Studio Zanon campione del welfare

Studio Zanon campione del welfare

Lo Studio Zanon, che da più di 30 anni opera nell’ambito della consulenza legale e della consulenza del lavoro a Padova e provincia, è il campione del Welfare tra le PMI italiane, classificandosi al primo posto nel rating di Welfare Champion 2022 che ha visto coinvolte oltre 6.500 imprese.

 

A ricevere il premio per lo Studio è stato il suo fondatore, l’Avvocato Riccardo Zanon, uno dei docenti del nostro Corso per Welfare Manager. L’Avv. Zanon è considerato anche il padre della “welfare terapia”, un approccio che mira a risanare e far crescere le aziende a partire dal benessere sociale delle persone che vi lavorano, attraverso l’adozione di buone prassi, come la tutela ambientale o attività di prevenzione sanitaria. Nel particolare contesto di crisi energetica, per esempio, lo Studio Zanon deciso di prevedere una consulenza gratuita per i propri dipendenti con l’obiettivo di favorire un effettivo risparmio sui costi delle utenze domestiche. Il progetto di welfare include inoltre un intervento a sostegno delle attività di prevenzione e attività formative volte a una migliore consapevolezza delle buone pratiche sanitarie.

 

A incidere maggiormente sulla scelta di assegnare allo Studio Zanon il primo premio è stata la capacità di iniziativa dimostrata nel corso dell’ultimo anno, le capacità gestionali dei suoi amministratori, l’impegno economico-organizzativo e, soprattutto, il valore sociale di quanto realizzato, che genera benessere non solo per i componenti dello studio, ma di riflesso anche su coloro che li circondano.

 

Avv. Zanon, con questo riconoscimento avete raggiunto un importante traguardo. Cosa rappresenta per voi questo premio? Quali sono i prossimi obiettivi che vi prefiggete in ambito di welfare aziendale?
Il premio per noi è fonte di grande soddisfazione. In particolare quest’anno che è stata riconosciuta una idea, quella che riguarda la tutela del reddito dei nostri collaboratori nell’ambito delle utenze domestiche, mesi prima che il governo intervenisse con il Decreto Aiuti bis. Questo per noi significa che non solo promuoviamo il Welfare Aziendale, ma ci siamo addentrati al punto da poterne prevedere alcuni sviluppi o necessità.
Abbiamo un obiettivo che rappresenta un punto fermo da anni: promuovere la visione più corretta del Welfare Aziendale e sperimentare all’interno della nostra struttura ulteriori attività da poter poi proporre a chi si affida a noi.

 

Lei è il padre della “welfare terapia”: ci può spiegare meglio in cosa consiste? Com’è nata questa idea?
Welfare Terapia è una intuizione, nata nel 2020 durante la pandemia. Quando tutti avevano dubbi sul futuro del Welfare Aziendale, a causa del lungo periodo di chiusura che abbiamo vissuto, ho ragionato se questo strumento potesse essere così potente da aiutarci a tenere aperte le aziende, tutelare la salute delle persone e aiutarne la ripresa. Così è nata la riflessione che mi ha condotto a far nascere la Welfare Terapia, ovvero un metodo per usare il Welfare Aziendale come risposta a quei problemi o patologie che minano il buon andamento di una azienda. Andando quindi oltre anche allo stesso COVID.

 

Come si può aiutare un’impresa ad abbracciare una cultura di welfare aziendale e adottare gli strumenti giusti per metterla in pratica? La formazione può essere una leva per sensibilizzare le aziende sul tema?
Le aziende ancora non conoscono il Welfare Aziendale e in parte hanno delle obiezioni che fanno fatica a superare da sole. La prima è che ritengono che i propri dipendenti desiderino soltanto denaro. Questo rappresenta una obiezione facilmente aggirabile con le giuste argomentazioni e il giusto metodo di applicazione del Welfare in azienda. Spesso incontro aziende che hanno informazioni sbagliate o totalmente distorte a tal punto da bloccarle nell’utilizzarlo. E questo è davvero fonte di dispiacere per me. Per questo motivo ritengo che la formazione sia la prima leva necessaria ed importante per avvicinarsi al mondo del Welfare Aziendale. Dopo una buona formazione è necessario che l’azienda cerchi un aiuto anche solo per essere aiutata a maturare la propria idea di Welfare Aziendale, nella consapevolezza che si può partire anche da poco, l’importante è che sia frutto di un pensiero e di un ascolto in azienda.

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