Se l’azienda mette a dieta

Se l’azienda mette a dieta

Welfare aziendale vuol dire anche prendersi cura della salute e della forma fisica dei propri dipendenti e dei loro figli. Il che significa curare anche la loro dieta. Una tendenza in crescita fra le nostre imprese. Così aumentano programmi ad hoc e società di consulenza specializzate.

 

Non solo premi di produttività, voucher, convenzioni e smart-working. Oppure asili, orari flessibili, palestre gratuite e spazi per la socializzazione. Oggi quando si parla di welfare aziendale si pensa sempre più spesso alla salute dei dipendenti. E infatti sono sempre più numerose le realtà che, nel nostro Paese, inseriscono nei propri pacchetti di benefit anche servizi che mirano proprio alla tutela del benessere psico-fisico dei lavoratori, così come alla prevenzione e assistenza in caso di bisogno. Prendendosi cura anche dell’alimentazione e dell’educazione delle giovani generazioni. Tutto questo grazie a un dialogo sempre più stretto con istituzioni e territorio. In questo ambito recentemente è stato lanciato un progetto che supera le mura aziendali per coivolgere scuole, enti pubblici e comunità. E’ nato nella provincia di Parma ed è stato battezzato Giocampus. Un’esperienza unica in tutta Italia. Grazie a questa iniziativa i bambini della scuola primaria hanno la possibilità di svolgere, nelle proprie classi, 60 ore l’anno di educazione motoria e altre venti di educazione alimentare. Il progetto prosegue poi anche fuori dagli istituti, grazie a campus estivi e invernali aperti ai ragazzi fra 5 e 14 anni. «Siamo partiti per portare anche alle elementari lo sport, che non è automaticamente previsto nelle ore curriculari», spiega Elio Volta, responsabile del progetto. «Nel tempo abbiamo inserito anche l’educazione alimentare attraverso la presenza del maestro del gusto. Si tratta di una persona laureata in Scienze gastronomiche che, attraverso giochi e laboratori, insegna cosa sia l’alimentazione corretta». Tutto questo grazie alla collaborazione con Miur, università di Parma, Comune, Cus Parma, Coni e diverse aziende. «Le realtà imprenditoriali partecipano a questa alleanza educativa sostenendo il progetto con una quota libera e inserendo il progetto nei propri pacchetti di welfare», prosegue. «Questo significa che i figli dei dipendenti possono partecipare ai campus a prezzi calmierati o gratuitamente».

 

20 le aziende che aderiscono al progetto

 

Attualmente sono circa 10 mila i bambini coinvolti, mentre sono 20 le aziende che hanno deciso di aderire. Fra queste c’è anche Chiesi Farmaceutici, che ha puntato proprio su Giocampus per il proprio welfare interno. «Già da anni partecipiamo permettendo ai figli dei nostri collaboratori di partecipare a Giocampus estate», conferma il direttore Region Europe,  Alessandro Chiesi. «Con l’alleanza educativa abbiamo fatto un passo in più. L’educazione delle giovani generazioni parte dallo sport e si allarga all’alimentazione, alla salute e all’educazione ambientale». I benefici di questa scelta sono molti: «Facciamo in modo che il tempo del lavoro sia il più piacevole e costruttivo possibile», prosegue. «Proporre queste forme di welfare rende più attrattiva la nostra azienda, così facciamo meno fatica a trovare e trattenere le eccellenze».

 

In  salute si lavora meglio

 

Non è la prima volta che il tema dell’alimentazione entra in azienda. Sono infatti numerose le realtà che si occupano di salute e cibo, al punto che alcune imprese hanno perfino deciso di mettere a dieta i propri collaboratori. Una delle prime è stata la Siderforgerossi di Arsiero, in provincia di Vicenza. Per esortare i suoi 400 dipendenti a seguire stili di vita più sani, ha lanciato un piano triennale battezzato Salute in azienda. L’obiettivo naturalmente non è imporre un regime ipocalorico, ma fornire a ogni lavoratore consigli alimentari per scongiurare gravi malattie come cancro, infarto e colesterolo. Anche attraverso uno sportello psicologico che consente agli impiegati di superare eventuali problemi, disagi e difficoltà. A partire da questa esperienza l’interesse è aumentato al punto che il centro medico Modoc di Forlì ha proposto a quattro aziende un pacchetto salute che mira a cambiare peso e stile di vita dei lavoratori meno in forma. Il percorso ha un costo di 500 euro circa, ma la metà della somma viene pagata dall’impresa. Diverse realtà hanno deciso di approfittarne, come Amadori, Electrolux, Mercegaglia e Caviro. Preoccupate, evidentemente, dai dati sull’obesità sempre più allarmanti nel nostro Paese. Basti pensare che in Italia il 42,4% della popolazione lotta con la bilancia e solo il 30,9 per cento svolge attività fisica regolare. Di qui l’idea di allargare il welfare aziendale anche alla salute alimentare. Chi ha già intrapreso questo percorso testimonia numerosi vantaggi. La presenza di dipendenti in salute garantisce infatti meno assenteismo e più produttività.

 

Boom di consulenti alimentari

 

Ecco perché, negli ultimi anni, si sono moltiplicate anche le società di consulenza aziendale specializzate proprio in ambito nutrizionista. Wellfood, per esempio, è un progetto di welfare aziendale che offre ai dipendenti una piattaforma di e-commerce attraverso la quale acquistare prodotti alimentari sani, sostenibili, etici e di massima qualità direttamente dal posto di lavoro. Le aziende che aderiscono generalmente offrono le spese di spedizione e di organizzazione del servizio, in modo da rendere questa soluzione alla portata dei lavoratori.
Attenta a questo aspetto è anche un’altra società specializzata nel welfare aziendale: Easy Welfare. In questo caso è stata rafforzata la partership con il network di palestre Fitprime per offrire agli utenti non solo la possibilità di allenarsi, ma anche di costruire un percorso alimentare su misura con il supporto di biologi nutrizionisti. Perché la salute, sia dentro sia fuori dall’ufficio, passa anche attraverso un’alimentazione ricca, varia e soprattutto bilanciata.

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daniela.uva@tuttowelfare.info