Offerta sempre più digitalizzata, con attenzione al welfare sociale

Offerta sempre più digitalizzata, con attenzione al welfare sociale

I servizi mirati al benessere dei lavoratori stanno cambiando dopo l’emergenza sanitaria. Ma tra i bisogni risultati evidenti negli ultimi mesi, quelli che riguardano il welfare sociale ci sono sempre stati

 

Alcune esigenze specifiche del welfare, venute adesso alla luce dopo l’emergenza sanitaria, erano presenti anche in passato nel dibattito relativo al welfare aziendale. Basti pensare al tema della conciliazione vita-lavoro: un bisogno da tempo in attesa di risposta, ma emerso con tutta la sua urgenza ora che le aziende si sono convertite in massa al lavoro da remoto.

 

Per Sergio Satriano, Managing Director di Sodexo, è una questione che il welfare può e deve affrontare incrementando l’offerta. “Lo Smart working non è una forma di lavoro che scomparirà: andrà avanti e porrà l’esigenza di rendere digitale il lavoratore, per essere in connessione continua ed efficace anche lavorando fuori dagli uffici”.

 

L’adozione del lavoro da remoto potrebbe avere un impatto anche sul mondo dei buoni pasto. “La legge dice chiaramente che il buono pasto è un benefit che si matura nella misura di un buono al giorno per ogni giorno lavorato. Punto. La struttura del benefit sul piano giuslavoristico è questa”, puntualizza Satriano. Il buono pasto, ragiona Satriano, rappresenta un bisogno primario ineludibile del lavoratore, quello di alimentarsi durante la giornata di lavoro.

 

Valido qualunque sia il luogo in cui si trova, in ufficio o a casa. “Semmai insisterei sulla trasformazione del modo di erogarlo all’interno del nuovo contesto: non dovrebbe più essere un tabù invocare la fine del buono cartaceo”. I buoni digitali, proprio perché utilizzabili attraverso App e piattaforme virtuali, ben si prestano al lavoro sia nelle forme tradizionali sia in modalità smart. Per Satriano, risulterebbero anche “covid compliant”, perché compatibili con l’esigenza di distanziamento sociale.

 

La proposta di Sodexo, sostenuta anche dalla domanda crescente, è dunque quella di andare sempre più verso il digitale. Magari aggiornando la sfera del welfare aziendale, arricchendone i contenuti per accompagnare il cambiamento e aumentandone il valore di esenzione. “Vediamo nel welfare aziendale una sacca fiscale molto gradita, perché riesce a sopperire alla mancanza di altre voci. Non dimentichiamoci poi del welfare sociale”.

 

Ad aprile un primo segnale è arrivato dall’uso del buono spesa alimentare come forma di sussidio per le famiglie in difficoltà. “Se i prossimi tempi non saranno facili per l’economia italiana e per il mondo del lavoro, potrebbe essere opportuno portare avanti esperienze di questo tipo, definendone i contorni”.

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giorgia.pacino@tuttowelfare.it