Genitori e lavoro, un rapporto complicato. I numeri dell’Osservatorio Fater

Genitori e lavoro, un rapporto complicato. I numeri dell’Osservatorio Fater

Quasi una madre su due (il 47%) dichiara di sentirsi sola, un numero che riguarda anche il 30% dei padri. Sono dati sconfortanti quelli che emergono dal primo Osservatorio Fater – joint venture paritetica tra Angelini Industries e Procter & Gamble – in collaborazione con l’istituto di ricerca Eumetra, presentati alla quarta edizione degli Stati Generali della natalità, organizzati da Fondazione Natalità a Roma. La ricerca, condotta su un campione di 3mila genitori in attesa, o con figli in età compresa da 0 a 6 anni, evidenzia anche il profondo senso di inadeguatezza provato dai neo genitori e che riguarda il 49% delle donne e il 33% degli uomini. Come se non bastasse, oltre 3 genitori su 4 (il 76%) temono di non fare abbastanza per il proprio figlio, mentre il 62% dichiara di non riuscire a dedicare il tempo e l’energia necessarie all’accudimento dei figli. Per questo motivo, il  59% dei genitori sente la necessità di avere qualcuno a cui potersi appoggiare, mentre un genitore su 4 raggiunge un  livello di “stress parentale” molto alto.

 

“Il quadro emerso conferma le preoccupazioni della parte socio economica, quindi, bassi redditi, precariato del lavoro, soprattutto sulla parte femminile, ma fa anche emergere opportunità in tutta quella che è la parte più psicologica e culturale. I genitori italiani ci hanno parlato di solitudine psicologica e senso di inadeguatezza”. commenta Antonio Fazzari general manager and chief operating officer Fater, che prosegue: “I genitori ci chiedono di essere aiutati attraverso un ecosistema positivo che attraversi aziende e comunità e dia loro delle risposte”.

 

Genitorialità e lavoro
L’ISTAT certifica che il 38% delle mamme non lavorano o sono in maternità, ma secondo la ricerca dell’Osservatorio Fater, prima di avere figli l’87% delle intervistate aveva un lavoro e la maggioranza (59%) dopo essere diventata madre vorrebbe tornare a lavorare, a patto di avere accesso al il part-time o a soluzioni flessibili. Per questo motivo, i neogenitori hanno le idee molto chiare quando si tratta di conciliare vita privata e lavoro. Più di uno su due (56%) vorrebbe una maggiore flessibilità degli orari, mentre il 43% vorrebbe avere la possibilità di lavorare in smartworking. Aspettative, queste, molto spesso deluse perchè, emerge dalla ricerca, poco più di un’azienda su quattro concede flessibilità oraria (il 27%) e smartworking (28%), Inoltre, quasi un neogenitore su due (46%), vorrebbe un’integrazione dello stipendio, un desiderio che però viene promosso solamente dal 9% delle imprese.

 

In un contesto del genere, in cui i neogenitori faticano moltissimo a prendersi cura dei loro figli (e spesso per farlo le mamme decidono di rinunciare al proprio lavoro, come certificato dall’Ispettorato nazionale del lavoro) non sorprende il record negativo di nascite raggiunto nel 2023, con meno di 400.000 nuovi nati. Per invertire la tendenza è necessario un cambio culturale e anche il mondo del lavoro è chiamato a fare la sua parte, a cominciare proprio dalle politiche di welfare aziendale, che potrebbero fare la differenza per migliaia di genitori.

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