Premio Welfare PMI a Zanon: la nuova consapevolezza del ruolo sociale delle imprese
“La salute, una priorità” è tra le motivazioni del premio Welfare Champion ricevuto dallo Studio Zanon. Una linea di pensiero condivisa da tante PMI che mettono il benessere delle persone al primo posto
Il 54,4% dei lavoratori ritiene che, nei prossimi anni, l’attivazione di servizi, benefit e prestazioni di welfare aziendale contribuirà a migliorare la qualità della vita sul posto di lavoro, andando a impattare sia sul clima aziendale sia sulla soddisfazione dei dipendenti. Lo rivela l’ultimo Rapporto Censis-Eudaimon sul welfare aziendale, e lo conferma anche il Rapporto Welfare Index PMI 2021, per cui il 54,8% delle imprese che hanno inserito il welfare nella strategia aziendale ha registrato ritorni positivi sulla produttività, persino in un anno complicato come il 2020.
Una delle voci più autorevoli del welfare sostenibile è certamente Riccardo Zanon, Consulente del Lavoro e autore del libro edito da Tuttowelfare Welfare Terapia, nonché editorialista del nostro magazine online e docente del Corso per Welfare Specialist: non a caso lo Studio Zanon è stato premiato con il Welfare Champion nel corso della sesta edizione del Welfare Index PMI 2021, l’indice di Generali per la valutazione del livello del welfare aziendale nelle Piccole e medie imprese (PMI) italiane (l’indice è uno dei principali ‘termometri’ del welfare nelle aziende con meno di 1.000 dipendenti). Si tratta di un prestigioso riconoscimento per Zanon e per le 10 persone che fanno parte della sua organizzazione.
“La salute, una priorità: cura, prevenzione e promozione dei corretti stili di vita”, sono state le motivazioni del premio ricevuto dallo Studio Zanon, che ha ottenuto il massimo punteggio (5) nel rating insieme con altre 104 aziende, su un totale di circa 6mila candidature. Il punteggio ottenuto fa riferimento al livello delle iniziative welfare attivate: nel caso dello Studio Zanon – laboratorio di varie soluzioni di benessere che sono poi diffuse anche all’ecosistema dei suoi clienti – per esempio spicca il servizio di fisioterapia preventiva e la dotazione di sedie ergonomiche e fitball.
Ma queste sono soluzioni che si aggiungono a quelle più tradizionali, ma non per questo meno importanti. “Abbiamo valorizzato la parte assicurativa, a livello contrattuale, con la copertura in caso di Covid e stiamo valutando di ampliare il servizio. Questa scelta comprendeva anche la copertura della spesa delle baby sitter per le persone con figli piccoli in caso di contrazione del virus”, riferisce Zanon.
Il benessere dell’azienda si ripercuote sul territorio e la comunità
Da sempre, infatti, l’esperto di Diritto del Lavoro non ha dubbi: la strategia più efficace per uscire dalla crisi economica dovuta alla pandemia sta nel concentrarsi sempre di più sull’aspetto umano. Questa linea di pensiero, secondo l’indice elaborato da Generali, è condivisa da tante realtà produttive che per affrontare i numerosi problemi legati alla recente emergenza sanitaria hanno attuato numerose iniziative di welfare (dall’ambito sanitario al sostegno dei lavoratori e delle famiglie, passando anche per l’offerta di contributi alla comunità esterna, come donazioni e sostegni al Sistema sanitario nazionale e alla ricerca).
“L’importanza della parte previdenziale del welfare aziendale, insieme con i servizi di diagnostica privata, negli ultimi mesi sono stati riscoperti, dato che il 92% delle aziende ha messo al centro la salute e sicurezza”, chiarisce Zanon, che dal suo osservatorio di esperto della tematica può restituire una fotografia reale degli orientamenti delle aziende. “A volte basta davvero poco per fare la differenza, e finalmente gli imprenditori iniziano a guardare al welfare aziendale non più soltanto come a un qualcosa che consenta di pagare meno tasse, ma come a uno strumento utile a incrementare la produttività aziendale e a creare un senso di appartenenza, invogliando i migliori talenti a farne parte e a restarvi per molto tempo”.
Per Zanon, dunque, sta finalmente passando il concetto che il welfare aziendale generi un impatto sociale positivo sul territorio, soprattutto dopo un momento di crisi. “Questo ruolo emerge, quasi come un paradosso, nel momento in cui l’assistenza pubblica viene meno”, spiega, d’accordo con le parole del Ministro del Lavoro Andrea Orlando, che ha rimarcato la fondamentale attività delle aziende in ambito welfare. “Sembra scontato, ma è vero che le imprese hanno un ruolo sociale per la comunità dove operano, ed è proprio il motivo per cui è nato il welfare aziendale in principio”, prosegue l’esperto.
In Italia, infatti, il welfare aziendale cominciò a prendere forma alla fine dell’Ottocento, un momento storico in cui iniziavano a crearsi i primi poli produttivi moderni e, di conseguenza, i servizi e gli alloggi per i dipendenti intorno alle fabbriche: infrastrutture sociali elementari costruite per organizzare e favorire la disponibilità della forza lavoro, tenendo la manodopera nei pressi dell’azienda. Nel Novecento, a queste infrastrutture vennero aggiunti asili, scuole, società di mutuo soccorso e altri servizi di assistenza che ritroviamo ancora oggi: lo stesso Zanon lo ha raccontato in un articolo pubblicato dal nostro magazine online.
L’importanza del welfare, come ricorda il docente del corso per Welfare Specialist promosso da Tuttowelfare, si riflette anche nella capacità attrattiva delle aziende: chi si candida è alla ricerca delle migliori condizioni di lavoro, che non si riferiscono soltanto a uno stipendio più elevato, ma riguardano anche all’immagine aziendale e ai benefit offerti ai lavoratori. E sul tema, Zanon commenta: “In sintesi, le persone valutano il welfare aziendale prima di scegliere dove andare a lavorare”.