Così il tempo diventa un benefit

Così il tempo diventa un benefit

Da settembre alla Salvagnini Italia i dipendenti lavoreranno 38 ore settimanali, ma verranno pagati come se ne lavorassero 40. Nel nome di un miglior work-life balance e della produttività.

 

«L’energia è la risorsa più preziosa di ogni manager», scrive Sophie Devonshire, nel suo saggio Superfast how to lead at speed, diventato best seller in tutta Europa  per aver dato una risposta alla domanda che sta diventando un vero tormentone nelle imprese di oggi, ovvero:  come è possibile lavorare con profitto senza soccombere ai nuovi ritmi super-veloci  imposti dallo sviluppo della tecnologia e dalla digitalizzazione aziendale. La soluzione sembra stare nel saper gestire le proprie energie in maniera proficua per se stessi e per il rendimento in azienda. Il che significa non lavorare h24, ma concedersi parentesi di relax con la famiglia, gli amici o semplicemente  passare del tempo facendo sport, passeggiando, leggendo, facendo quello che più ci piace. Solo così sarà possibile ricaricare le pile, trovare di nuovo energia e motivazione al lavoro.
E così il tempo entra a pieno titolo anche nei piani di welfare. Lo hanno capito bene alla  Salvagnini Italia di Sarego (Vi), azienda che progetta, produce e vende macchine e sistemi flessibili per la lavorazione della lamiera. Qui  il management, in collaborazione con i rappresentanti sindacali di Fim Cisl, Fiom Cgil e Rsu ha messo a punto un accordo integrativo che prevede una riduzione di orario di lavoro di due ore: se ne lavoreranno 38 a settimana ma con un salario di 40 ore retribuite. Per due terzi le due ore in più in busta paga saranno pagate dall’azienda e per un terzo dai dipendenti che useranno i loro permessi dal monte ore annuale, hanno spiegato i sindacati al Corriere della Sera. Obiettivo dimostrare che anche con due ore in meno di lavoro le performance resteranno elevate. E’, appunto, una questione di organizzazione. Si parte a settembre in via sperimentale con l’introduzione del fine settimana lungo che prevede la chiusura alle  14 del venerdì e se non ci saranno intoppi a gennaio l’orario ridotto entrerà in vigore per tutti i 750 dipendenti.

 

Largo anche allo smart working e all’orario di entrata flessibile

 

Una decisione storica che è partita dalla volontà dei vertici aziendali di andare incontro all’esigenza dei lavoratori di coniugare meglio tempi di lavoro e vita privata. L’integrativo comprende anche un premio di risultato, 3.400 euro lordi che i dipendenti potranno scegliere se ottenere integralmente in welfare; l’orario flessibile di entrata dalle 8 alle 8.30 per tutti, l’introduzione della possibilità di lavorare due giorni da casa con lo smart working, due giorni in più di permesso paternità ai neo-papà e part-time fino al 13% della forza lavoro.

 

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