La sfida alla sicurezza del sistema pensionistico resta aperta
In Italia migliora la qualità della vita e la salute. Ma il benessere materiale è in calo così come le finanze. A dirlo il Global reteriment index 2018 che compara le best practice delle politiche pubbliche pensionistiche di 43 Paesi al mondo.
«La sicurezza dei pensionati si trova a un bivio, con i cambiamenti demografici e l’instabilità dell’economia che mettono a dura prova le risorse dei governi, dei datori di lavoro e dei lavoratori di tutto il mondo e rendono difficilmente raggiungibile l’ideale di una pensione dignitosa per tutti», ha dichiarato Jean Raby, Ceo di Natixis Investment Managers, commentando i risultati emersi dal Global reteriment index 2018, l’indice, lanciato da Natixis Investment Managers nel 2013 che compara le best practice delle politiche pubbliche pensionistiche di 43 Paesi al mondo. Indice dove l’Italia si piazza ancora una volta 29° posto, stabile rispetto al 2017. Nonostante il miglioramento dei sottoindici della salute (18° posto) e della qualità della vita (25° posto), a bloccare il nostro Paese è, infatti, il basso punteggio ottenuto dai sottoindici legati al benessere materiale e finanziario, collocandosi rispettivamente al 32° e 40° posto.
Tra le note positive c’è però da dire che l’Italia si aggiudica il secondo miglior punteggio dell’indicatore sulle aspettative di vita nell’ambito del sottoindice della salute (il punteggio è 83%) grazie anche al secondo posto ottenuto nella sezione Aspettativa di vita. Fanno però decisamente meglio i primi dieci classificati: Lussemburgo (92%), Francia, Norvegia, Paesi Bassi (90%), Svezia (89%), Giappone (88%), Svizzera, Canada (87%), Austria e Stati Uniti (86%). Il nostro Paese mostra performance abbastanza buone anche nell’indice Qualità della vita (il punteggio è 70%, in lieve miglioramento rispetto al 2017), spinta soprattutto dagli indicatori Felicità e Qualità dell’aria. In questo caso il Belpaese è però preceduto di molto da Danimarca (94%), Finlandia (93%), Svizzera, Norvegia (92%), Nuova Zelanda, Svezia (90%), Islanda (88%), Austria (87%), Canada e Irlanda (83%).
Benessere materiale: Islanda batte Italia
In peggioramento invece l’aspetto legato al Benessere Materiale, che ha registrato il più basso punteggio a livello generale dei tre criteri che lo compongono (reddito di uguaglianza, reddito pro-capite e occupazione), raggiungendo il 51%, un punto percentuale in meno rispetto allo scorso anno. In questo caso vengono registrati punteggi più bassi rispetto al 2017 in tutti e tre gli indicatori. E, per il secondo anno consecutivo, arriva anche il quinto punteggio più basso tra tutti i Paesi esaminati nell’indicatore Occupazione. Ecco perché l’Italia è costretta a guardare da lontano le ottime performance di Islanda (93%), Norvegia (87%), Repubblica Ceca (82%), Svizzera, Paesi Bassi (80%), Germania (79%), Austria (76%), Corea del Sud, Giappone (75%) e Danimarca (74%).
«In Italia la sicurezza del sistema pensionistico è una sfida, considerato l’invecchiamento della popolazione e l’aumento dell’anzianità della forza lavoro», spiega Antonio Bottillo, Managing Director di Natixis Investment Management Italia. «Il dibattito politico sulla revisione della Legge Fornero è acceso. Più che una questione politica, raggiungere una sicurezza nell’età pensionabile richiede anche l’impegno degli investitori italiani che devono iniziare a pensare attivamente al loro futuro finanziario e ad assumersi le loro responsabilità. Nessuno dei Paesi è del tutto immune dalle sfide associate all’invecchiamento della popolazione, all’aumento della speranza di vita, alla tensione delle risorse statali, alla crisi di sistemi pensionistici e ai bassi tassi di interesse. Ma se è vero che i cittadini di un Paese possono influenzare solo moderatamente le condizioni quadro economiche e fiscali, è altresì vero che essi possono scegliere le strategie di investimento più opportune e costruire piani pensionistici più solidi».
Finanze in peggioramento
A testa in giù, in Italia, viaggia anche l’indice delle Finanze, che lo scorso anno era risultato stabile, con punteggi dei vari criteri che si piazzano nelle ultime dieci posizioni, ad eccezione di quelli legati all’inflazione e ai tassi di interesse. Le principali sfide restano, dunque, l’invecchiamento della popolazione, la mancata riduzione dei NPL sul settore bancario italiano, un maggiore indebitamento e il conseguente aumento della pressione fiscale.
«Nonostante le buone notizie relative al miglioramento della qualità della vita e della salute, la situazione economica del Paese pesa ancora sulle finanze della popolazione italiana che deve fare fronte al crescente problema dell’invecchiamento», ha aggiunto Bottillo «Dobbiamo sin da ora incoraggiare gli investitori a risparmiare per la loro pensione e l’industria del risparmio gestito deve fornire soluzioni più efficaci, aiutando gli investitori a definire obiettivi di lungo periodo che devono essere mantenuti e raggiunti affidandosi a una gestione attiva dei propri risparmi. Questa è la chiave di sviluppo verso una maggiore sicurezza finanziaria nell’età pensionistica», ha concluso il Manager.