La tecnologia come fonte di bene comune

La tecnologia come fonte di bene comune

Come il software open source, gli obiettivi condivisi e la collaborazione intersettoriale offrono un nuovo modello di CSR basato sull’innovazione sociale

 

In questo periodo dell’anno, la comunità tecnologica rende omaggio ad Ada Lovelace, icona femminile e prima programmatrice donna al mondo. Le farebbe piacere sapere che, a distanza di secoli, le donne seguono ancora le sue orme, mobilitando le comunità per sviluppare un software che abbia un impatto sociale.

 

Qualche anno fa mi è venuto in mente che, se le grandi imprese possono adottare soluzioni agili che permettono loro di rispondere a condizioni mutevoli, perché le organizzazioni non profit non dovrebbero essere in grado di fare lo stesso? Mi sono chiesta: cosa impedisce alle imprese digitalmente esperte di collaborare con le organizzazioni non profit per sostenerle nel loro percorso digitale?

 

Le soluzioni aziendali sono sempre più basate sul codice open source, una risorsa condivisa e liberamente disponibile che fornisce l’accesso a innumerevoli progetti, tutti sostenuti da comunità digitali disposte a dare una mano.

 

Sono appassionata di innovazione sociale e di come essa possa fornire una nuova visione strategica per aiutare le organizzazioni non profit ad adattarsi rapidamente e innovare in modo più efficace. Così, ho deciso di perseguire le mie passioni e di sviluppare un programma che permetta alle organizzazioni non profit di trarre pieno vantaggio da ciò che l’open source ha da offrire.

 

Rendere le organizzazioni non profit digitalmente capaci

 

Le organizzazioni non profit non hanno i fondi per investire in software, cloud e infrastrutture IT, ma dipendono da donazioni e sponsorizzazioni. Il modello di innovazione sociale offre a imprese e organizzazioni non profit un nuovo modo di interagire.

 

A oggi, il programma ha aiutato l’Unicef a sviluppare una soluzione che aggrega dati e informazioni critiche per mettere in atto piani di risposta alle emergenze nei paesi in via di sviluppo. Progetti sviluppati specificamente per le aree in cui i bambini in età scolare potrebbero essere colpiti da disastri naturali, malattie o mancanza di connettività. Ha inoltre fornito a Greenpeace l’aiuto e l’esperienza necessari per sviluppare una piattaforma di impegno di prossima generazione per consentire ai sostenitori di agire e lavorare insieme su iniziative ecologiche.

 

La collaborazione porta all’innovazione

 

Tuttavia, non si tratta solo di progetti a sé stanti. Il programma è radicato nella creazione di collegamenti e di partenariati e nel dotare le organizzazioni non profit degli strumenti giusti e delle competenze open source che le sosterranno per molti anni a venire.

 

Il programma è stato istituito per creare un modello di comunità che permetta di collaborare su piattaforme aperte e condivise, anche grazie al supporto di imprese disposte a investire tempo e risorse in progetti open source. Molto si potrebbe ottenere con una maggiore apertura e collaborazione intersettoriale. Sarebbe possibile affrontare alcune delle questioni più urgenti del mondo, come la povertà, l’istruzione, la conservazione e le malattie.

 

Per esempio, durante la prima ondata della pandemia di Covid-19 ci sono stati molti esempi di organizzazioni che hanno sviluppato soluzioni mediche simili in modo indipendente quando avrebbero potuto collaborare in modo più efficace e più rapido attraverso piattaforme condivise. La collaborazione è essenziale per affrontare e superare le questioni globali. Il programma è stato attivamente coinvolto nel mettere in contatto le organizzazioni sanitarie con progetti open source focalizzati sulla ricerca di contatti, cartelle cliniche elettroniche e soluzioni interoperabili che forniscono dati clinici in tempo reale. Si può ottenere molto quando le aziende, le organizzazioni e le comunità sono disposte a mettere in comune le loro conoscenze e risorse.

 

Dalla tecnologia al sostegno della comunità

 

Il programma per l’innovazione sociale fornisce un nuovo modello per la Corporate social responsibility. Un modello in cui le aziende tecnologiche possono sfruttare le loro capacità per aiutare a sostenere le comunità da cui dipendono. Esso consente alle imprese di avere un impatto più diretto sui programmi socialmente responsabili, mettendo l’innovazione al servizio del bene comune.

 

La natura aperta e la cultura di Red Hat hanno fornito il quadro di riferimento per sviluppare il programma. È un ambiente open, inclusivo e collaborativo che fornisce lo spazio e l’opportunità per avere successo, indipendentemente dal genere o dal background di ciascuno, una cultura in cui credo Ada Lovelace avrebbe prosperato. Spero che le faccia piacere vedere che le donne possono fare la differenza.

 

Mi è stata data una piattaforma per sviluppare l’iniziativa di innovazione sociale. Ho indicato la strada e ribadito il concetto fino a quando non è diventato realtà. Da allora si sono fatti avanti volontari, di ogni livello dell’organizzazione, di ogni dipartimento e regione, per offrire il loro sostegno e partecipare a progetti vincenti.

 

*Alexandra Machado è Responsabile del programma di innovazione sociale di Red Hat

 

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alexandra.machado@este.it