Fringe benefit: la soglia sale a 3000 euro per chi ha figli
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Fringe benefit: la soglia sale a 3000 euro per chi ha figli

Con il decreto lavoro il governo ha alzato, per il 2023, ha 3000 euro la soglia dei fringe benefit, ma solo per chi ha figli

 

Dopo le numerose modifiche degli ultimi anni è cambiato, nuovamente, il limite per i fringe benefit, i bonus esentasse che le aziende, all’interno dei loro piani di welfare aziendale, possono erogare ai loro dipendenti. Attraverso i fringe benefit è possibile pagare servizi di varia natura (bollette, assistenza sanitaria, benzina, buoni spesa ecc). Dopo l’annuncio al question time alla camera dello scorso giovedì, da parte del Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti che proclamava l’intenzione  dell’esecutivo, di inserire nel decreto lavoro che  il raddoppio nel limite erogabile dei fringe benefit, da 258 a 516 euro, solo per i lavoratori con figli, il decreto finale ha cambiato ulteriormente le carte in tavola, riportando il limite a 3000, proprio come nel 2022. A differenza dello scorso anno, però, il limite è stato aumentato non a tutti i lavoratori, ma solamente a quelli con figli, una misura pensata quindi come supporto alla famiglia.

 

Novità importanti anche sull’ulteriore taglio del cuneo fiscale per i lavoratori dipendenti con stipendio lordo inferiore ai 35.000, che andrà a sommarsi al precedente taglio del 2% stabilito dal governo Draghi nel 2022. Fino a poche ore dall’approvazione del decreto si era sempre parlato di un taglio del cuneo, per chi percepisce uno stipendio inferiore ai 25.000 euro, del 3%, arrivando così a un 5% complessivo, mentre per chi guadagna tra i 25.000 e i 35.000 euro si parlava di un taglio del 2%.

 

Una misura che avrebbe dovuto portare a un aumento del netto in busta paga compreso tra i 10 e i 16 euro netti al mese a seconda del reddito percepito. L’esecutivo, invece, ha deciso di intervenire in maniera più decisa, portando la decontribuzione dal 3% al 7% per i redditi fino a 25mila euro e dal 2% al 6% per i redditi compresi tra i 25 e i 35mila euro. Il taglio sarà attivo tra luglio e dicembre 2023, un costo per le casse dello stato di circa 4 miliardi di euro e dovrebbe comportare un aumento degli stipendi compreso tra i 45 e i 100 euro netti in busta paga, a seconda del reddito complessivo. Per rifinanziare, nel 2024, entrambe le misure, il governo dovrà trovare circa 10 miliardi di euro.

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