Il contributo dei fondi pensione al tasso di sostituzione

Il contributo dei fondi pensione al tasso di sostituzione

Anche il sistema previdenziale è stato fortemente colpito dagli effetti della crisi. Tuttowelfare.info propone alcuni approfondimenti sul tema, al fine di fare chiarezza su un ambito spesso (a torto) poco approfondito -> seconda puntata

 

Dopo aver analizzato gli effetti della pandemia sul sistema pensionistico obbligatorio, in questa seconda puntata si analizza la situazione nell’ambito della previdenza complementare a seguito dell’emergenza sanitaria (ed economica). In questo caso va evidenziato in primo luogo come anche per effetto del Pil negativo la adesione ai fondi pensione diviene sempre più scelta necessaria anche se dal punto di vista strettamente giuridica volontaria.

 

Combinare in maniera sinergica previdenza obbligatoria (Inps per i lavoratori dipendenti del settore privato e pubblico, Casse di previdenza per i liberi professionisti) e previdenza complementare consente di costruire un tenore di vita in età pensionabile adeguato anche a fronte di regole di calcolo meno generose per le pensioni pubbliche, con una più efficace  diversificazione del rischio.

 

Procedendo con stime numeriche, la Ragioneria Generale ha sottolineato come la iscrizione a un fondo pensione consente modificare l’andamento futuro dei tassi di sostituzione. Nel 2070, è la proiezione, il tasso di sostituzione lordo passerà dal 60,7% al 68% per i dipendenti privati, e dal 49,1% al 57,2% per gli autonomi, con un incremento rispettivamente di 7,3 punti percentuali e di 8,1 punti percentuali. Confrontando i valori del 2010 e del 2070 si evidenzia un decremento di 5,7 punti percentuali, per i dipendenti privati e di 15,1 punti percentuali, per gli autonomi. Con la sola previdenza obbligatoria, le riduzioni sarebbero state, rispettivamente, di 13 e 23,1 punti percentuali.

 

Un effetto analogo si produrrà sui tassi di sostituzione netti. Nel 2070, i dipendenti privati raggiungeranno un valore pari al 80,4%, rispetto al 70,4% della sola previdenza obbligatoria. Per i lavoratori autonomi, i valori corrispondenti saranno di 87,5% e 70,6%.

*Lorenzo Giuli è un esperto di previdenza complementare.

Terza puntata: C’è (ancora) poco interesse sui fondi pensione

Quarta puntata: Gli effetti finanziari sui fondi pensione (coming soon)

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