Quando il welfare fa bene al territorio: le soluzioni on top del Gruppo Di Martino

Quando il welfare fa bene al territorio: le soluzioni on top del Gruppo Di Martino

Il gruppo siciliano ha adottato un regolamento interno suddiviso per fasce premianti. L’offerta è variegata, perché pensata per una popolazione aziendale mista, e attenta all’economia del distretto.

 

 

Un piano di welfare che guarda al territorio, secondo logiche on top che hanno il vantaggio di favorire i lavoratori, ma anche di generare nuove economie locali. È questo il progetto che partirà nel corso del 2020 alla Di Martino Spa, gruppo con sede legale a Catania e varie filiali in Italia e in Europa.

 

“Abbiamo lavorato in un’ottica di welfare liberale e partiremo quest’anno con un regolamento interno destinando delle cifre on top su tutta la popolazione aziendale. Il gruppo è composto da quattro aziende legate al settore automotive e altrettante alla logistica. Un progetto pilota è partito proprio con le aziende del comparto automotive: è stata una naturale evoluzione della distribuzione di cifre legate al raggiungimento degli obiettivi stabiliti dalla casa madre”, spiega Manuela Sparti, Responsabile del personale del Gruppo Di Martino.

 

In continuità con le politiche già applicate, si è deciso di partire coinvolgendo 270 persone che lavorano su tutti i marchi trattati dal Gruppo, tra cui Mercedes, Smart, Nissan e Volkswagen. “Al netto dei ragionamenti con una logica premiante, ci siamo orientati su logiche on top. Il lavoratore non ha la scelta ‘vecchio sistema’, ovvero la possibilità di ricevere la somma destinata al welfare in busta paga o in beni e servizi. Abbiamo stabilito direttamente un regolamento interno che identifica categorie omogenee”, aggiunge Sparti. “Su queste abbiamo individuato fasce di cifre premianti per i lavoratori, a seconda del loro ruolo e delle loro responsabilità. Lo step successivo è la partenza del welfare liberale”.

 

Una condizione da valutare con attenzione è stata la scelta di una piattaforma che offrisse un’ampia varietà di fornitori, ma che guardasse anche al territorio. “Mi piaceva lavorare in un’ottica di economia di sistema e di distretto, che si è un po’ persa con la diffusione dell’online. Per questa ragione ho scelto un provider che mi permettesse di fare una rete di connessioni agganciate al territorio”, spiega la Responsabile del personale.

 

Dopo un’attenta valutazione, è stata individuata la piattaforma della Randstad che garantisce una quota di convenzioni locali. A differenza di altri sistemi, che offrivano minore capillarità sul territorio, in questo caso “c’è stata la possibilità di agganciare le convezioni attive che avevamo creato noi come ufficio delle Risorse Umane alle offerte della piattaforma. Ho puntato tutte le scelte sull’economia di distretto che ritengo vincente”, ammette Sparti.

 

Un’offerta ampia per far fronte a esigenze differenti

 

Non è facile garantire la soddisfazione di tutti i bisogni, soprattutto in un gruppo come Di Martino che ha una popolazione aziendale mista. Il personale è composto, infatti, da una parte di sales, a cui sono agganciate parecchie figure professionali quali funzionari e gestori, e una parte di after sales, persone operative con qualifiche che vanno dall’apprendista meccanico al tecnico specializzato. A complicare ulteriormente la buona riuscita del progetto c’era da considerare anche la scarsa diffusione di strumenti di welfare tra le aziende del Sud Italia.

 

“In Sicilia i piani di welfare non sono così diffusi ed elargiti dalle aziende del territorio, perché non c’è un tessuto imprenditoriale tale da pensare anche a cicli premianti. Fondamentale è stata la scelta di una piattaforma che fosse il più comprensibile possibile e che avesse un paniere di servizi legati all’economia di vicinato. L’esperienza di una fruizione di welfare per noi diventa parte integrante del processo di total rewarding”, continua Sparti.

 

“Abbiamo scelto una piattaforma che sicuramente ha un front-end molto comprensibile, ma che prevede servizi non solo di tutela previdenziale, assistenziale e sanitaria, ma soprattutto una forte offerta in ambito culturale e di svago. Doveva essere un paniere rappresentativo di tutta la popolazione aziendale che non è omogenea”.

 

Un’offerta omnicomprensiva in grado di ottenere vantaggi per i lavoratori e per il territorio, che può incrementare gli scambi. “Avendo una formazione sociologica, mi piaceva l’idea di poter aiutare, nel nostro piccolo, la terra in cui viviamo: stiamo parlando di una rete di servizi che soddisfa una popolazione aziendale di 270 persone presenti in tutta la Sicilia. Non volevamo offrire un servizio che costringesse il lavoratore solo all’acquisto online, ma che potesse incrementare le economie dei distretti di appartenenza”, sottolinea Sparti.

 

Al momento, il piano è in fase di comunicazione ai primi livelli, i responsabili delle business unit. È, però, il lavoro di tre anni di ascolto e traduzione dei bisogni in offerta. “È chiaro che questa esigenza non nasce dall’idea di voler importare sul territorio siciliano altre esperienze fatte in città dove i piani di welfare sono più diffusi, ma si inserisce in un progetto di più ampio respiro”.

 

“Parte da un’indagine di clima a tappeto realizzata quasi tre anni fa, da cui emergeva non solo l’esigenza di avere un migliore bilanciamento tra vita privata e vita lavorativa, ma anche la volontà di ricevere un premio o comunque un corrispettivo variabile legato a prestazioni on top che non fosse soggetto alla tagliola della tassazione”. Un’esigenza, quindi, tarata su una alzata di mani collettiva. “Un messaggio che trasmetteva la volontà di avere un welfare aziendale in ottica win win per lavoratori, azienda e Stato”, conclude Sparti.

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