Cure mediche, un privilegio per pochi

Cure mediche, un privilegio per pochi

In aumento la povertà sanitaria. Sempre più persone rinunciano alle cure mediche. Più colpite le famiglie con figli a carico. Ecco perché le aziende con i loro piani di benessere possono colmare il gap.

 

 

Aumenta la povertà sanitaria in Italia. A confermarlo il 7° Rapporto sulla Povertà Sanitaria curato da Fondazione Banco Farmaceutico e da BFResearch, con il contributo dell’azienda farmaceutica Ibsa, dal titolo Donare per curare: povertà sanitaria e donazione farmaci.

 

I dati, raccolti dall’organo di ricerca di Banco Farmaceutico, l’Osservatorio sulla Povertà Sanitaria, sono stati presentati a Milano il 4 dicembre 2019 presso il Centro Congressi di Confcommercio e hanno fatto emergere come nel 2019 la richiesta di medicinali degli enti assistenziali abbia raggiunto un picco di richieste di oltre 1 milione di confezioni, con una crescita del 4,8% rispetto al 2018.

 

Prosegue il trend negativo, dunque, che ha visto negli ultimi sette anni, dal 2013, allargarsi il bisogno di farmaci del 28%. Tra i più richiesti quelli per il sistema nervoso (18,6%), per il tratto alimentare e metabolico (15,2%) e per l’apparato respiratorio (10,4%). Ma la necessità si estende anche ad altri prodotti quali integratori alimentari e presidi medici.

 

Emerge, inoltre, un altro dato significativo: sono circa 12,7 milioni le persone che nel corso dell’anno hanno scelto almeno una volta di non fare una visita di controllo di routine o una visita medica per ragioni economiche. La tendenza, dunque, non colpisce solo i cittadini indigenti. Ecco perché assumono sempre più importanza i piani di welfare messi a disposizione dalle aziende per sostenere le proprie persone e le loro famiglie anche su questi temi.

 

Si cura di più perché si previene meno

 

Questi problemi colpiscono soprattutto le fasce più deboli della popolazione, quelle che superano la soglia di povertà che, secondo i dati dell’Istat (aggiornati al 2018), riguarda 1,8 milioni di famiglie italiane, con un reddito in media di 657,05 euro per una famiglia di un solo componente, 1.095,09 per due componenti, 1.456,47 euro per tre componenti, fino ai 2.628,22 euro per sette componenti o più.

 

Sono 473mila le persone non possono curarsi e acquistare medicinali. Ammesso che in media la spesa in cure mediche di un cittadino è di 816 euro all’anno e che scende a 128 euro nel caso di un indigente, va segnalato che la percentuale che impatta sui costi di una famiglia povera è più alta di quelle delle famiglie benestanti.

 

A fronte della spesa sanitaria del 42%, i nuclei familiari meno abbienti destinano una quota del 62,5% del proprio budget per i farmaci non coperti dal Servizio sanitario nazionale. E la ragione principale è dovuta al fatto che non sono in grado di investire nella prevenzione.

 

Lo dimostrano le rilevazioni sulla quota di spesa tra i poveri e resto della popolazione: per l’acquisto di articoli sanitari la spesa è di 0,79 euro al mese contro i 4,42 euro; per le attrezzature terapeutiche 1,30 euro contro i 12,32 euro: per servizi medico ospedalieri 4,61 euro contro i 19,10 euro; per i servizi paramedici, 1,31 euro contro 9,35 euro.

 

Particolarmente indicativo il dato che riguarda la spesa delle famiglie povere per il dentista. A fronte della media di 31,16 euro al mese, per i cittadini più poveri l’investimento in cure odontoiatriche precipita a 2,19 euro. Anche per questo la cattiva condizione del cavo orale diventa uno dei parametri che indica la povertà.

 

Più penalizzate le famiglie con figli

 

A essere penalizzate sono in particolare le famiglie con figli minori a carico: sono questi i soggetti che hanno le maggiori difficoltà di accesso alle cure mediche. Avere figli, infatti, ha un impatto sui costi maggiore sia per le famiglie indigenti sia per quelle benestanti. Nel 2019 il totale delle famiglie con figli (povere e non povere) che ha scelto di limitare spese mediche se non addirittura rinunciare alle cure è il 22,9%, mentre è il 19,2% per le famiglie senza figli.

 

Lo conferma Sergio Daniotti, Presidente di Fondazione Banco Farmaceutico onlus: “In Italia, le famiglie con minori (sia quelle povere sia quelle non povere) sono penalizzate rispetto all’accesso alle cure e, per ragioni economiche, sono costrette a perseguire strategie di rinuncia o di rinvio delle cure in misura superiore alle altre”.

 

L’auspicio è che si possa sensibilizzare su questa problematica: “Speriamo che il 7° Rapporto sulla Povertà Sanitaria possa contribuire alla presa di coscienza, anzitutto da parte delle istituzioni e dell’opinione pubblica, di tale preoccupante situazione e del fatto che senza migliaia di enti e associazioni che, in tutta Italia, offrono assistenza socio-sanitaria gratuita agli indigenti, il quadro sarebbe ancora più drammatico”, spiega il Presidente.

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