Diminuiscono le donazioni, aumentano i testamenti solidali

Diminuiscono le donazioni, aumentano i testamenti solidali

Gli Italiani sono meno generosi in vita rispetto al passato. Lo dice l’ultima indagine sinottica di Gfk Italia, secondo la quale 1,3 milioni di persone hanno già optato per un testamento solidale. Il 15%  in più rispetto al 2016. E il terzo settore è il maggior beneficiario.

 

Diminuiscono le donazioni, ma aumentano i testamenti solidali. È la doppia faccia della generosità degli italiani, meno propensi a donare quando sono ancora in vita rispetto al passato. A confermarlo sono i numeri: secondo l’ultima indagine sinottica di Gfk Italia, 1,3 milioni di persone hanno già optato per un lascito solidale. Si tratta del 5% del totale della popolazione over 50, il 15% in più rispetto al 2016. A questi cittadini va sommato un altro 8% che si dice disponibile a prendere in considerazione questa opportunità.
La crescita è esponenziale se si pensa che solo cinque anni fa, nel 2013, la percentuale era ferma al 2%. Al contrario negli ultimi dieci anni si sono contratte le donazioni: la percentuale della popolazione che negli ultimi 12 mesi ha fatto questa scelta è crollata al 18%, contro il 30 registrato nel 2007. «I testamenti solidali costituiscono un atto di liberalità postumo con il quale il singolo può destinare, attraverso un lascito, tutto o parte del proprio patrimonio in favore di soggetti come associazioni, organizzazioni non governative, fondazioni o enti che si occupano di cause sociali, scientifiche e umanitarie», spiega Federico Canazza, Avvocato del Foro di Torino. «Una decisione di questo tipo può essere dettata dall’assenza di eredi, così come dalla volontà di dare continuità a scelte o interessi che hanno caratterizzato la propria vita». Una scelta che sta contagiando sempre più italiani.

 

Le agevolazioni fiscali aiutano la filantropia verso enti no profit

 

«In realtà lo spirito sotteso alla redazione di un testamento solidale non è del tutto nuovo: in passato la filantropia era fortemente legata al mondo religioso, ma caratteristiche come generosità e altruismo non sono figlie di certi tempi, luoghi o situazioni socio-economiche», prosegue l’esperto. «Oggi, forse grazie allo sviluppo dei mezzi di comunicazione, l’inclinazione a operare scelte volte ad aiutare in vario modo il prossimo trova maggiori possibilità di estrinsecazione». Naturalmente esistono anche dei vantaggi di natura fiscale. «I lasciti in favore di enti no profit sono esenti dalle imposte di successione e donazioni, purché i beni vengano utilizzati in attuazione degli scopi istituzionali dell’ente», conferma Canazza. «Esiste una sorta di relazione di proporzionalità tra numero dei lasciti solidali e livello di tassazione delle successioni: è plausibile che aumentando le tasse di successione aumenti la predisposizione a considerare l’ipotesi di riservare parte del proprio patrimonio a soggetti che si occupano di cause sociali, scientifiche e umanitarie».

 

62mila famiglie potenzialmente generose entro il 2020

 

Ecco perché i margini di crescita di questa scelta sono abbastanza ampi. A confermare la tendenza anche un recente approfondimento dell’Osservatorio della Fondazione Cariplo, il numero di famiglie italiane i cui patrimoni potranno essere potenzialmente disponibili in favore del terzo settore potrà superare quota 62mila nel 2020 e quasi 424mila del 2030. «Quanto alla compilazione di questo testamento, è necessario che il documento riporti in maniera chiara e inequivoca il beneficiario della disposizione e che sia redatto conformemente alle forme tipiche richieste dalla legge», spiega l’esperto. Rispettando anche le quote che la legge riserva agli eredi legittimari. «Si tratta del coniuge, dei discendenti legittimi e naturali e degli ascendenti legittimi», conclude il legale. «Di queste quote il testatore non può disporre».

 

E il terzo settore ne beneficia

 

E le realtà che oggi possono beneficiare di questi lasciti all’interno di un comparto in crescita come quello del Terzo settore certo non mancano. Per tutte loro questi lasciti possono fare la differenza. «Il loro impatto sulla vita delle persone che assistiamo è straordinario», sottolinea Annalaura Anselmi, direttore della raccolta fondi di Medici senza Frontiere. «Ogni giorno le cifre ricevute dai testamenti solidali ci permettono di portare il nostro aiuto medico-umanitario dove c’è più bisogno, che si tratti di una guerra, di un disastro naturale, o di assistere persone escluse dall’accesso alle cure mediche. Siamo un’organizzazione indipendente e siamo particolarmente grati a chi sceglie di sostenerci in uno dei momenti più delicati della propria vita». Solo un esempio naturalmente.  In un lascito di questo tipo si può destinare una parte o l’intero proprio patrimonio a disposizione. Quanto alla tipologia di beni, si possono donare beni immobili come appartamenti, terreni e fabbricati. Ma anche beni mobili come una somma di denaro, titoli, buoni postali, fondi di investimento, il proprio Tfr, opere d’arte, gioielli o polizze assicurative. In cambio di tanta generosità si ha la certezza di aver contribuito al bene di altre persone.

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