Promuovere l’inclusione e valorizzare i talenti senza barriere

Promuovere l’inclusione e valorizzare i talenti senza barriere

Convinta che la produttività nasca da un ambiente di lavoro inclusivo, Randstad sostiene differenti stili di vita, dando risposte alle esigenze dei suoi dipendenti.

 

 

L’integrazione e il rispetto delle diversità sul posto di lavoro non sono soltanto una questione etica, ma contribuiscono anche a migliorare l’immagine di un’impresa, rendendola più attrattiva per i potenziali dipendenti.  In un ambiente dove tutti si sentono a proprio agio e liberi di esprimere la propria diversità, aumenta anche la produttività dei lavoratori, perché le persone sono sottoposte a minor stress e lavorano meglio, con effetti positivi sulle performance aziendali.

 

Randstad, operatore mondiale di servizi per le Risorse Umane, ha abbracciato da tempo questa filosofia e la considera uno dei suoi punti di forza. “L’inclusione delle differenze porta nuove idee perché consente di sfruttare punti di vista differenti. Un manager capace di valorizzare le diversità è un manager consapevole dei propri bias cognitivi, quei pregiudizi, spesso inconsci, che se svelati possono dare avvio a un profondo percorso di sviluppo verso una solida maturità manageriale”, spiega Valentina Sangiorgi, Chief HR Officer di Randstad Italia.

 

Questo percorso richiede figure manageriali capaci di aprirsi all’ascolto, di valorizzare ogni persona e di relazionarsi in modo autentico, consapevoli di essere all’interno di una cultura aziendale che fa dell’inclusione un valore.

 

Favorire in azienda l’adozione di politiche e misure volte a promuovere il rispetto e lintegrazione delle diversity, anche nel campo dell’orientamento sessuale e dell’identità di genere, è importante sia per i lavoratori che per i datori di lavoro, e richiede un impegno sempre crescente.

 

Gender gap e tutela dei diritti dei lavoratori LGBT

 

Il tema del Diversity Management, ossia di quell’insieme di pratiche e politiche volte a valorizzare la diversità – che sia di genere, di orientamento sessuale, di origini etniche, di cultura, di abilità fisiche – all’interno di un ambiente di lavoro, supportando differenti stili di vita e rispondendo alle loro differenti esigenze, sta diventando sempre più centrale per molte aziende. Randstad è da sempre in prima linea su questo fronte. Un manager su due è donna e già nel 2011 era stata la prima agenzia per il lavoro a ricevere la certificazione GEES (Gender Equality European Standard), uno standard europeo che attesta i risultati delle imprese in termini di pari opportunità offerte a uomini e donne.

 

Il gender gap non è l’unico tema su cui si sono focalizzate le politiche dell’azienda in materia di diversity.  “Da alcuni anni i dipendenti omosessuali che si sposano allestero godono del congedo matrimoniale e coloro che adottano un bambino possono beneficiare del congedo parentale e del contributo economico Baby Randstad, destinato al pagamento dell’asilo nido”, ricorda il Direttore HR.

 

Inoltre, dal 2016 l’azienda sostiene la Pride Week di Milano, prendendo posizione contro lo stigma e i pregiudizi sull’orientamento sessuale e la discriminazione in ogni ambito. Ancora oggi, infatti, molti lavoratori LGBT scelgono di non palesarsi nell’ambiente di lavoro per paura di incorrere in giudizi da parte di colleghi e responsabili. “Le aziende non sono solamente un luogo di lavoro, ma rappresentano un piccolo spaccato della società, dove ogni persona trascorre buona parte della giornata e porta con sé le proprie esperienze professionali e personali e la propria unicità. Valori come inclusione e rispetto delle diversità possono dunque essere più facilmente diffusi se coltivati quotidianamente in ambiente lavorativo”, sottolinea Sangiorgi.

 

Un network contro la violenza sulle donne

 

Randstad, di recente, è entrata a far parte del Progetto Libellula, realtà che raggruppa una rete di imprese impegnate a fronteggiare la violenza e la discriminazione sulle donne e promuovere la parità di genere sul posto di lavoro. Un impegno che l’azienda non esita a definire “più che mai necessario”, anche alla luce degli ultimi dati emersi dal rapporto sul gender gap del World Economic Forum, secondo il quale la strada per la piena uguaglianza tra uomo e donna in campo professionale sarebbe ancora lunga.

 

Nell’ambito di questo progetto, la società di servizi HR organizzerà degli incontri per sensibilizzare i propri dipendenti sul tema degli stereotipi di genere. “La scelta di aderire al Progetto Libellula ci permetterà, con continuità, di creare occasioni di comunicazione e formazione interna”, conclude Valentina Sangiorgi. Per Randstad sarà anche un’occasione per dialogare su questo tema con i propri clienti e, più in generale, con gli stakeholders, affinché la cultura della non violenza e del rispetto sia, sempre di più, “una questione che riguarda tutti”.

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