Pensione di base: gli adeguamenti nel 2019

Pensione di base: gli adeguamenti nel 2019

L’anno nuovo porta con sé una novità in materia di previdenza. Si chiamano adeguamenti e vanno a incidere sui requisiti per accedere alla pensione di base.

 

In questi giorni, l’attenzione pubblica è tutta concentrata sul possibile superamento della Legge Fornero e su Quota 100. Poco spazio viene, invece, dedicato a quello che, riguardo le pensioni degli italiani, è già certo. Ovvero, l’entrata in vigore, dal 1° gennaio 2019, della circolare Inps 62/2018 in tema di adeguamento dell’età pensionabile sulla base delle ricerche ISTAT riguardo l’innalzamento della speranza di vita.
Come previsto dalla Legge Fornero (tuttora in vigore), la circolare interviene concretamente sui requisiti per accedere all’assegno pensionistico nel biennio 2019-2020 prevedendo un aumento dell’età pensionabile in modo tale che questa si adegui all’invecchiamento del nostro Paese. Si tratta di un aumento della permanenza nel mondo del lavoro di circa 5 mesi prima di poter accedere all’assegno pensionistico.

 

Come cambiano i requisiti per accedere alla pensione

 

  • Pensione di vecchiaia: da 66 anni a 7 mesi a 67 anni per tutti. Restano invariati, invece, i 20 anni di contributi richiesti.
  • Pensione di vecchiaia contributiva: si passa da 70 anni e 7 mesi a 71 anni di età. Nessun cambiamento andrà a intaccare i 5 anni di anzianità contributiva.
  • Pensione anticipata contributiva: innalzamento di 5 mesi, ovvero da 63 anni e 7 mesi di età a 64 anni. L’anzianità contributiva resta inalterata, 20 anni.
  • Pensione anticipata: per gli uomini, è previsto un adeguamento da 42 anni e 10 mesi a 43 anni e 3 mesi di contributi, mentre per le donne da 41 anni e 10 mesi a 42 anni e 3 mesi.
  • Lavoratori precoci: vengono richiesti 41 anni e 5 mesi di anzianità contributiva e non più solo 41 anni.

L’aumento dell’età pensionabile, però, non è previsto per tutti: i requisiti per lavori usuranti, con turni o riconosciuti come gravosi non subiscono alcuna modifica. Pertanto, i lavoratori di tali categorie potranno continuare ad accedere alla pensione di vecchiaia all’età di 66 anni e 7 mesi a condizione che abbiano maturato un’età contributiva pari ad almeno 30 anni e non 20. Anche nel caso degli esodati sono attese alcune salvaguardie: l’adeguamento dell’età pensionabile, deciso dalla Legge Fornero 2011, aveva, infatti, previsto delle agevolazioni per coloro che erano rimasti senza lavoro per motivi indipendenti dalla propria volontà ed in età avanzata.

 

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