Pmi al centro

Pmi al centro

WelfareImpresa, il neonato raggruppamento di specialiste del settore sorto in seno a Confindustria Federvarie, vuole dare voce ai bisogni delle piccole e medie imprese, diffondendo conoscenza e cultura.

 

Data  a inizio anno la presentazione ufficiale di WelfareImpresa, un raggruppamento di società specializzate nei servizi d’area che agisce sotto l’egida di Confindustria Federvarie. Nove sono le sigle che vi aderiscono e la capofila Welfare Company è presente sul mercato di riferimento da circa un quarto di secolo. Al suo fianco e sotto la presidenza di Chiara Fogliani operano Poste Welfare Servizi, UniSAlute, QUI! Group, Repas, Più Buono, Assiteca, Pulsar Risk e Olimpia Agency. «Più recentemente è entrato a fare parte della squadra anche l’Istituto Nazionale per il Welfare», ha detto Chiara Fogliani in un’intervista a Tuttowelfare.info «e naturalmente sono già stati aperti ulteriori canali di contatto con altri player interessati». L’idea di fondo è quella di diventare, in ambito confederale, «un punto di riferimento» per quanti a vario titolo intendono ritagliarsi un ruolo sullo scenario dei servizi di welfare. E di dare voce così «a tutte le società che si occupano ad ampio spettro dei servizi e delle prestazioni previste dagli articoli 51 e 100 del Tuir (Testo unico imposte sul reddito, ndr)». Da qui deriva la decisione di dialogare e collaborare non soltanto con «le realtà attive nella gestione di piattaforme e piani di welfare» bensì pure con «soggetti in grado di offrire contenuti e network». L’obiettivo, secondo Fogliani, è quindi presentarsi «come una vera e propria filiera che aiuti le istituzioni e le imprese di piccole, medie e grandi dimensioni a orientarsi in un segmento di attività decisamente dinamico e dotato di un grande potenziale». La filosofia che ha ispirato e ispira le mosse di WelfareImpresa è d’altronde inequivocabile: «È fondamentale ricordarsi», ha osservato Chiara Fogliani, che è anche alla guida di The Welfare Company, «che il welfare è anzitutto un investimento, uno strumento moltiplicatore di benessere, strettamente legato al miglioramento della qualità di vita in azienda e fuori».

 

Verso un salto di qualità

 

Tuttavia sino a questo momento a implementare strategie strutturate sono state per lo più le grandi aziende, pioniere «nell’intuirne i benefici e attivarsi in questa direzione». Ora, è tempo di ampliare la base dei beneficiari rendendo la proposta «appetibile anche per le piccole e medie aziende che da sole rappresentano oltre il 90% del tessuto imprenditoriale nazionale». La conquista di questa fascia di fruitori «anche attraverso politiche e incentivi specifici rappresenterebbe un indubbio salto di qualità a tutto vantaggio del sistema welfare italiano». Ecco perché nel muovere i suoi primi passi il neonato team di WelfareImpresa ha posto un forte accento sullo sviluppo e la diffusione di una cultura all’altezza. «Intendiamo rispondere alle esigenze delle Pmi», ha detto Fogliani, «promuovendo e consolidando l’introduzione di strumenti sempre più innovativi e adattabili. Ma anche diffondendo adeguate conoscenze e divulgando, tramite studi e ricerche, le buone pratiche che sono già in atto nel nostro Paese». Su un diverso livello l’idea è quella di interfacciarsi con le Istituzioni centrali per verificare la possibilità di estendere anche al Pubblico le iniziative di welfare disponibili presso i privati e le relative logiche legate alla produttività. Ancora, a detta di Chiara Fogliani, «l’associazione contribuirà a favorire il completamento della normativa e rendere più organico e coerente il sistema di incentivi varato negli ultimi anni, soprattutto con la legge di Stabilità del 2016». Dinanzi a sé WelfareImpresa ha chiaramente vasti margini di azione e soprattutto un terreno reso fertile dalle criticità che sempre più pesano sul modello del welfare statale, fra tendenze demografiche e correlato boom della spesa sanitaria, giunta a 37 miliardi; e crisi economica. Nessuno – e Fogliani è stata in proposito estremamente decisa – intende in questa fase «sostituirsi allo Stato» quanto piuttosto supportarne efficacemente le prerogative, in linea con quanto previsto dalle politiche interconfederali e dagli accordi Confindustria-sindacati. «Occorre una sempre maggiore collaborazione da parte di tutti gli attori coinvolti nelle politiche di welfare per far sì che le esigenze fondamentali dei lavoratori e delle loro famiglie non cadano inascoltate», ha commentato, a questo proposito, la presidente Chiara Fogliani.

 

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