Meglio l’assistenza sanitaria del bonus

Meglio l’assistenza sanitaria del bonus

Secondo un recente studio statunitense, i dipendenti oggi si aspettano che la propria azienda li supporti anche affidandoli ai provider migliori per sostenere la loro salute fisica e mentale

 

Il 65% dei lavoratori sarebbe disposto a sacrificare bonus, ferie pagate e ore di lavoro flessibile in cambio di benefit in ambito sanitario. Lo rivela un nuovo studio condotto su 1.600 dipendenti e responsabili HR dalla società di cura One Medical, insieme con l’azienda di consulenza e risorse umane Workplace Intelligent. Secondo i dati raccolti dalla survey, i dipendenti oggi si aspettano che la propria azienda li supporti non solo offrendo i benefit più convenienti, ma anche affidandoli ai provider migliori per sostenere la loro salute fisica e mentale.

 

Dopo un anno stressante e impegnativo, i lavoratori sono dunque più interessati a un’offerta di welfare aziendale orientata a cure e prestazioni sanitarie, piuttosto di ricevere altri bonus dall’azienda. La maggioranza dei dipendenti intervistati ammette, infatti, che il proprio stato di salute è peggiorato durante la pandemia: più della metà del campione (54%) ha saltato o posticipato un controllo o una visita medica e il 33% ha rimandato anche le cure per i propri figli. La ragione principale va individuata nel timore ancora diffuso di contrarre il Covid-19 in particolare frequentando le strutture sanitarie, ma i continui rinvii hanno prodotto conseguenze spiacevoli per la maggioranza delle persone coinvolte nella ricerca.

 

Le cure mediche rimandate hanno reso ansiosi e preoccupati più della metà dei dipendenti (55%), impattando negativamente sulla salute fisica (45%) e mentale (49%) e sulle capacità lavorative (44%). Inoltre, l’80% dei Responsabili delle Risorse Umane si dice preoccupato del peggioramento della salute dei propri dipendenti registrato nell’arco dell’ultimo anno, nonché dell’aumento dei costi per la salute del personale, tra giorni di malattia e ore di lavoro perse, come effetto delle cure rinviate. Più di tre quarti dei leader HR (78%) prevedono, dunque, una crescita nei costi anche per il 2022, in media pari al 7,5%.

 

Fonte: Globe News Wire

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