Aziende e territorio, abbinata vincente per il welfare

Aziende e territorio, abbinata vincente per il welfare

In aumento le imprese che decidono di investire sul territorio per migliorare la qualità della vita della società. Collaborazioni che diventano ossigeno per le amministrazioni comunali e rappresentano un’occasione di crescita per tutti. 

 

Imprese che escono dal loro perimetro e che decidono di investire per migliorare la vita della comunità che le ospita. Grazie a specifici progetti di welfare territoriale. Oggi sono sempre più numerose, anche in Italia. Queste realtà, spesso di grandi dimensioni ma anche medio-piccole, non si limitano più a creare servizi e a proporre benefit ai propri dipendenti, ma lavorano a stretto contatto con le istituzioni locali per rivolgersi a un numero sempre maggiore di cittadini. Diverse sono le realtà del nostro Paese hanno deciso di superare i propri confini (leggi qui), di mettersi in rete con le altre realtà della zona, facendo del welfare territoriale un fenomeno in crescita. «Queste misure permettono alle imprese, in particolare quelle medio piccole situate in una certa area, di aggregare le competenze e le risorse economiche per far fronte alla loro progettazione e realizzazione», spiega Francesco Bacchini, esperto di Diritto del lavoro all’università Milano-Bicocca. «Per raggiungere questo obiettivo le aziende coinvolgono nella fornitura dei beni e servizi erogati a propri dipendenti quanti più soggetti pubblici e privati operanti in quello stesso territorio di riferimento, incrementandone così le attività economiche e sociali».

 

La reputazione aziendale ci guadagna

 

I vantaggi, per le aree coinvolte in questi progetti, sono molti. «Intanto vengono create economie di scala territoriali di produzione di beni e soprattutto di servizi in grado di ottimizzare gli investimenti e ridurre i costi del welfare aziendale», prosegue il ricercatore. «Inoltre queste misure contribuiscono a creare nuova ricchezza e nuovi posti di lavoro nel territorio di riferimento e a sviluppare un sempre maggiore radicamento reputazionale intercettando le esigenze della popolazione». Ma sono anche le imprese decise a investire a ottenere diversi benefici. «Le aziende, soprattutto quelle piccole, riescono ad aggregare le proprie risorse economiche, progettuali e relazionali per strutturare e attuare misure di welfare aziendale che intercettino le esigenze non solo dei propri lavoratori, ma anche della popolazione del territorio», va avanti. «In questo modo ottimizzano gli investimenti, riducendo i costi di gestione e aumentando l’offerta, la qualità e la quantità dei beni e servizi erogati. Senza dimenticare che in questo modo le realtà produttive creano rapporti costruttivi con la collettività locale e, in particolare per le imprese di maggiori dimensioni, potenziando anche la propria immagine e reputazione».

 

Migliora la qualità della vita del territorio

 

A beneficiare dei servizi del welfare territoriale non sono solo i dipendenti delle realtà aziendali coinvolte, ma tutti i cittadini. In un circolo virtuoso che fa crescere tutta la comunità locale, migliorandone la qualità di vita. «Tutta la popolazione può usufruire di beni e, soprattutto, di servizi migliori, capaci di soddisfarne i bisogni in modo più efficiente», conferma Bacchini. «Questo perché le misure di welfare sono erogate a chilometro zero, con maggiori garanzie identitarie e di qualità». Il risultato è una crescita costante della coesione sociale. Inoltre vengono instaurate dinamiche economiche che possono innescare un circolo virtuoso capace di generare nuova ricchezza e nuovi posti di lavoro. Proprio per questo nel prossimo futuro questa nuova formula di welfare potrebbe crescere ancora, coinvolgendo sempre più comunità. «In questo senso sono avvantaggiati i distretti industriali nei quali l’integrazione produttiva fra imprese è più forte», conclude Bacchini.  «Attualmente la concentrazione maggiore di proposte si trova al Nord, soprattutto in Lombardia, Emilia Romagna e Piemonte. Ma anche al Sud, in aree a forte innovazione tecnologica, in particolari settori produttivi si evidenziano progetti e proposte in questa direzione».

 

L’esempio di Luxottica

 

Uno dei casi più virtuosi ha come protagonista il Veneto. In particolare la Luxottica di Agordo che, grazie alla collaborazione con il Comune, «ha potenziato i servizi sia per i bambini sia per i cittadini anziani. La multinazionale ha migliorato il funzionamento dell’asilo comunale. Dall’anno scolastico in corso la struttura rimane aperta fino alle 18, anche il sabato», conferma il sindaco, Sisto Da Roit. «Inoltre, per la prima volta sul nostro territorio è stato creato un centro dedicato agli anziani non autosufficienti affetti da diverse forme di demenza, che sarà inaugurato nel 2019». Senza il sostegno dell’azienda veneta per l’amministrazione non sarebbe stato possibile raggiungere questi risultati. «Purtroppo le risorse a nostra disposizione sono sempre troppo poche», afferma il primo cittadino. «Per questo la collaborazione con le aziende del territorio è molto preziosa. Luxottica ha investito, creando dei servizi che sono tagliati su misura anche per le esigenze dei propri dipendenti. Ma allargando la possibilità di usufruirne a tutta la cittadinanza». Attualmente queste misure sono rivolte non solo ai circa 4 mila lavoratori della multinazionale, ma anche alla popolazione di Agordo e dei Comuni limitrofi. «Queste collaborazioni sono ossigeno per le amministrazioni e rappresentano un’occasione di crescita per tutta la comunità», conclude Da Roit. Ecco perché la loro introduzione nel sistema produttivo italiano è considerata un traguardo di fondamentale importanza.

 

About the Author /

daniela.uva@tuttowelfare.info