Aziende scoprite il benefit che è in voi e mettetelo a frutto

Aziende scoprite il benefit che è in voi e mettetelo a frutto

Le società Benefit sono nate negli States e sbarcate in Italia nel 2016. Oggi lungo lo Stivale se ne contano circa 300. Ma non mancano spazi per un’ulteriore crescita, anche perché le imprese che hanno piani di welfare aziendale sono già a metà strada e potrebbero convertirsi a breve. Ecco come compiere il passo decisivo e perché farlo.

 

L’ultima azienda Italiana a diventare una società Benefit è stata Aboca, impresa toscana specializzata nella produzione e distribuzione di prodotti terapeutici a base di complessi molecolari vegetali, sancendo così, anche a livello legale, la sua vocazione aziendale in cui si fondono attività imprenditoriale e ricerca del bene comune. Ma attenzione a non fare confusione: le società Benefit non sono quelle che erogano benefit ai loro dipendenti.  Le Benefit corporation sono nate negli Usa e sbarcate in Italia nel 2016, grazie al riconoscimento di dignità giuridica alle imprese For Benefit, un nuovo modello che si affianca ai due già esistenti: Profit e Non Profit e offre alle imprese la possibilità di affermare all’interno dello statuto societario, unitamente al perseguimento dell’utile, finalità di beneficio comune come elementi costitutivi dell’impresa. «Parlare del bene comune non è un’ ovvietà», ha dichiarato ai media Valentino Mercati, presidente di Aboca. «Si tratta di condividere sia con le maestranze interne sia con la comunità internazionale i valori dell’essere umano, valori culturali come il rispetto per l’ambiente, la sostenibilità in agricoltura e la salute umana. Perché  la cultura è una delle leve più importanti dello sviluppo».

 

Dagli States all’Italia

 

A parlare di società Beneft o B corp si è iniziato negli Usa tra il 2005 e il 2006,  ma solo nel 2010, nel Maryland, la definizione è entrata nell’ impianto delle leggi dello Stato. Dallo stesso anno al 2015,  altri 34 Stati Usa vi  hanno aderito, aggiornando le proprie leggi. In Italia le B corp sono state disciplinate dalla legge 208 del 28 dicembre 2015, entrata definitivamente in vigore il 1° gennaio del 2016, diventando così il primo Stato non americano a recepirle e oggi lungo lo stivale se ne contano circa 300.

 

Cos’è una B Corp

 

Nella pratica le B corp in Italia sono società che , nell’esercizio di un’ attività economica, oltre allo scopo di dividerne gli utili, perseguono una o più finalità di beneficio comune, nei confronti di persone, comunità, territori, ambiente ed altri portatori di interesse. L’innovatività che caratterizza questo modello societario viene evidenziata nel Comunicato alla Presidenza del 17 aprile 2015,  «Disposizioni per la diffusione di società che perseguano il duplice scopo di lucro e di beneficio comune», che sottolinea come tale modello superi «l’approccio classico del fare impresa», in quanto «le società con finalità di beneficio comune introducono un vero e proprio cambio di paradigma economico ed imprenditoriale».
«Il numero di società benefit presente nel nostro Paese è in costante crescita», commenta Beatrice Bettini Amministratore unico di Go4 Benefit, società di consulenza specializzata nella valutazione di sistemi, processi organizzativi e competenze necessarie a  un’azienda che intende entrare a far parte del network internazionale del B Corp. «E ci sono ancora ampi spazi di crescita soprattutto se si considera che molte società made in Italy  che hanno attivato piani di welfare aziendale, già fanno un’operazione a beneficio dei loro dipendenti, elemento che le rende quasi pronte per dichiararsi al mondo  come società benefit», continua l’esperta.

 

5 step per diventare azienda Benefit

 

Ma quali sono i passaggi da fare per compiere il passo decisivo? «Il primo passo è dichiarare a livello statutario che la società si impegna per mettere in atto uno o più benefici a favore delle parti sociali: dipendenti, fornitori, ambiente, comunità etc. e lo deve scrivere nel suo oggetto sociale», spiega Bettini. «Quindi occorre fare un cambio di statuto in cui dovrà essere anche indicato che la società si impegna a fare una valutazione di impatto, a nominare un valutatore di impatto interno e a implementare un processo che porti alla redazione di una relazione finale di impatto che l’organizzazione deve poi pubblicare sul sito insieme al bilancio in modo da darne visione alle parti interessate».

 

Perché cambiare statuto societario

 

Le motivazioni che spingono le aziende a diventare società Benefit sono più d’una a cominciare dal vantaggio reputazionale e di trasparenza sul mercato. Caratteristiche a cui le nuove generazioni di consumatori fanno molta attenzione. Ma sono anche qualità che rendono un’azienda attraente per i talenti in cerca di lavoro e per i fondi di finanziamento. «Nel momento in cui un’azienda partecipa a una gara per avere finanziamenti istituzionali l’essere società benfit ha il suo peso nel sistema di valutazione», precisa Bettini. «Ma dobbiamo anche imparare ad andare al di là dei vantaggi per le organizzazioni, perché oggi più che mai il mondo ha bisogno di tornare a un’imprenditoria naturalmente sociale, caratteristica che ha perso negli Anni 30  con il boom della massimizzazione dei profitti» conclude l’esperta. E da qui dobbiamo ripartire se vogliamo continuare a crescere per il bene di tutta la comunità.

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