Gli uffici del futuro: più attenzione alla sostenibilità e alla qualità di servizi e strutture

Gli uffici del futuro: più attenzione alla sostenibilità e alla qualità di servizi e strutture

Se le aziende si stanno già riorganizzando per offrire maggiore flessibilità ai loro dipendenti, ormai abituati all’alternanza smart working-ufficio, il prossimo step per continuare ad essere competitive nell’attrazione dei talenti sarà quello di riorganizzare fisicamente lo spazio dell’ufficio. L’ambiente lavorativo si deve infatti progressivamente adattare alle nuove esigenze dei dipendenti, che vedono sempre più l’ufficio non come un posto dove rimanere inchiodati alla scrivania per otto ore, ma come un luogo di condivisione e team building. Secondo alcuni recenti sondaggi condotti tra lavoratori e aziende da CBRE Italy (colosso mondiale nella consulenza immobiliare), l’ufficio continuerà infatti a rimanere un elemento importante nel mondo del lavoro, non destinato a non scomparire (a dispetto di quanto presagito da alcuni in pieno lockdown), ma a trasformarsi.

 

Questo anche alla luce di un trend in fase di stabilizzazione, che vede un alto numero di lavoratori italiani che usufruiscono di un modello di lavoro ibrido casa-ufficio (43%), sebbene si tratti di una percentuale inferiore a quella europea e globale (58%). È sempre forte il desiderio di continuare a privilegiare le modalità di lavoro flessibili (preferite dal 67% degli intervistati italiani del report di CBRE), in particolare quelle che consentono di trascorrere la maggior parte della settimana a casa (indicate come migliori dal 43% degli intervistati).

 

Come anticipato prima però, alla flessibilità sulla scelta del luogo di lavoro si accompagna il desiderio di legami sociali con i colleghi, per questo molte aziende spingono i dipendenti ad un ritorno almeno parziale in ufficio con l’obiettivo di aumentare la produttività attraverso il lavoro di networking. Tuttavia, per aumentare la soddisfazione dei lavoratori e rendere più attraente il luogo di lavoro, diventa oggi fondamentale offrire spazi qualitativi, ben attrezzati e serviti, studiati per queste nuove forme di lavoro flessibile.

 

Tra i fattori più desiderabili dalla grande maggioranza dei lavoratori italiani intervistati da CBRE emergono: le caratteristiche ambientali (luce naturale, migliore qualità dell’aria, acustica, ecc.), la disponibilità di spazi per concentrarsi sul lavoro o per fare networking con i colleghi, le opportunità di benessere/relax e dotazioni di tecnologie avanzate.

 

Non sembra essere invece necessario ridurre le dimensioni degli uffici: è sufficiente efficientarli, per esempio riducendo le postazioni singole e personalizzando gli spazi in base alle esigenze specifiche dei team. Intervistando multinazionali che prendono in affitto uffici anche in Italia, è emerso infatti che la maggior parte degli occupier (66%) non ha intenzione di ridurre gli spazi a propria disposizione nei prossimi tre anni, preferendo invece efficientare gli uffici o lavorare sulla revisione delle condizioni contrattuali. Per esempio, le aziende puntano a trovare location con ottimi collegamenti con la rete di trasporto pubblico e buone dotazioni per i mezzi privati, in modo da offrire ai propri dipendenti efficienza negli spostamenti e ridurre il tempo perso durante il tragitto casa-lavoro.

 

Inoltre si privilegia la scelta di uffici energeticamente efficienti, di qualità e con elevati standard di sostenibilità ambientale e sociale: il 73% delle aziende rispondenti ritiene prioritaria la riduzione dei consumi e l’aumento dell’efficienza energetica nella selezione dei propri uffici. La bassa qualità degli uffici infatti influenza negativamente la volontà di recarsi in loco per svolgere le proprie mansioni lavorative, in particolare per le generazioni più giovani.

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