We Care, il modello Enel di welfare

We Care, il modello Enel di welfare

L’azienda ha messo il benessere psicofisico dei dipendenti al centro delle sue politiche Hr, favorendo contemporaneamente una concezione della mobilità a basso impatto ambientale e la valorizzazione delle donne e della diversity in generale.

 

È stata inaugurata lo scorso giugno a Bologna la quarta delle We Care Room di Enel che fa seguito a quelle di Roma, Torino e Palermo. A seguito di una survey spedita direttamente ai colleghi delle sedi con l’obiettivo di ascoltare i loro bisogni e richieste, Enel ha istituito un vero e proprio spazio polifunzionale e multiservizi nel quale attivare iniziative importanti, dedicate al personale, per soddisfare le esigenze espresse e legate, quindi, al benessere psico fisico (come yoga, pilates, ginnastica posturale, seminari “Take Care” per promuovere la salute psicofisica) e a un migliore bilanciamento tra vita privata e lavorativa (come l’asilo nido per i figli dei dipendenti e il centro ludico aperto anche ai nipoti dei dipendenti di età compresa fra i 3 e i 13 anni, addestramenti sulle manovra salva vita come l’utilizzo del defibrillatore e il massaggio cardiaco e i seminari sulla genitorialità).
A tutto questo, in una struttura che l’azienda ha realizzato adottando soluzioni di «comfort, sostenibilità ed efficienza energetica». Come detto, è un’apertura nel segno della continuità: le We Care Room di Enel hanno debuttato lo scorso anno a Torino presentandosi ai circa 400 addetti del quartier generale di corso Regina Margherita. Nel capoluogo piemontese sono state offerte, una ludoteca «a misura di bambino» e prestazioni di lavanderia, stireria e calzoleria. E ancora, in linea con una più vasta e articolata visione del benessere, uno spogliatoio per quanti volessero affrontare in bicicletta o magari di corsa il tragitto fra abitazione e luogo di lavoro. Una differente concezione della mobilità è infatti un ulteriore tassello del mosaico. Tornando a Bologna, l’idea è mettere a disposizione della forza-lavoro una completa flotta di ecologiche due-ruote per pedalare dalla stazione ferroviaria all’ufficio. Infine, l’apertura della prossima We Care Room è prevista nella sede di Milano, entro fine anno.

 

Una risorsa chiamata donna

 

Come si è detto, buona parte del servizio Enel è indirizzato alle famiglie e quindi in primo luogo a fornire un adeguato supporto alle donne e mamme. Anche in questo caso, è la tappa di un preciso percorso di valorizzazione delle risorse in rosa. «La gestione delle diversità è un fattore di business», aveva detto la Responsabile People Development del Gruppo Iliana Totaro ai margini della prima edizione del festival Donne a Lavoro! di Roma. «Un altro punto fondamentale», aveva quindi osservato, «è la valorizzazione della maternità per far sì che questo periodo di astensione dal lavoro non diventi causa del rallentamento di una carriera, ma piuttosto una palestra per acquisire competenze necessarie alla leadership. Una donna che rientra al lavoro è una donna che ha acquistato capacità di ascoltare, gestire le complessità, trovare soluzioni». In gioco, quindi, c’è a tutti gli effetti una concezione radicalmente diversa della relazione fra l’uomo e l’impresa. All’interno di Enel essa fa leva su «un dialogo quotidiano con i colleghi, per capire quali siano le reali esigenze e aspettative e costruire insieme risposte di welfare innovative ed efficaci» come ha dichiarato Lea Tarchioni, Responsabile Risorse Umane e Organizzazione Italia del Gruppo. È su questo scenario che prendono le mosse sperimentazioni come quelle legate al concetto di smart working. Secondo i dati rilasciati dal relativo Osservatorio del Politecnico di Milano nel 2017 la percentuale di grandi aziende che si sono servite degli strumenti disposti dalla Legge 81 è cresciuta di sei punti, a quota 36%. Enel ha creduto sin da subito nell’importanza dello smart working e già nel 2016 ha avviato un progetto pilota che ha riguardato circa 500 dipendenti. L’esito positivo della sperimentazione ha contribuito in seguito alla decisione di coinvolgere nel 2017 circa 8 mila dipendenti ai quali nel corso di quest’anno se ne aggiungeranno altri 2 mila.

 

Divisione benessere

 

In seno a Enel, con totale visibilità sui progetti di welfare è attiva People Care and Diversity Management Italia. L’organizzazione, lungi dall’occuparsi esclusivamente di quella gestione delle diversità che il 78% degli intervistati da Linkedin per il suo Global Recruiting Trends è fonte di valore aggiunto per la cultura aziendale, opera da catalizzatore di progetti. «Pensiamo a People Care come a una cassetta degli attrezzi» è la descrizione che il web societario dà del servizio, che non a caso sovrintende tanto alla consulenza sugli stili di vita e al supporto alle famiglie quanto a temi come il mobility management.
Completano il quadro i pacchetti di assistenza sanitaria integrativa approntati in accordo con Fisde (è il Fondo integrativo sanitario per i dipendenti Enel); e la previdenza del Fondo pensione Fopen. Nonché e non meno importanti le attività per il tempo libero messe a punto con Arca. Se numerose sono le direttrici d’azione, unico è lo scopo. Migliorare costantemente le condizioni di lavoro significa «accrescere il complessivo benessere delle persone» e garantisce «ritorni positivi anche in termini economici all’azienda». A dirlo, la responsabile People Care and Diversity Management Italia di Enel Raffaella Poggi d’Angelo all’apertura della We Care Room di Torino.

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