Educazione finanziaria e secondo welfare: il modello Grameen Italia

Educazione finanziaria e secondo welfare: il modello Grameen Italia

Ispirata alla metodologia del Premio Nobel per la pace Muhammad Yunus, la Fondazione organizza corsi per favorire l’inclusione di chi non ha adeguate competenze economico-finanziarie. Facendo dell’attività di impresa uno strumento per attivare persone e territori.

 

 

Dal 2010, la Fondazione Grameen Italia opera per favorire l’inclusione finanziaria e sociale delle persone cosiddette “non bancabili”, rivolgendo particolare attenzione a coloro che si trovano in situazioni di fragilità socio-economica. A fare da bussola per modellare le metodologie operative che adotta, vi sono i principi individuati da Muhammad Yunus, insignito del Premio Nobel per la Pace nel 2006 per aver ideato lo strumento bancario del microcredito, avviando in Bangladesh la Grameen Bank.

 

La Grameen Bank è stata la prima banca a consentire l’accesso al credito in forma di “piccolo prestito” (da qui il nome “microcredito”) a persone in condizione di povertà. Fu una vera rivoluzione: tuttora il microcredito rappresenta uno strumento della finanza etica capace di rivoluzionare la vita di chi vuole fare impresa, ma si trova escluso dai canali bancari tradizionali.

 

Oggi il messaggio di Yunus si estende a un nuovo modo di pensare l’economia, che comprende gli aspetti della sostenibilità ambientale, economica e sociale. Abbiamo chiesto alla sede italiana di Fondazione Grameen una riflessione sul ruolo che l’educazione finanziaria ricopre nel cosiddetto “secondo welfare”.

 

L’educazione finanziaria come strumento di welfare

 

È noto come il fenomeno dell’esclusione socio-economica si accompagni frequentemente alla difficoltà nel comprendere e recepire informazioni di tipo economico-finanziario e, quindi, alla difficoltà di operare autonomamente nella gestione dei propri risparmi e del bilancio familiare.

 

Un complesso sistema di fattori contribuisce ad aggravare l’esclusione di chi non possiede adeguate competenze e nozioni di tipo economico-finanziario. Per questo, Grameen Italia ritiene che l’educazione finanziaria svolga un ruolo fondamentale e necessario nella lotta alla povertà e alla marginalizzazione.

 

Dall’attività di ricerca della Fondazione emerge come l’analfabetismo finanziario sia un tratto caratteristico della società italiana e diffuso in maniera pressoché omogenea tra le varie fasce della popolazione.

 

La Fondazione si è chiesta se fosse possibile alimentare la domanda di educazione finanziaria attraverso l’offerta di corsi di formazione studiati ad hoc per renderne stimolante l’apprendimento, partendo dal presupposto che questa forma di educazione debba inserirsi in un percorso di sviluppo complessivo della persona.

 

Dal 2014, Grameen Italia conduce corsi di educazione finanziaria volti a coinvolgere i partecipanti in una vera e propria elaborazione di tipo laboratoriale di contenuti economico-finanziari, dando particolare risalto agli insegnamenti del professor Yunus.

 

In particolare, i corsi trattano di gestione del risparmio e del bilancio familiare, di strumenti di pagamento e di finanziamento, di lavoro e distribuzione del reddito, con un occhio di riguardo al tema della microimprenditorialità e dell’impresa con finalità sociali. Gli interventi educativi sono rivolti, in via preferenziale, ai giovani e alle persone più in difficoltà.

 

L’agricoltura, un settore privilegiato

 

Yunus insegna come l’attività di impresa possa elevare l’individuo, risollevare un territorio e ri-attivare una comunità, se condotta per perseguire una o più finalità sociali, nel rispetto dei diritti dei lavoratori e dell’ambiente.

 

È in questo solco ideale che Grameen Italia ha deciso di rivolgere parte delle attività a favore delle aree rurali, con particolare riferimento alle aree interne che rappresentano circa il 60% del territorio nazionale. Le aree rurali e interne non sono solo un grande patrimonio ambientale da tutelare, ma anche antiche custodi di saperi in via di estinzione.

 

Negli ultimi decenni il fenomeno dell’abbandono e dello spopolamento ha caratterizzato gli andamenti demografici di queste zone. Per questo, negli ultimi anni Grameen ha dedicato attenzione al design e all’implementazione del “Modello Social Farm”: un modello di incubazione che replica la metodologia Grameen in ambito agricolo.

 

Attraverso la co-progettazione e la cooperazione con imprese, enti pubblici e altre organizzazioni della società civile, la Fondazione promuove lo sviluppo dell’attività di impresa in ambito agricolo, agevolando l’acquisizione di competenze tecniche specifiche e collaborando allo sviluppo di filiere sostenibili.

 

L’educazione finanziaria delle donne migranti e vittime di tratta

 

Nel 2019, Fondazione Grameen Italia ha preso parte al progetto “Ora che sappiamo”, ideato e realizzato da Acli Bologna e rivolto a donne migranti e vittime di tratta, particolarmente bisognose di interventi di welfare e di educazione finanziaria per trasformarsi da vittime o beneficiarie di sostegno in protagoniste delle loro vite e del loro lavoro.

 

Spesso le persone che si trovano in queste condizioni vengono inserite in progetti che cercano di fornire loro strumenti per la ricerca attiva del lavoro. Ma non è sufficiente. Grameen cerca di trasformarle da “cercatrici” di lavoro a “creatrici” di lavoro, per sé e per altri. Un’ottica rivoluzionaria, che ribalta la prospettiva: le donne diventano parte attiva del welfare che coinvolge loro e i loro figli e non solo fruitrici passive di misure sociali.

 

Per loro Grameen ha pianificato un corso di educazione finanziaria e pianificazione di impresa, per fornire a ogni donna gli strumenti per riflettere su di sé, sulle competenze acquisite e su quelle da acquisire, nonché sulle opportunità (ma anche i rischi) connessi all’attività di impresa.

 

Lavorando insieme sul modello di business, le partecipanti al corso hanno potuto riflettere sul concetto di valore, sull’importanza delle relazioni e, non da ultimo, sulla rilevanza di un’attenta gestione delle risorse, tangibili e intangibili, economiche e non. Al termine del corso, ogni donna ha presentato al gruppo il proprio progetto di impresa.

 

L’ultimo step del percorso è stato fondamentale: la fierezza e il compiacimento mostrati durante l’esposizione dei progetti sono il segno che il risultato è stato raggiunto.

 

Perché l’educazione finanziaria si inserisce di diritto nel “secondo welfare”

 

Educazione finanziaria, attività di impresa, inclusione sociale. Su questi tre pilastri si fonda l’approccio di Grameen alla lotta all’emarginazione. Diffondere la cultura economica e finanziaria e favorire l’accesso al credito per svolgere attività di impresa sono elementi fondamentali per le persone impegnate nello sviluppo di nuove attività. Le difficoltà sono innumerevoli, ma la tenacia e la forte motivazione aiutano ad aiutare.

 

Oggi è necessario diffondere business sociali capaci di affiancare il sistema del welfare pubblico e superare le logiche assistenzialistiche che spesso soffocano l’acquisizione di autonomie, per esempio nell’erogazione dei servizi alla persona. Grameen Italia stimola l’iniziativa privata a carattere sociale, per favorire la presa in carico di bisogni comuni.

 

Non c’è iniziativa privata senza un’adeguata formazione, capace di sviluppare una forte attitudine all’intraprendere. Non a caso si parla di mind-set imprenditoriale: una mentalità dotata di propensione al rischio e lungimiranza, che può essere “allenata” a rispondere alle necessità del circostante.

 

Spesso basta poco per dotare un progetto di impresa tradizionale delle caratteristiche necessarie a rispondere, se pur in misura minima, alle esigenze sociali di un dato contesto o di una data popolazione. L’educazione finanziaria è uno degli strumenti che Grameen Italia utilizza per affrontare le sfide del presente, aiutando anche giovani e persone in difficoltà a diventare imprenditori sociali.

 

Occorre farsi carico in prima persona del welfare sociale, con entusiasmo, professionalità e sostenibilità economica. Grameen Italia parla anche di social business: il modello di impresa con finalità sociali ideato da Yunus.

 

La Fondazione collabora con la rete degli Yunus Social Business Centre (YSBC). Il dipartimento di Scienze Aziendali dell’Università di Bologna ha aperto un YSBC che si occupa di ricerca e di formazione sui temi della sostenibilità, dell’innovazione sociale, della finanza d’impatto, del microcredito e della educazione finanziaria. Come diceva il filosofo e pedagogista John Dewey, “l’istruzione non è preparazione alla vita, l’istruzione è la vita stessa”.

About the Author /

chiara.pazzaglia@este.it