere erogata.

 

“Ma onde evitare questa circostanza c’è una figura all’interno dell’azienda che si preoccupa di telefonare personalmente a chi non ha ancora utilizzato il budget welfare, quando si avvicina la scadenza utile per farlo. Contattiamo anche i familiari dei dipendenti disabili per dare informazioni sulle opzioni disponibili, se serve. Non è da tutti”, riprende Marchesini. Anche per questo l’indice di adesione supera il 95%.

 

Facilitato l’accesso ai servizi

 

Per individuare i servizi da offrire ai dipendenti, si è puntato su time saving e collaborazione con le realtà locali. Oltre ai classici sconti e buoni acquisto per viaggi, abbonamenti in palestra o per i mezzi pubblici, le opzioni più gettonate sono proprio quelle che permettono di risparmiare tempo: la lavanderia aziendale e la possibilità di ricevere sul luogo di lavoro le medicine di cui si ha bisogno, per esempio. Anche quelle per cui serve la ricetta: basta anticipare una foto della stessa via WhatsApp, per poi consegnarla in originale al farmacista quando i medicinali vengono recapitati.

 

In quest’ottica è stata potenziata anche la possibilità di ricevere la posta privata in azienda: grazie a un accordo con Ricoh, che fornisce armadietti intelligenti a disposizione dei lavoratori, è possibile ricevere pacchi anche di grandi dimensioni in tutta sicurezza.

 

Gli Smart locker di Ricoh, infatti, sono dispositivi high-tech strutturati come punti self-service di ritiro delle merci, per non aumentare la mole di lavoro dei magazzinieri aziendali senza per questo rischiare che i pacchi rimangano incustoditi. Quando qualcosa viene depositato a suo nome, il dipendente riceve un avviso via mail con un codice univoco che sblocca l’armadietto interessato: così può ritirare in autonomia la sua posta in qualsiasi momento, senza temere che finisca nelle mani sbagliate.

 

“Il servizio più gettonato credo sia la possibilità di portare a casa la cena già pronta la sera, soprattutto quando lo chef prepara le lasagne. Si può acquistare tutto in monoporzioni sigillate, da mangiare subito oppure da congelare. Così si trasformano in pasti pronti quando i figli tornano a casa da scuola e sono soli”, commenta Marchesini.

 

Anche le offerte mirate alla salute – la possibilità di aderire a corsi di ginnastica posturale e di rivolgersi a un osteopata presente in azienda – riscuotono successo. Da qualche anno il gruppo collabora con Fondazione ANT per fornire screening gratuiti di vario tipo ai propri dipendenti e contribuire alla prevenzione dei tumori.

 

“Tra tutti gli screening che si possono effettuare in ambulatorio, ogni anno ne scegliamo uno e lo offriamo a chi lavora con noi”, riprende Marchesini. Nel 2018 più di 300 dipendenti hanno accolto di buon grado la proposta, e 27 di loro sono stati indirizzati a ulteriori approfondimenti diagnostici.

 

Non per nulla, l’azienda di Pianoro può vantare un turnover che sfiora lo zero: l’età media è 42 anni, la popolazione prevalentemente maschile. “Cerchiamo di attrarre più donne, nel settore. Ma soprattutto cerchiamo disperatamente nuove risorse. Nella nostra zona, visto il tipo di produzione, un ragazzo di 18-19 anni, neodiplomato perito tecnico, appena esce da scuola si trova almeno cinque offerte di lavoro da valutare”.

 

“C’è bisogno di periti meccanici, elettrici ed elettronici. Di laureati in Ingegneria Meccanica, elettrica e dell’automazione”, conclude Marchesini. Avremmo bisogno quasi del doppio delle nuove risorse disponibili. Non solo noi: anche le altre industrie del territorio. Il nostro piano di welfare, da questo punto di vista, diventa anche un ottimo biglietto da visita”.

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giulia.riva@este.it