Le declinazioni del benessere
Young handsome businessman sitting on office table in lotus pose. Mixed media

Le declinazioni del benessere

Il rapporto tra benessere e welfare aziendale. Ne hanno discusso Hotel Principe di Savoia, ABB e Psya.

 

Il welfare aziendale inteso come cura del benessere fisico e mentale dei lavoratori è sempre più al centro del dibattito di chi si occupa di Risorse Umane. È il caso dell’Hotel Principe di Savoia, di ABB e di Psya che ne hanno recentemente discusso in una tavola rotonda, portato una testimonianza sull’approccio delle rispettive aziende al benessere dei dipendenti.

 

I piani di welfare presentati spaziano dalla conciliazione vita-lavoro all’organizzazione di attività relazionali dentro e fuori l’azienda, dal supporto psicologico alla creazione di luoghi di lavoro che favoriscano la salute dei lavoratori, dal sostegno alla genitorialità all’investimento sullo sviluppo delle competenze.

 

Approccio al benessere a tutto tondo

 

L’Hotel Principe di Savoia ha promosso un piano di welfare pensato per curare il benessere dei dipendenti a tutto tondo. “Il nostro è un business in cui il cliente è al centro, tutti i giorni, 365 giorni all’anno, 24 ore su 24. Per gestire il benessere dei dipendenti in questo contesto abbiamo adottato una logica che mette al centro la persona con tutti i suoi elementi chiave: corpo, mente, cuore e spirito”, ha raccontato Paola Iemmallo, Director People and Culture dell’Hotel Principe di Savoia.

 

Per quanto riguarda il corpo, si è puntato sulla conciliazione vita-lavoro con una serie di attività per la cura di sé che si possono fare in azienda, in modo da non dover curare questo aspetto nel tempo libero, come sessioni di pilates, yoga e ginnastica posturale, un piano di alimentazione personalizzato, pasti più salutari in mensa.

 

“Per l’aspetto della mente, sosteniamo l’attività quotidiana, lavorando su competenze tecniche e comportamentali per permettere ai dipendenti di svolgere le proprie mansioni con tranquillità e armonia”, ha continuato la manager.

 

Invece per il “cuore”, l’Hotel Principe di Savoia organizza “iniziative da svolgere dentro e fuori l’albergo, durante le ore di lavoro, per permettere ai lavoratori di conoscersi come persone e non solo come colleghi e di sviluppare relazioni anche fuori dal lavoro”. Infine, la cura dello “spirito attraverso le attività di volontariato, che i collaboratori possono scegliere di svolgere per esprimere al meglio il proprio sé”.

 

L’Hotel Principe di Savoia si sta impegnando inoltre perché la famiglia e la genitorialità siano percepite da tutti all’interno dell’azienda come un elemento importante, positivo e arricchente. “Abbiamo lavorato con le organizzazioni sindacali per includere nel contratto aziendale la possibilità di avere un part time agevolato fino al terzo anno di età dei figli”, dichiara Iemmallo.

 

Poi ci sono le iniziative per gestire al meglio il rientro delle dipendenti dalla maternità, sia da parte delle neomamme, sia dal reparto e la “creazione di uno sportello di ascolto per supportare le famiglie nelle varie situazioni di crisi e difficoltà, per esempio in caso di problemi coniugali o nel rapporto con i figli adolescenti”.

 

L’importanza (sottovalutata) del benessere psicologico

 

Proprio il benessere psicologico, pur essendo strettamente correlato al benessere fisico, è stato fino a oggi un po’ trascurato. “Ogni Paese ha un approccio diverso: in Italia, per ragioni culturali, si fa fatica a parlare di queste tematiche e avere bisogno di questo tipo di sostegno è ancora visto come qualcosa di cui vergognarsi e da fare quasi di nascosto” spiega Andrea Bertoletti, Business Development Manager di Psya.

 

“Infatti, i servizi di supporto psicologico devono garantire come condizione imprescindibile l’anonimato per avere qualche possibilità di essere utilizzati e nonostante ciò ancora faticano a decollare”.

 

Tra i servizi che offre alle aziende, Psya mette a disposizione un numero verde che i dipendenti possono chiamare per avere il supporto di uno psicoterapeuta nell’affrontare le sfide e le difficoltà di tutti i giorni, al lavoro e nella vita privata.

 

“Le aziende possono essere il veicolo per portare questo tipo di servizio fondamentale alle persone, anche se poi le problematiche affrontate sono al 70% personali. L’obiettivo, infatti, è stare bene e non solo stare bene in azienda, perché non c’è più differenza tra lavoratore e persona nel privato”, sottolinea Bertoletti.

 

Costruire un ambiente dove è bello lavorare

 

ABB ha scelto di concentrarsi sul luogo di lavoro per cercare di creare un ambiente dove sia bello lavorare. “Abbiamo deciso di modificare gli spazi perché è cambiato il modo di lavorare, creando l’esigenza per più zone comuni, aree in cui lavorare in tranquillità e altre per i team”, ha spiegato Simona Del Papa, HR Talent Lead di ABB Italia e Spagna.

 

“Volevamo anche creare dei luoghi di lavoro che mirassero a tutelare la salute dei dipendenti, perciò abbiamo introdotto cibo più salutare nelle mense, eliminato la plastica, vietato di fumare anche negli spazi aperti e dotato tutte le sedi di posti di ricarica per le automobili elettriche per rendere gli spostamenti più sostenibili”.

 

In ABB, poi, è stato fatto un importante lavoro sulle competenze dei dipendenti, soprattutto quelle digitali, che rischiano di diventare obsolete e non essere più vitali per l’azienda. Partendo da questo assunto, l’azienda ha mappato le competenze di tutta la sua popolazione per valutare il grado di prontezza dei lavoratori ad affrontare la rivoluzione digitale in atto.

 

“Abbiamo fatto scoperte inaspettate e interessanti. Molti più dipendenti di quanti ci aspettassimo nel tempo libero studiano, si informano e praticano abilità legate al mondo digitale. Così la direzione ha investito una somma di denaro considerevole per consentire al personale di lavorare in gruppo a progetti di miglioramento dello stabilimento, sul modello delle start-up. Si tratta di un’iniziativa che ha avuto un’enorme risposta positiva, tanto da spingerci ad andare avanti. Addirittura abbiamo esteso l’attività anche ai figli dei dipendenti”, racconta Del Papa.

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