I figli caregiver vogliono informazioni chiare e supporto psicologico

I figli caregiver vogliono informazioni chiare e supporto psicologico

L’86% delle persone alle prese con la gestione di genitori anziani o familiari con fragilità è donna ed ha più di 50 anni. Ma solo il 25% delle aziende ha introdotto nei  piani welfare servizi su misura per lavoratori caregiver.

 

Con l’aumento dell’invecchiamento della popolazione e il peggioramento del sistema di welfare nazionale spesso a prendersi cura dei genitori anziani sono i figli. Di questi l’86% è donna e una su tre non riceve nessun aiuto. Nemmeno tra quelle che hanno una occupazione: solo una lavoratrice su quattro accede infatti ad agevolazioni come part time o smart working. A scattare la fotografia è stato il Libro Bianco 2018 La salute della donna – Caregiving, salute e qualità della vita, realizzato da Onda, Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere, col supporto di Farmindustria. Un esercito che, secondo gli ultimi dati Istat, conta  più di 15 milioni di persone, ancora senza tutele, alle prese con un impegno che impatta notevolmente sulla loro salute psicofisica, sugli stili di vita e, per chi lavora, anche sulla produttività. Non a caso, in base alle ultime ricerche, il 25% delle aziende nazionali ha introdotto nei propri piani welfare servizi in grado di dare sollievo ai dipendenti che gestiscono familiari ammalati o con delle fragilità. E lo fanno con diverse modalità. «Ci sono aziende che si affidano a piattaforme di welfare che prevedono, tra le opportunità, servizi domiciliari (es. badanti)  e realtà aziendali che mettono a disposizione dei loro dipendenti programmi più articolati e studiati su misura che includono il sostegno psicologico piuttosto che sportelli di orientamento, ricerca di soluzioni assistenziali, sanitarie o formule di residenzialità  di sollievo per i familiari malati durante i periodi estivi», interviene Silvia Turzio, Co-fondatrice di VillageCare, società di consulenza specializzata nel supporto ai caregiver. «Ma il percorso verso una sistematizzazione di valore che porti a un buon work life balance è ancora lungo».

 

Donne 50enni il target più in difficoltà

 

Silvia Turzio

Lo confermano anche i dati degli Osservatori Dipendenti caregiver e Famiglie di VillageCare. «La maggior parte delle persone che si rivolge a noi è costituita da donne cinquantenni il 45% delle quali alle prese con la gestione di genitori con patologie cognitive e cognitivo-motorie e oltre il 30% con disagi fisico-motori», spiega Turzio. «Tra le loro esigenze spicca quella di avere un supporto psicologico (40%) oltre alla chiarezza delle informazioni».
Già perché è vero che oggi sul mercato si possono trovare diverse società che a vari livelli sono in grado di dare supporto ai caregiver, ma non tutte le persone hanno strumenti e tempo per selezionare la migliore al costo più competitivo. «Capire il rapporto qualità prezzo nel settore socio sanitario italiano non è cosa semplice anche a causa della frammentazione del mercato», precisa Turzio. «Per una persona alle prese con la gestione del genitore anziano, invece, reperire informazioni aggiornate in modo fluido e veloce è fondamentale, così come la flessibilità del servizio richiesto». Questo risulta dall’esperienza maturata sul mercato da VillageCare. «Attualmente siamo presenti sulle 4 principali piattaforme di Welfare aziendale presenti in Italia il che ci mette in contatto con un bacino potenziale di 5 milioni di persone alle quali mettiamo a disposizione il nostro background nella gestione degli anziani e delle persone con fragilità sviluppato in anni di lavoro nel settore pubblico e privato. Un’ esperienza che ci ha permesso di conoscere da vicino le vere esigenze dei caregiver e di mettere a punto servizi mirati in grado di dare loro delle risposte. Il tutto grazie anche a una profilazione delle famiglie con sistemi evoluti di Crm», conclude l’esperta.

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