Benessere mentale e lavoro, crescono le richieste di aiuto
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Benessere mentale e lavoro, crescono le richieste di aiuto

Quasi un lavoratore italiano su quattro (il 23%) ammette di avere difficoltà professionali o personali e professionali. È questo quello che emerge da 8040 consulenze richieste a Stimulus Italia, società di consulenza per il benessere psicologico nei luoghi di lavoro, dai lavoratori nei primi sei mesi del 2023. A preoccupare gli intervistati sono soprattutto le relazioni con i superiori, il carico mentale e problemi di benessere nello svolgimento del proprio incarico. Dai dati di Stimulus Italia emerge un aumento delle richieste di consulenza psicologica. Le richieste di aiuto sono variegate, si va dai casi di stress e sovraccarico agli stati di ansia, depressione o insonnia.

Numeri su cui riflettere, a pochi giorni dal World Health Mental Day, la Giornata mondiale della Salute Mentale, che si celebrerà il prossimo 10 ottobre e che fanno il paio con i dati che emergono dal Mind Health Report 2023, una ricerca condotta Ipsos e promossa dal Gruppo Axa, che ha preso in esame un campione di 30.600 persone di età compresa tra i 18 e i 74 anni provenienti da 16 Paesi, secondo cui gli italiani, assieme ai giapponesi, sono la popolazione con il minor numero di persone che sente uno stato di pieno benessere mentale.

Nello specifico in Italia nel 2023 più di un italiano su due (56%) afferma di essere affetto da stress, il disturbo mentale più diffuso a livello globale. Si tratta di un dato in forte aumento (+8%) rispetto al 2022. Inoltre, il 48% degli intervistati italiani dice di sentirsi solo. Più colpite da disturbi di malessere psicologico le donne, il 40% delle quali mette in dubbio le proprie capacità per via del genere, mentre una su tre afferma di aver ricevuto commenti indesiderati sul proprio genere. In seconda battuta ci sono i  giovani, il 38% dei quali afferma che tecnologia e social avrebbero un impatto negativo sul loro benessere mentale. La ricerca IPSOS, inoltre, sottolinea come solamente il 15% dei lavoratori italiani si senta “in flow” sul posto di lavoro, ovvero con uno stato mentale altamente produttivo.

La buona notizia riguarda la presa di coscienza di questa situazione da parte degli italiani e la loro disponibilità sempre maggiore a chiedere aiuto visto che oltre il 60% si rivolge a medici e specialisti per la diagnosi delle malattie mentali. Un cambio di passo che si riflette anche nel mondo del lavoro come spiegato anche da Martina Cassani, psicologa e consulente di Stimulus Italia: “Abbiamo una buona e una cattiva notizia per quanto riguarda il benessere psicologico nelle aziende italiane. La cattiva notizia: gli stati di malessere sono più numerosi. La buona notizia: le persone sono più disponibili a chiedere aiuto”. Anche per questo, probabilmente, sono in costate ascesa le aziende che offrono servizi di supporto psicologico ai propri dipendenti.

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