Pensioni, 7 punti da chiarire

Pensioni, 7 punti da chiarire

Con l’avvicinarsi della scadenza per l’approvazione della  Legge di Bilancio 2019, il dibattito sulle pensioni si fa sempre più acceso. E tenere le fila del discorso diventa un esercizio difficile. Tuttowelfare.info fa il punto della situazione con Domenico Proietti, Segretario Generale Uil, uno dei principali protagonisti del confronto governo-sindacati sui temi della previdenza fin dal 2006.

 

Domenico Proietti

Con l’avvicinarsi della Legge di Bilancio da qualche settimana il dibattito sulla riforma delle pensioni nei Palazzi romani da qualche settimana è entrato in fibrillazione ed è difficile tenere il passo con le informazioni che quotidianamente vengono pubblicate sui quotidiani. Proviamo allora a fare il punto e a focalizzare i temi fondamentali, individuare i soggetti coinvolti, ragionare in termini di realpolitik, attraverso 7 domande a Domenico Proietti, Segretario Confederale Uil, uno dei protagonisti principali dei confronti Governo –Sindacati sui temi legati alla previdenza fin dal 2006.

1) Con la Quota 100 c’è il rischio che quota 99 (gravosi), 93(invalidi) e 91 (donne con figli) introdotte con Ape sociale possano saltare?
La Quota 100 è una misura potenzialmente efficace, ma se realizzata con eccessivi vincoli contributivi e con stringenti limitazioni, sarebbe peggiorativa per la situazione di alcune categorie di lavoratori, comportando un ritardo di accesso alle pensioni, fino a 4 anni, nel caso di disoccupati e delle lavoratrici madri che dovranno attendere la pensione di vecchiaia a 67 anni. Il ritardo sarebbe ulteriormente aggravato dall’introduzione di requisiti elevati come l’età minima necessaria a 64 anni o un’anzianità contributiva che non tiene pienamente conto di tutti i contributi maturati dai lavoratori. Attualmente può accedere all’Ape sociale chi si trova in stato di disoccupazione, chi assiste un familiare disabile. Inoltre i lavoratori con gravi disabilità, dallo scorso anno, possono accedere a tale misura con Quota 93, quindi un significativo anticipo rispetto a un’ipotetica Quota 100, mentre coloro che svolgono mansioni gravose possono accedere all’Ape sociale con Quota 99, già dall’età di 63 anni. Ma se si concedesse il pensionamento con Quota 100 senza alcun vincolo o con 41 anni di contribuzione senza penalizzazioni, sarebbe una scelta efficace, poiché si tratta di due soluzioni utili per continuare a modificare la legge Fornero. In ogni caso, si tratta di provvedimenti che devono aggiungersi e non sostituirsi alle importanti misure realizzate negli ultimi anni, soprattutto con particolare riguardo all’Ape Sociale, il cui fondamento è tutelare i lavoratori che si trovano in grande difficoltà.
2) Il ricalcolo dei contributi sulle pensioni d’oro, per recuperare risorse da destinare alla pensione di cittadinanza, è un provvedimento utile ed equo?

La proposta di legge su cui si discute, ha ad oggetto l’introduzione di un meccanismo di ricalcolo della quota retributiva delle pensioni e degli assegni vitalizi, che abbiano un importo complessivo pari o superiore alla soglia di 90.000 euro lordi annui: le cosiddette pensioni d’oro. Le risorse così attinte dovrebbero essere destinate all’integrazione delle pensioni minime e delle pensioni sociali, elevando i trattamenti dai 450 euro mensili odierni a 780 euro. Tuttavia, per ammissione dell’INPS e di uffici tecnici competenti, è piuttosto difficile dare attuazione a questa misura.
3) Quindi?
Bisogna trovare strade diverse per affrontare il problema. Una potrebbe essere quella di far leva sul contributo di solidarietà sia per quanto concerne il reddito da lavoro, sia quello da pensione. È giusto introdurre nel sistema un correttivo improntato a ragioni solidaristiche e di equità sociale, elevando le pensioni più basse, ma è bene che ciò si attui attraverso i principi della fiscalità generale.
4) Quali categorie di lavoratori devono entrare nel dibattito pensionistico in vista della legge di Bilancio?
La Uil ritiene doveroso aprire presto un tavolo di confronto fra le Parti Sociali e il Ministro del Lavoro Luigi Di Maio per trovare soluzioni efficaci che tutelino i lavoratori. Negli ultimi anni, attraverso l’azione Sindacale, oltre l’introduzione dell’APE Sociale, è stata apprestata tutela a coloro che hanno iniziato l’attività lavorativa in giovane età, i lavoratori precoci, che oggi possono andare in pensione con 41 anni di contributi e, per quanto concerne i lavoratori usuranti, è stata assicurata una semplificazione per l’accesso alla pensione e ciò costituisce un buon risultato. Tuttavia, con la prossima Legge di Bilancio, è necessario continuare ad ampliare le categorie di lavoro gravoso e usurante, per consentire un accesso anticipato al trattamento previdenziale. In ogni caso, come Uil riteniamo fondamentale reintrodurre una reale flessibilità, intorno ai 63 anni, per tutti i lavoratori, senza paletti o vincoli che ne limitino la portata e senza penalizzazioni. E non è l’unico fronte dove è necessario intervenire.
5) Quali sono gli altri?
Quello dei giovani per esempio. Si deve intervenire prontamente per introdurre meccanismi ad hoc che garantiscano pensioni future e dignitose ai giovani lavoratori, che negli ultimi anni, a causa della precarietà del lavoro, hanno avuto buchi di contribuzione. Ma sarebbe doveroso anche eliminare le disparità di genere che penalizzano e colpiscono prevalentemente le donne e chiediamo al Governo di introdurre misure volte al superamento di questo gap, che è attualmente presente nel nostro sistema previdenziale. Non solo. E’ opportuno riconoscere l’importante ruolo della maternità, estendendo a tutte le lavoratrici la possibilità di anticipo della pensione, che oggi spetta solo a chi appartiene interamente al sistema contributivo. Si deve poi valorizzare il lavoro di cura, attraverso l’introduzione di meccanismi che garantiscano rilievo ai fini previdenziali, prevedendo maggiorazioni contributive e contribuzione figurativa, anche nei periodi di cura svolti al di fuori del rapporto di lavoro.
6) Da un’ indagine svolta da Tuttowelfare.info risulta che le richieste di Rita presenti presso i fondi pensioni sarebbero modeste. Come commenta questo trend?
RITA è un vantaggio offerto dalle forme pensionistiche complementari per coloro che vogliono andare in pensione in anticipo e anche a tutela della perdita del lavoro per chi è vicino al pensionamento e può avere difficoltà a ricollocarsi. Uil valuta positivamente questo strumento perché rappresenta una nuova grande sfida per la previdenza complementare e per le Parti Sociali, in quanto attribuisce loro, implicitamente, il compito di sostenere il reddito dei lavoratori iscrittiti. Come UIL vogliamo sottolineare l’importanza del ruolo sociale svolto dai fondi pensione, per tale ragione è importante valorizzare e sostenere la previdenza complementare.
7) In presenza di carriere discontinue la previdenza integrativa dovrebbe garantire l’adeguatezza dei trattamenti pensionistici futuri. Come favorire l’adesione e agevolare la continuità dei versamenti ai fondi pensione. Bastano le novità introdotte dalla legge sulla Concorrenza del 2017 (versamento parziale Tfr, Rita, riscatto per Pip e fondi aperti)?
La previdenza complementare rappresenta una forma di sostegno sempre più importante, con particolare riferimento all’ evoluzione demografica e lavoristica, considerando anche la riduzione delle prestazioni offerte dal sistema pensionistico pubblico. L’esperienza della previdenza complementare in Italia è divenuta un ottimo risultato per le relazioni sindacali del nostro Paese, producendo importanti risultati. In particolare, i fondi pensione hanno una struttura di vigilanza e controlli tali da essere considerati uno degli strumenti finanziari più sicuri fra quelli disponibili per i risparmiatori italiani: tra tutte le normative vigenti in materia di previdenza complementare, quella italiana è infatti ritenuta la più tutelante a favore degli iscritti. In ogni caso, è necessario continuare a migliorare il sistema, al fine di offrire un futuro previdenziale più sereno ai lavoratori. Le parti istitutive continuano a lavorare nel processo di razionalizzazione dei fondi, ed in tal senso, lo scorso luglio, si è costituito Previdenza Cooperativa, il fondo unico di previdenza complementare per i lavoratori delle cooperative italiane. L’unificazione di tre fondi di previdenza della cooperazione, sottolinea ulteriormente l’importanza per i fondi pensione italiani di proseguire sulla strada delle aggregazioni, con lo scopo di raggiungere assetti dimensionali più solidi e consistenti. Soprattutto per le carriere discontinue è necessario procedere con lo schema delle adesioni contrattuali ai fondi, come è avvenuto nel caso del settore del trasporto o In quello degli edili. Tuttavia la Uil propone che si arrivi a un semestre di adesione informata dei lavoratori, che riesca a coniugare il meccanismo del silenzio assenso attraverso campagne di informazione istituzionali, per superare la diffidenza dei lavoratori e di colmare il gap culturale che, in materia previdenziale, ci separa da altri Paesi

 

Richieste di Rita presenti presso i fondi pensioni
Risultati di un sondaggio condotto da Tuttowelfare.info

 

Fondo Pensioni Numero richieste di Rita
Fonchim 38
Pegaso (acqua, gas, elettricità) 3
Fondenergia (Eni) 20

 

Espero (Scuola) 4
Fondo Arco (Legno, lapidei) 2
Perseo Sirio (Statali) Nessuna
Fondo Sanità Nessuna

 

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