Beatrice, un ponte tra territorio e Pmi

Beatrice, un ponte tra territorio e Pmi

Un’ originale forma di alleanza fra associazionismo, settore pubblico e impresa privata è alla base di un progetto in progress che sarà a regime il prossimo anno. Obiettivo: creare sinergie virtuose fra l’industria e l’offerta di servizi da parte delle comunità locali.

 

La sensibilità delle piccole e medie imprese nei confronti dei servizi di welfare a beneficio degli addetti sembra essere in netta e costante crescita. Basti pensare a quanto emerso dall’iniziativa Welfare Index Pmi promossa da Generali Italia con Confindustria, Confartigianato, Confagricoltura e Confprofessioni. Nel 2017 solo 22 delle circa 4.000 aziende coinvolte avevano raggiunto il punteggio massimo del Rating Welfare Index Pmi (5W) a testimonianza di un’offerta ben orchestrata e illustrata in modo chiaro e dettagliato. Più ancora degli esiti del rilevamento in sé e per sé, è interessante il commento a margine del presidente della Piccola Industria di Confindustria Carlo Robiglio. Questi ha infatti posto in evidenza come uno sviluppo «sostenibile e non episodico» delle Pmi passi «anche dalla consapevolezza del loro ruolo sociale di attori essenziali per il territorio in cui sono inserite». Proprio dalla presa di coscienza del valore aggiunto che una forte interazione con il territorio può garantire ai piani per il benessere della forza lavoro ha preso vita e forma Welfare Beatrice, piattaforma sorta in seno all’Ambito dei comuni bergamaschi della Valle Seriana. Presentata ufficialmente fra il febbraio e il maggio di quest’anno, ma pronta a entrare a regime solo dal 2019, interessa 42 località – per 145 mila abitanti in totale – e società dalla vocazione diversa quali Acerbis, Sitip, P.Plast, Modulor, Gruppo Radici e Persico. «Da tempo», ha detto a TuttoWelfare.info il capo progetto Antonio Costantini, responsabile dell’Ambito territoriale della Valle Seriana, «ci si interrogava su quali interessi comuni e strumenti di aggregazione mirati ci avrebbero permesso di estendere la rete pubblico-privata delle politiche sociali anche al dialogo con le imprese profit della zona. L’istituto del welfare aziendale ci ha attratti sin da subito. Nella fattispecie si è però presentata sin da subito la necessità di corredarlo con sistemi di catalizzazione delle progettualità che dessero alle aziende un’utilità reale, visibile».

 

Oltre la declinazione classica

 

La riflessione ha partorito «una piattaforma multi-azienda funzionale» grazie alla quale l’incontro fra i servizi del territorio e i bisogni dei dipendenti potesse aver luogo in maniera più semplice ed efficace, superando alcuni paradigmi consolidati. «Beatrice», ha proseguito Costantini, «si presenta diversa sia dai modelli classici della proposta di welfare interna alle singole realtà produttive; sia dai portali che integrano la proposta in una logica commerciale». Si tratta quindi più propriamente di «un sistema di rete» che ruota attorno a una soluzione software realizzata dall’Ambito dei comuni e aperta all’adesione – prossimamente in cambio di una modesta quota – delle attività imprenditoriali dell’area. «Ognuna», ha spiegato Costantini, «ha un suo spazio per profilare i dipendenti che previa autenticazione possono accedere al rispettivo portafogli, ovvero il premio. Qui può decidere se mettere a rimborso le spese per la persona o quelle mediche; se in alternativa acquistare voucher per beni e servizi». Protagonisti del pacchetto sono state inizialmente le prestazioni di assistenza erogate da enti pubblici, cooperative o fondazioni dell’Ambito. In seguito si è passati alle attività ricreative e ai consumi, ma chiaramente ogni azienda può personalizzare il portfolio in base alle richieste. Costantini è convinto che dalle sette Pmi che oggi partecipano a Beatrice si possa arrivare a un raggruppamento più ampio «con un coinvolgimento reticolare» del mondo del business. Alle new entry è però richiesta esplicitamente anche la collaborazione con i lavori del gruppo di coordinamento profit. Quest’ultimo dà vita alla «cabina di regia» del progetto insieme al raggruppamento dell’offerta sociale territoriale arricchita poi dall’interazione coi sindacati.

 

Benefici anche per le politiche sociali

 

Vantaggi a cascata sono d’altra parte attesi per tutti gli attori in gioco. «Le politiche sociali», ha osservato Costantini, «godranno dell’immissione di risorse economiche private a primario beneficio delle famiglie. E riusciranno a delineare meglio un bouquet di servizi flessibili alla luce di una conoscenza più approfondita delle esigenze delle aziende e dei loro collaboratori. Allo stesso tempo, i panorami del privato e del profit potranno conoscere in maggior dettaglio il complesso dei servizi sociali e sociosanitari resi disponibili dagli operatori dell’Ambito». Attorno a un tavolo di lavoro congiunto il settore pubblico e quello privato possono confrontarsi sulle ulteriori azioni da mettere in campo e co-progettare strumenti di welfare inediti. Ne guadagna, come anticipato, un intero territorio, valorizzato «dal rapporto di fiducia, interscambio, di cooperazione sulla base dei bisogni e di ottimizzazione del dialogo pubblico-privato». Welfare Beatrice si presenta così come «un prezioso volano per tutto l’Ambito. Incentiva la spesa dei benefici sul territorio e supporta la conoscenza degli erogatori e fra gli erogatori locali di servizi, sollecitando le attività a promuoversi e crescere».

 

Le aziende apprezzano

 

L’entusiasmo di Costantini è d’altra parte condiviso dagli esponenti del manifatturiero orobico come Acerbis, storico marchio di accessori e abbigliamento per il motociclismo con quartier generale ad Albino. «Beatrice», ha sottolineato la responsabile per le risorse umane Rossana Benedetti, «si aggiunge alle molte iniziative di benessere e conciliazione dei tempi di vita di collaboratori e collaboratrici nel corso degli anni. Ha avuto perciò un’accoglienza decisamente positiva, benché il portale sarà effettivamente fruibile solo dal prossimo anno». Se però il brand – che celebra nel 2018 il suo 45esimo anniversario – ha sposato Beatrice con tanta convinzione, è da un lato per la sua marcata connotazione territoriale, dall’altro per la sua sovrapponibilità totale ai valori societari. «Integrità, responsabilità, semplicità, evoluzione e squadra sono nati con Acerbis», ha detto Benedetti, «e sono stati ribaditi agli addetti nel corso del 2017. Il progetto offre un supporto ai lavoratori ma anche all’ecosistema socioeconomico nel quale sono inseriti; e dà ai lavoratori prossimità nell’accesso ai servizi». Per questi motivi Acerbis identifica la sua adesione come «un ritorno ai valori che contano» e nutre per l’avvenire aspettative enormi: «Il plus di Beatrice sta nel suo non essere un portale ma un progetto di welfare aziendale e territoriale partecipato da 42 comuni delle valli Seriana e di Scalve», ha concluso Rossana Benedetti, «e il suo essere rivolto alle aziende del territorio e strutturato sui servizi territoriali alla persona lo rende unico. Sceglierlo significa aderire a una idea di territorio e rimarcare la filosofia con cui ci concepiamo nel nostro territorio».

 

 

 

 

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