Il raddoppio dei fringe benefit del welfare serve per la vera ripartenza

Il raddoppio dei fringe benefit del welfare serve per la vera ripartenza

Il nuovo decreto Sostegni ha riportato l’incremento dei fringe benefit aziendali da 258,23 euro a 516,46 euro per tutto il 2021. Riccardo Zanon spiega i benefici di aver reinserito questa misura 

 

A volte ritornano”, scriverebbe Stephen King. Personalmente utilizzo questa espressione quando il Legislatore, timoroso di creare agevolazioni fiscali a favore dei propri cittadini, si limita a creare soluzioni temporanee che vengono riproposte nel tempo. Come se fosse certo del benefico effetto sul Prodotto interno lordo nazionale, ma sia convinto che senza provvisorietà non ci sia un effettivo aiuto per l’economia. A noi comuni professionisti il compito di ‘raccogliere’ quel poco che ci viene fornito e di concretizzarne l’effetto. E allo stesso tempo spiegare il perché una certa misura sia soltanto temporanea.

 

Su quest’ultimo aspetto sorgono le difficoltà, risolvibili soltanto da chi possiede facoltà divinatorie di classica memoria. L’esempio più recente riguarda il nuovo decreto Sostegni, che ha riportato l’incremento dei fringe benefit aziendali da 258,23 euro a 516,46 euro per tutto il 2021. Una misura che era già stata attuata nel 2020 dall’articolo 112 del decreto Agosto. Giusto per chiarire per chi fosse digiuno della materia: per fringe benefit si intendono comunemente i buoni spesa – alimentari e non – e i buoni carburante che rientrano nel più ampio welfare aziendale. Sono lo strumento apparentemente più vicino al denaro contante. E sono utili per creare una cultura aziendale di welfare.

 

I fringe benefit agevolano la conoscenza del welfare

 

Il welfare aziendale prevede che aziende e lavoratori conoscano e soprattutto utilizzino le soluzioni a disposizione. Le imprese devono essere informate della validità dello strumento, mentre le persone devono comprendere l’opportunità offerte; se il welfare non è utilizzato in modo corretto (o non è utilizzato per nulla), allora il piano di welfare evidenzia qualche carenza. Su questo fronte, i fringe benefit sono utili per abbattere la diffidenza da parte di alcuni lavoratori nei confronti del welfare aziendale e per diffondere la conoscenza di pacchetti più ‘sofisticati’ (e più in linea con i reali obietti del welfare). A differenza di altre soluzioni, infatti, in questo caso le persone hanno a disposizione strumenti concreti per acquistare beni o servizi.

 

La questione della conoscenza del welfare da parte dei lavoratori – nonostante la ‘rivoluzione’ del settore sia data 2016, a seguito della legge di Bilancio 2015 – non è ancora del tutto risolta, anche se il trend è in rapida evoluzione. Per esempio, il Quarto Rapporto Censis Eudaimon rivela che nel 2020 – anno tristemente segnato dall’inizio della pandemia di Covid-19 – la conoscenza del welfare aziendale tra i lavoratori è aumentata, proprio in coincidenza con il raddoppio del limite dell’esenzione fiscale per i fringe benefit, servizi e le prestazioni previsti dall’articolo 51 comma 3 del Tuir. Inoltre, il particolare momento storico caratterizzato dall’emergenza sanitaria ha consentito al welfare di avere nuovo interesse, tanto che lo stesso rapporto indica che l’87,2% delle aziende intervistate lo ritiene utile per la ripartenza post Covid. Affronto proprio questo argomento anche nel mio libro Welfare Terapia.

 

Il prolungamento del raddoppio dei fringe benefit è stato apprezzato in particolare dai provider di welfare aziendale: un aspetto che mi è stato confermato dalle mie fonti con cui mi confronto e che mi hanno spiegato come questa iniziativa ha consentito loro di affrontare la seconda parte del 2020 con più facilità rispetto ai primi mesi difficili dello stesso anno. I provider, per la verità, speravano che la conferma della decisione del decreto Agosto fosse inserita nella legge di Bilancio 2021, ma le loro attese sono state deluse.

 

Quindi che cosa significa aver inserito la misura nel decreto Sostegni? Vuol dire recuperare il ragionamento di un filo comunicativo di fiducia quando si va all’interno delle aziende. E la possibilità di poter davvero rendere il welfare aziendale lo strumento per la ripartenza delle nostre aziende, sostenendo allo stesso tempo famiglie e imprese.

 

Riccardo Zanon è avvocato e titolare dello Studio Zanon, specializzato in consulenza del lavoro. Offre risposte e consigli in merito a Diritto del Lavoro, Risorse Umane e Welfare Aziendale. Il suo ultimo libro si intitola: Welfare Terapia – Rilanciare le aziende e prendersi cura dei collaboratori nell’era Covid-19 (Tuttowelfare, 2020).

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riccardo.zanon@tw.it