Stare bene per lavorare meglio
Hey guys. Beautiful alert red-haired young woman smiling and talking with her co-workers sitting at the table and having coffee

Stare bene per lavorare meglio

Le strategie di welfare sono sempre più importanti per lavorare meglio nelle aziende. Lo dimostrano Ideal Standard e Fastweb, che hanno riorganizzato i loro programmi di benefit e servizi, partendo dall’ascolto dei dipendenti e dal loro coinvolgimento.

 

Il welfare è prendersi cura delle persone nel tempo che trascorrono in azienda. È una delle declinazioni delle strategie di benessere messe in campo dalle imprese, luoghi nei quali le persone trascorrono oltre un terzo delle loro giornate.

 

Per questo sempre più aziende hanno l’esigenza di ripensare e riorganizzare i propri programmi di welfare, per favorire il benessere e la salute dei loro dipendenti, perché non si può scindere la performance dell’azienda dal benessere, fisico e mentale, dei suoi lavoratori.

 

Ideal Standard e Fastweb sono tra queste. Valentina Conte, Training & Development Organization Expert di Ideal Standard, e Francesca Fossi, Senior Manager of Welfare di Fastweb, raccontano come funzionano i programmi di welfare e quali sono le iniziative attivate dalle rispettive imprese per tutelare il benessere dei propri dipendenti.

 

Ascoltare le esigenze dei dipendenti

 

La sfida per un piano di welfare è quella di riuscire a mettere insieme esigenze diverse per cercare di coinvolgere la più ampia popolazione aziendale possibile. Per farlo è necessario partire dall’ascolto delle necessità e delle criticità dei dipendenti.

 

“Da summit e focus group abbiamo rilevato quattro bisogni principali nella popolazione aziendale: avere tempo da dedicare ad attività per la cura di sé; relazionarsi, stare insieme e conoscere i colleghi; essere coinvolti rispetto all’azienda, conoscerne la storia e i prodotti; e una migliore conciliazione vita-lavoro”, dice Conte.

 

Il programma di welfare dell’impresa varia dai check up annuali al medico in azienda disponibile per visite, consulti e certificati; dai consigli sulla postura da parte di esperti che visitano gli uffici ai corsi di sensibilizzazione sulle distrazioni in auto; dall’adattamento degli orari lavorativi per andare incontro alle esigenze personali dei dipendenti allo Smart working.

 

Fastweb ha, invece, introdotto un sistema di welfare cinque anni fa. “È stato il nuovo Amministratore Delegato, che ha una forte passione sportiva, a decidere di dedicare una quota della retribuzione variabile, sua e del resto del board, ad attività di welfare per i dipendenti, sia impiegati sia quadri. Il nostro programma di welfare, quindi, è nato come ‘regalo’ da parte della dirigenza ai dipendenti. Poi lo abbiamo ampliato nel tempo”, spiega Fossi.

 

Oggi, l’azienda mette a disposizione un budget che viene convertito in una serie di servizi gratuiti, dei quali tutti i dipendenti possono usufruire su base volontaria. Il programma di welfare spazia dalle visite mediche gratuite in azienda all’alimentazione sana, dallo sport alle borse di studio per i figli dei dipendenti, dal programma di running fuori dall’azienda alla welfare room interna.

 

Comunicare per coinvolgere

 

“Anche se il nostro programma di welfare è nato per volontà dell’AD, non vogliamo intervenire con servizi top down”, continua la manager di Fastweb. “Perciò coinvolgiamo i dipendenti nella fase di sperimentazione dei servizi, che dura solitamente sei mesi, e poi insieme decidiamo cosa fare. Comunichiamo i servizi attraverso la intranet aziendale e il portale dedicato esclusivamente al welfare. In questo modo, i lavoratori conoscono le iniziative e decidono se aderire o meno. Avere un welfare strutturato ha portato a una maggiore partecipazione dei dipendenti rispetto a quando avevamo solo iniziative sparse”.

 

In cambio di questo investimento nel benessere dei loro dipendenti, le imprese ottengono benefici. Ideal Standard ne è testimone. “Comunicare tutti questi servizi ai dipendenti ha creato engagement. Lo vediamo anche durante le attività a partecipazione volontaria che proponiamo dentro e fuori il luogo di lavoro per favorire la costruzione di relazioni”.

 

“Ma i benefici sono misurabili anche nel minor assenteismo per malattia, nel turnover più basso e nella maggior disponibilità dei dipendenti ad andare incontro alle necessità dell’impresa, per esempio a restare un po’ di più in azienda quando viene chiesto loro. Un altro segnale le persone si trovano bene ci viene dato quando si aprono posizioni in azienda: i lavoratori sono i primi a suggerire le candidature”.

About the Author /

alessia.albertin@tuttowelfare.it