Lavoro e stress un’emergenza da affrontare

Lavoro e stress un’emergenza da affrontare

In base agli ultimi studi l’89% degli italiani dichiara di soffrire di stress. Ma le imprese fanno poco per affrontare il problema: un dipendente su tre dichiara di non ricevere sostegno dalla sua azienda.

 

Recentemente Chuck Robbins, amministratore delegato di Cisco, ha inviato una mail ai suoi 75 mila impiegati spiegando loro che ansia, stress, depressione e problemi psicologici, non vanno considerati un handicap da nascondere sul posto di lavoro. «Scrivetemi, raccontatemi i vostri vissuti e sarò pronto ad aiutarvi», ha aggiunto. Un’apertura importante da parte del numero uno di una delle aziende più grandi in Usa, dove la velocità del cambiamento è all’ordine del giorno così come la competitività. Due degli elementi più importanti alla base di situazioni di stress da lavoro correlato. Non a caso Robbins ha fatto seguire la mail da azioni concrete mettendo a disposizione di tutti i dipendenti degli aiuti per bilanciare meglio il rapporto vita-lavoro e aperto sportelli di ascolto 24 ore su 24.

 

1 dipendente su 3 non riceve sostegno dalle aziende

 

Un caso raro negli States così come in Italia dove, nonostante le ultime ricerche dicano che l’89% degli italiani sia troppo stressato perché sottoposto a un carico di pressioni, incombenze e preoccupazioni che riduce la qualità della vita con ripercussioni sulla salute, le aziende stanno facendo poco per affrontare l’emergenza. A confermarlo un sondaggio online condotto da Hays, società che opera nel recruitment specializzato. In base allo studio 1 dipendente su 3 non riceve sostegno in azienda in caso di problematiche come ansia, depressione o sindrome da Burnout dovute all’eccessivo stress sul lavoro. E di quelli a cui è stato fornito il 25,3% ha dichiarato che è stato dedicato del tempo per parlare del problema in modo confidenziale con il proprio manager; al 19,9% è stata fornita assistenza o una terapia, mentre al 15,5% è stato concesso maggiore tempo libero. Infine, al 10% sono stati ridotti i carichi di lavoro o le responsabilità e il 27% non ha ricevuto alcun sostegno.

 

L’apertura al dialogo primo step per superare lo stress

 

Tra coloro che non hanno mai sollevato l’argomento in azienda, il 33% ha affermato di non sentirsi a suo agio nel parlarne con il proprio manager, il 26% ha il timore che parlarne potrebbe danneggiare la propria carriera e il 24%, addirittura, non è sicuro di poter contare sulla riservatezza del proprio referente. Infine, il 14% ha affermato di non essere a conoscenza delle forme di supporto offerte dalla propria azienda.
«Il benessere dei lavoratori dovrebbe essere di prioritaria importanza per le imprese e i manager dovrebbero assicurarsi di fare tutto il possibile per sostenere i propri collaboratori»,  ha detto  Sandra Henke, Group Head of People & Culture di Hays nel commentare i dati della ricerca . Anche perché il benessere psicofisico dei collaboratori si riflette poi sui costi e risultati aziendali, quindi sulla competitività dell’impresa.

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