Il welfare anti-Covid di Ferrari

Il welfare anti-Covid di Ferrari

Ferrari, dopo aver chiuso il 2020 in calo del 13% rispetto all’anno precedente, ha deciso comunque di premiare i dipendenti degli stabilimenti italiani

 

Cala il fatturato, ma aumenta il premio per dipendenti e il welfare si arricchisce di nuovi servizi. Succede in Ferrari, brand più rappresentativo dell’Italia nel mondo. Il mercato automobilistico italiano è stato uno dei più colpiti dalla pandemia e nel 2020 ha subito un calo di quasi il 30% rispetto al 2019; l’azienda di Maranello non è stata da meno, perché ha chiuso l’anno con un utile in calo del 13%. Questa situazione rende ancora più significativa l’iniziativa che vede, da aprile 2021, l’assegnazione ai dipendenti di un’integrazione di 2.100 euro lordi del Premio di competitività per il 2020, basato su indicatori di performance aziendale, facendo arrivare il valore base complessivo per ciascun lavoratore a 7.526,14 euro. E a questo si aggiunga che nel 2020 i lavoratori del Cavallino sono aumentati del 6,3% (oltre 4.500 nel mondo).

 

L’aumento del premio si somma, inoltre, alla misura già in atto che consente di considerare come giorni lavorativi anche quelli del periodo di sospensione dell’attività produttiva (cioè dal 16 marzo al 4 maggio 2020). Durante queste sette settimane i dipendenti di Ferrari, la cui mansione era incompatibile con il lavoro a distanza, hanno ricevuto regolarmente lo stipendio, senza ricorso agli ammortizzatori sociali, ma con permessi retribuiti a carico dell’azienda. Non sono considerate ai fini del calcolo dell’entità del premio nemmeno le assenze che, sulla base di specifiche certificazioni, risultano causate dall’evento straordinario della pandemia. Queste misure permetteranno alla vasta maggioranza dei lavoratori di ottenere un Premio maggiorato del 7%.

 

Il welfare non si ferma neppure con la pandemia

 

Ai lavoratori di Ferrari, però, non spetta solo la maggiorazione del premio. L’azienda si è sempre distinta per l’erogazione di servizi di welfare. E nella pandemia di Covid-19 è stata tra le prime in Italia a offrire alle proprie persone e ai loro familiari i test sierologici su base volontaria e la prima in Emilia Romagna ad aver introdotto, a novembre 2020, i tamponi rapidi (con circa 15mila somministrazioni). Ma non è finita qui, perché il Cavallino ha inoltre messo a disposizione delle Aziende di unità sanitaria locale (Ausl) le proprie infrastrutture per effettuare gli screening e, non appena sarà possibile, si è detta disponibile per fare la propria parte nella campagna vaccinale della popolazione contro il coronavirus.

 

Nell’anno di esplosione della pandemia non è neppure diminuita l’attenzione alla formazione e al benessere dei collaboratori: l’azienda ha erogato oltre 63mila ore di formazione, in gran parte da remoto, in crescita di circa l’11% rispetto alle 57mila ore del 2019. Il progetto chiamato Formula Benessere ha garantito, in una fase in cui diverse strutture sanitarie hanno limitato o sospeso le attività, oltre mille visite specialistiche per i lavoratori e per circa 650 bambini figli di dipendenti, sottoposti a un check up medico che comprende varie visite specialistiche. Sempre per i più piccoli è stato organizzato il centro estivo, il rimborso del costo dei libri scolastici per i figli di circa 700 lavoratori e l’erogazione di 57 borse di studio per gli studenti più meritevoli. Il più recente servizio attivato si chiama Al posto tuo e permette a tutti i dipendenti di accedere a un service point per il disbrigo delle loro incombenze burocratiche.

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